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Primo Maggio

La scuola è cosa nostra (terzo episodio)

L'intervento di suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche

 

È inevitabile che, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, si manifesti il desiderio di andare alle radici buone della propria vita, a rivedere soprattutto le persone che ne hanno fatto parte in modo significativo.

Oggi ho incontrato la mia docente di stenografia all’Istituto Commerciale di Nardò, la prof Ruggeri. Avevo 16 anni e ho il ricordo vivo di una docente “giusta”! Il rigore, il metodo di questa donna sono in me ancora vivi e fecondi.

Avevo la sensazione che questa docente, quando era con noi studenti, ci fosse “fino in fondo”, che mettesse tutto il proprio essere a nostra disposizione. Ci spiegava con metodo, senza perdere tempo, letteralmente catturando l’attenzione di una classe di 28 allievi per lo più maschi. Ma capitava che non volasse una mosca…. E spiegava fino al suono della campanella, senza che ci stancassimo, perché riusciva a farci percepire che ogni secondo, per lei e per noi, era importante.

Quando avevamo i rientri pomeridiani capivo che faceva più fatica, quasi come se avesse un pensiero che la trattenesse, pur essendo comunque presente fino in fondo. Sono venuta a sapere dopo alcuni anni il perché. Era rimasta vedova giovanissima e aveva due bambini da accudire: per lei i rientri pomeridiani erano piuttosto problematici da gestire.

Ecco ciò che sanno fare i grandi docenti: mettere al primo posto gli alunni quando questi ultimi hanno bisogno di loro, non tanto per la cultura, ma come “persone dedicate”. I ragazzi capiscono che c’è qualcosa di speciale…

Andando con la memoria ai miei docenti ne potrei nominare molti che ci hanno insegnato il senso del rigore, della ricerca, del metodo, del saper essere prima che apparire. Ce lo testimoniavano con la loro stessa vita. La conseguenza è che i giovani di quella generazione sono stati aiutati a essere solidi adulti, in sintonia con la famiglia. Questa è, normalmente, l’unica joint venture possibile per ottenere l’obiettivo di una società equilibrata, molto più incline all’essere che all’apparire.

Ma oggi questo patto si è spezzato. E la politica fa finta di niente.

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