Inaffidabili, deboli, decadenti. Il disprezzo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’Europa e gli europei si manifesta anche nella decisione di non avere più una via privilegiata per l’ingresso negli Usa. Se fino ad ora, infatti, era sufficiente fare richiesta per l’ESTA, la certificazione necessaria ai viaggiatori provenienti dai Paesi che fanno parte del Visa Waiver Program (tra cui l’Italia), adesso potrebbe diventare obbligatorio anche far setacciare i propri profili social.
Intanto, però, in parallelo, la Casa Bianca ha lanciato il programma Trump Gold Card, un visto accelerato per stranieri disposti a pagare almeno 1 milione di dollari.
SOCIAL MEDIA A NUDO
Secondo una nuova proposta dell’amministrazione Trump, i visitatori che accedono agli Stati Uniti tramite il programma di esenzione dal visto, al momento della compilazione del modulo per ottenere l’ESTA, dovranno fornire la cronologia dei propri account social degli ultimi cinque anni, numeri di telefono utilizzati nello stesso periodo, email degli ultimi dieci anni e dati personali dei familiari. Attualmente il modulo ESTA, utilizzato dai cittadini di 42 Paesi per soggiorni brevi senza visto, richiede dati anagrafici e informazioni di base sul richiedente.
La misura, ora in consultazione pubblica, trasformerebbe in obbligatorio ciò che finora era stato inserito come campo facoltativo nel 2016.
DATI BIOMETRICI E INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI
Oltre ai dati sui social media, l’ESTA potrebbe richiedere dati biometrici, come volto, impronte digitali, DNA e iride. Inoltre, sarà necessario caricare un selfie, utile per confermare che il richiedente sia il legittimo titolare dei documenti presentati.
Saranno richiesti anche nomi, date di nascita, residenze e numeri di telefono dei familiari stretti.
OBIETTIVO DICHIARATO
Il Customs and Border Protection (CBP) Usa precisa che l’obiettivo è rafforzare i controlli di sicurezza, ma il dipartimento della Sicurezza Interna non ha ancora fornito chiarimenti sull’impatto pratico della misura.
Il provvedimento, tuttavia, si collega all’ordine esecutivo firmato da Trump il giorno dell’insediamento, che stabilisce restrizioni per escludere chi possa manifestare “atteggiamenti ostili” nei confronti dei cittadini, della cultura, del governo, delle istituzioni o dei principi fondanti degli Stati Uniti.
DI PARI PASSO CON LA STRETTA SULL’IMMIGRAZIONE
Le nuove disposizioni si inseriscono nel più ampio programma di riforma dell’immigrazione portato avanti dall’amministrazione Trump, che negli ultimi mesi ha irrigidito quasi tutti i passaggi del processo di ingresso, sia legale sia illegale.
Le verifiche sui social media sono già state intensificate per gli studenti stranieri: ambasciate e consolati possono verificare i profili social per individuare atteggiamenti “antiamericani” nelle loro attività online e l’assenza di profili pubblici può essere interpretata come un elemento negativo nella valutazione della domanda.
In continuità, lo U.S. Citizenship and Immigration Services sta ampliando le verifiche digitali anche sulle categorie di immigrati che richiedono status legali permanenti, compresi coloro che devono dimostrare “buona condotta morale”.
L’IMPATTO SUL TURISMO
La nuova normativa, osserva Axios, potrebbe scoraggiare i visitatori stranieri e ridurre il turismo, in particolare in vista dei Mondiali di calcio 2026, che gli Stati Uniti co-ospiteranno con Canada e Messico. Secondo i dati riportati dal Guardian, il turismo internazionale negli Stati Uniti è già in calo e le destinazioni che dipendono dai viaggiatori stranieri stanno risentendo della situazione: in California si prevede un decremento del 9% delle visite straniere, mentre a Hollywood Boulevard il traffico pedonale estivo è calato del 50%.
Anche Las Vegas ha subito una riduzione dei visitatori, aggravata dalla diffusione delle app di gioco d’azzardo. Statistic Canada ha rilevato un calo del 36,9% dei viaggi in auto verso gli Stati Uniti da parte dei residenti canadesi e un calo del 25,8% dei voli commerciali.
REAZIONI E PREOCCUPAZIONI
Critici e organizzazioni per i diritti civili hanno espresso preoccupazione per l’impatto sui diritti di privacy e libertà di espressione. Sarah McLaughlin della Foundation for Individual Rights and Expression (Fire) ha dichiarato: “Chi spera di vivere le meraviglie degli Stati Uniti – da Yellowstone a Disneyland fino a Independence Hall – non dovrebbe temere che l’autocensura diventi una condizione di ingresso”. Erik Gordon, professore di business all’Università del Michigan, ha aggiunto: “La regola sui social media potrebbe individuare alcuni estremisti, ma scoraggerebbe anche le visite di giovani perbene”.
COSA MANCA PER IL VIA LIBERA DEFINITIVO
La proposta è aperta a commenti pubblici per 60 giorni. Se approvata dall’Office of Management and Budget della Casa Bianca, il CBP potrebbe implementarla gradualmente. I titolari di biglietti per eventi come i Mondiali di calcio 2026 potrebbero ottenere un appuntamento prioritario, ma resteranno soggetti agli stessi requisiti degli altri viaggiatori.




