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Conte Mes

La risoluzione della maggioranza del Mes? Acqua calda. Parola di Nicola Rossi

Nicola Rossi, economista, in passato parlamentare del Pd che lascia in dissenso dalla linea del partito, da anni con l’Istituto Bruno Leoni attento analista della politica economica italiana, risponde a ItaliaOggi poco dopo l’approvazione alla Camera della risoluzione sul Mes, il nuovo meccanismo salvastati. E dice: «Il vero problema del Mes è che si tratta…

Nicola Rossi, economista, in passato parlamentare del Pd che lascia in dissenso dalla linea del partito, da anni con l’Istituto Bruno Leoni attento analista della politica economica italiana, risponde a ItaliaOggi poco dopo l’approvazione alla Camera della risoluzione sul Mes, il nuovo meccanismo salvastati. E dice: «Il vero problema del Mes è che si tratta di un organismo intergovernativo e, in questo senso, non ci avvicina a quello che dovrebbe essere il vero obbiettivo: una unione politica. Per quella dovremo aspettare».
Domanda. Professore ha letto la risoluzione con cui si impegna il governo italiano a trattare sul Mes?

Risposta. Sì, una risoluzione che in parte dice cose superflue, in parte cose irragionevoli.

D. Partiamo dalle cose superflue.

R. Per esempio chiede che non ci sia una ristrutturazione automatica dei debiti pubblici dei singoli paesi. Ma è una richiesta inutile, perché la revisione del trattato non la prevede.

D. E quelle irragionevoli?

R. Chiedere che un passaggio parlamentare preceda la richiesta di intervento al Mes significa non sapere che cosa è una crisi del debito sovrano e in che tempi si sviluppa.

D. Che potenziale ha l’Italia presentandosi in Europa con un tale mandato?

R. Modesto direi. Mi pare evidente che la risoluzione nasce più dall’esigenza di risolvere le contraddizioni interne alla maggioranza del governo Conte II che non a dare indicazioni chiare all’Italia sul come portare avanti il negoziato in Europa. Si dice in sostanza al governo di trattare su quasi tutto, sperando di ottenere qualcosa.

D. Ma il nuovo trattato sul Mes non era stato già firmato dall’Italia?

R. Firmato, no. Ma in sede europea un accordo era già stato raggiunto. Di cui, comprensibilmente, sono modificabili solo minimi dettagli.

(estratto di un’intervista pubblicata su Italia Oggi; qui la versione integrale)

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