Non ha praticamente avuto alcuna eco l’appello shock del ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba che un paio di giorni fa, dopo essersi confrontato a tu per tu con la collega tedesca Baerbock, ha esortato gli alleati del suo Paese ad abbattere loro stessi i missili russi che piovono ininterrotti sulle città ucraine. “Un’ipotesi di scuola”, la liquida il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica oggi presidente della Fondazione Icsa, che non nasconde tutte le proprie perplessità in una conversazione con Start Magazine.
LE PAROLE DI KULEBA
“Non ci sono ragioni legali, di sicurezza o morali – è stata la dichiarazione di Kuleba riportata dall’edizione in lingua inglese dell’Ukrainska Pravda – che impediscano ai nostri partner di abbattere i missili russi sul territorio ucraino dal loro stesso Paese”.
Rimarcando il proprio stesso concetto, il capo della diplomazia ucraina ha accusato di agire “in stile manipolatorio” coloro i quali ritengono che quell’eventualità – aerei o missili Nato che abbattono ordigni russi – “costituisca un atto di escalation”.
Naturalmente il ministro ha poi precisato che se i partner preferiscono “non fare niente”, allora sarebbe bene “che ci forniscano tutti i mezzi richiesti”.
“Li posizioneremmo sul territorio ucraino – ha aggiunto – e intercetteremmo noi stessi i missili. Stiamo parlando di sistemi di difesa aerea che includono le appropriate capacità tecniche”.
COSA HA DETTO ZELENSKY
Le clamorose parole di Kuleba non hanno però trovato riscontro né tra i media internazionali, molti dei quali non le hanno nemmeno riportate, né tra i destinatari del messaggio in bottiglia, ossia quei leader occidentali che non hanno di fatto proferito parola in proposito.
Chissà dunque se lo faranno ora che a formulare quell’invito è lo stesso presidente Zelensky in un’intervista pubblicata ieri sul principale quotidiano statunitense.
Come precisano i reporter del New York Times che hanno parlato con lui nella sua residenza presidenziale, Zelensky si è spiegato “con un mix di frustrazione e rabbia per la riluttanza dell’Occidente a compiere passi più audaci che assicurino che l’Ucraina prevalga”.
Il presidente ha quindi ripetuto loro il mantra del suo ministro: la Nato dovrebbe abbattere i missili russi in volo sull’Ucraina (pur senza velivoli dell’Alleanza che entrino nello spazio aereo ucraino) sottolineando che si tratterebbe di una tattica puramente difensiva che non porrebbe nessun rischio di combattimento diretto con le forze russe.
“Dunque la mia domanda è: qual è il problema?”, ha argomentato. “Perché non li possiamo abbattere? Si tratta di difesa? Sì. Di un attacco alla Russia? No. State abbattendo aerei russi o uccidendo piloti russi? No. Dunque qual è il problema del coinvolgimento dei Paesi Nato nella guerra?”.
Quindi l’esortazione finale, dai toni imperativi: “Abbattete ciò che c’è sui cieli dell’Ucraina”.
I DUBBI DI TRICARICO
Quando abbiamo raggiunto il generale Leonardo Tricarico per riproporgli le ultime richieste ucraine e chiedergli un parere, l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica ha un momento di esitazione.
“Premesso che io non ho le stesse certezze di Kuleba quando afferma di non vedere ostacoli”, dice Tricarico a Start Magazine, “l’unica cosa che mi sento di dire è che si tratta di un’ipotesi di scuola, ossia puramente teorica che nessuno ha mai preso in considerazione”.
La perplessità del generale – che presiede la Fondazione Icsa – risiede nel semplice fatto che un Paese “è autorizzato ad abbattere un missile se tale vettore è rivolto contro di esso. Se invece quel missile sta andando in un’altra direzione e io lo abbatto si aprono tutta una serie di questioni giuridiche del tutto inesplorate”.
Ma c’è un altro motivo ancora più cogente che spiega i dubbi del generale: un missile scagliato dalla Russia verso l’Ucraina, spiega, “non sorvolerebbe il territorio di alcun Paese Nato e non gli porrebbe dunque alcuna offesa. Questo significa – è la conclusione – che il diritto dovere di difendersi ce l’ha solo Zelensky”.
Ma allora perché Kuleba e Zelensky lanciano quell’appello? “Mi sembra”, è la risposta di Tricarico, “che si faccia un’ipotesi di specie solo per contribuire a innalzare la tensione”.