Ora che ha finito di distrarsi con le Olimpiadi a Parigi, dove peraltro gli italiani sono riusciti a guadagnarsi 40 medaglie di cui 12 d’oro migliorando persino il risultato di quattro anni fa a Tokyo, il presidente francese Emmanuel Macron riuscirà a concentrarsi sul problema irrisolto del nuovo governo col quale chiudere la partita elettorale anticipata delle elezioni svoltesi il 7 luglio nel loro secondo turno? Si accorgerà che, oltre all’acqua della Senna rimasta ancora troppo sporca dopo tutti i soldi spesi per farvi svolgere le gare, la Francia dispone di un governo in carica solo per gli affari ordinari, e ora post-olimpici, che contrasta un po’, diciamo così, con l’ambizione di un Paese tanto forte e stabile da potersi ancora dividere con la Germania, peraltro anch’essa in una certa difficoltà, la gestione dell’Europa?
Qui, in Europa, le opposizioni italiane nella loro solita specialità disfattistica denunciano, celebrano, festeggiano “l’isolamento” o “l’irrilevanza” del loro Paese, come ha appena preferito dire Romano Prodi a Repubblica parlandone in veste anche di ex presidente del Consiglio e di ex presidente della Commissione Europea. Carica, quest’ultima, rimediatagli a suo tempo da Massimo D’Alema per compensarlo del dispiacere procuratogli succedendogli personalmente a Palazzo Chigi nel 1998, circa un anno e mezzo dopo che il professore vi era arrivato con l’Ulivo battendo nel 1996 Silvio Berlusconi in versione ridotta del centrodestra, essendosene ritirata la Lega di Umberto Bossi.
L’isolamento della Meloni, alla quale si rimprovera soprattutto di non avere fatto votare dai deputati della sua parte politica la conferma della pur amica Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione di Bruxelles, decisa dai soliti come se non ci fossero state il 9 giugno elezioni europee di segno diverso dal passato, consiste per ora nelle vacanze che la premier ha deciso di trascorrere con amici e familiari in Puglia. “Una Meloni europeista sotto l’ombrellone”, ha riferito e commentato Il Foglio, che pure ha raccontato recentemente di “non amarla” in un bilancio ambivalente dei primi 650 giorni di governo stilato dal direttore Claudio Cerasa.
Quanto davvero o incisivamente europeista, e quindi non isolata, si vedrà quando, magari trattando anche sotto quell’ombrellone nei dovuti modi consentiti dall’elettronica, la premier riuscirà a concordare con l’amica -ripeto- rimasta alla presidenza della Commissione europea le deleghe del rappresentante spettante all’Italia. Il tutto peraltro in un contesto internazionale non caldo ma rovente, più ancora dell’estate che attraversiamo, per le guerre che si svolgono ai confini, se non dentro la stessa Europa: dall’Ucraina a Gaza e dintorni.