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Emigrazione America Latina

La crescente emigrazione dall’America Latina e la necessità di saper accogliere

Negli ultimi anni l'emigrazione dall'America Latina verso l'Italia è triplicata. Si tratta di una migrazione che in genere riguarda persone animate da buone intenzioni, che chiedono di integrarsi, non solo di ‘essere integrate’, e che contribuisce anche alla crescita dell’economia nazionale. L’intervento di Francesco Provinciali, già dirigente ispettivo MIUR e giudice on. Tribunale per i minorenni di Milano

 

In questo mondo globalizzato e in questa società cosmopolita ci sono derive sociali e umanitarie alle quali non prestiamo la dovuta attenzione, presi come siamo da una sorta di atteggiamento refrattario, di indifferenza verso il nostro prossimo, infastiditi dalle preoccupazioni familiari o dalle beghe condominiali.

O semplicemente perché usiamo lo smartphone e le nuove tecnologie per assecondare il nostro egoismo e metterlo al centro del mondo.

Nelle nostre scuole i genitori protestano perché la merenda viene data in un orario non gradito, non accettano voti di insufficienza, affrontano in malo modo gli insegnanti che ritirano i cellulari durante i compiti in classe. O li aggrediscono perché hanno osato richiamare il proprio figlio ai suoi doveri.

Ci sono luoghi del mondo dove le scuole non esistono: un amico giornalista mi ha mandato da Londra alcune foto di alunni dell’Afghanistan che preparano gli esami seduti in mezzo alla neve o studiano su una stuoia stesa sul prato semplicemente perché l’aula, la scuola, fisicamente non ci sono.

Ma c’è un fenomeno sociale nuovo al quale finora il mondo occidentale non ha prestato la dovuta attenzione. Me ne sono capacitato dalla crescita delle domande di permesso di soggiorno di genitori stranieri per la tutela dei figli minori che via via giungevano in tribunale. Triplicate in 4/5 anni.

È il fenomeno della migrazione biblica verso l’Europa e l’Italia di famiglie provenienti da Paesi dell’America Latina (El Salvador, Colombia, Perù, Venezuela in primis): gente che fugge per sottrarsi alla delinquenza dilagante, alla violenza su donne e minori, ai taglieggiamenti, alle estorsioni, ricatti, minacce, rapine a mano armata. Ti fermano per strada machete alla mano e ti spogliano di tutto.

È sconsigliato portare orologi al polso negli aeroporti ma anche nei centri urbani, monili, o semplicemente borse da lavoro, per non parlare di borsette o portafogli in vista.

Recentemente il 56° Rapporto CENSIS ha confermato un calo di reati nel ns. Paese, nonostante le apparenze: probabilmente è il clima di paura e diffidenza diffuso che induce a maggiori cautele e ingigantisce il fenomeno della microdelinquenza.

In Centro America i reati sono all’ordine del giorno e aumentano, furoreggiano le Maras (così si chiamano le bande locali, spesso di minorenni) che tengono in scacco le forze dell’ordine, a volte colluse o corrotte.

Rapimenti di bambini a scopo estorsivo, ragazzine dodicenni che diventano le donne dei capi che le sottraggono alla famiglia. Esercenti di locali e negozi sistematicamente taglieggiati, forze dell’ordine minacciate o indifferenti per evitare ripercussioni personali o familiari.

Bimbe e bimbi sequestrati all’uscita da scuola e di cui non si sa più nulla. Arriva a casa dei genitori una foto del figlio ritratto fuori dall’edificio scolastico o nei giardini pubblici: è un avvertimento a pagare un pizzo, pena il suo rapimento.

Qui in Europa, in Italia non ce ne rendiamo conto se non ascoltando i racconti di chi viene nei nostri Paesi, considerati più rassicuranti e ordinati nella vita sociale. È gente in fuga dal proprio luogo nativo per salvare i figli e ricostruirsi un futuro, che lasciano casa, lavoro, imprese non avendo tutele nei confronti della malavita crescente oppure per trovare attività più remunerate che consentano di mettere via qualche risparmio da inviare ai parenti, specie anziani rimasti nel luogo di residenza.

Non giungono con i barconi, non passano attraverso lo SPRAR, non vanno nei centri di prima accoglienza.

Ma senza un’autorizzazione a soggiornare stabilmente sono pur sempre irregolari. Per questo portano con sé i figli minori ciò che consente loro di ottenere un permesso di soggiorno per assistenza alla prole. “Vogliamo crescere qui i nostri figli, trovare un lavoro, una casa per dare loro un futuro più sicuro”. Si tratta di una migrazione atipica che predilige il modello occidentale di vita e in genere riguarda persone animate da buone intenzioni, che chiedono di integrarsi, non solo di ‘essere integrate’. Lavorando onestamente – come badanti, portieri di condomini, corrieri, trasportatori, magazzinieri – e regolarizzandosi sul territorio italiano contribuiscono alla crescita dell’economia nazionale.

Vogliamo rimandare indietro anche loro?

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