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Jorit

Jorit, chi è lo street artist che fa putinate grosse come palazzi

L'arte, si sa, deve fare polemica, ma che succede quando si parla più dell'artista che delle sue opere? Chi è Jorit, l'artista italiano del selfie con Putin che ritrae santi, calciatori e soubrette televisive "per la pace"

Dopo la studentessa di Milano che qualche settimana fa aveva permesso all’inquilino del Cremlino di dimostrare al mondo che quando vuole sa essere persino un sentimentale (“Ricordo – aveva detto Vladimir Putin – quando sono venuto in Italia come la gente mi ha accolto, in alcuni posti mi sono trovato completamente a casa”) per lo “zar” Vlad altro “fuoriprogramma” (se tale può essere realmente creduto) tricolore: il selfie con Jorit, street artist italiano con alle spalle più accuse di putinismo che opere. Questa volta Putin ha avuto occasione di “dimostrare di essere umano”. Così infatti ha detto il 33enne di Napoli alzandosi sugli spalti che contenevano a stento gli oltre 20mila partecipanti al Forum Internazionale della Gioventù a Sochi.

“Volevo chiederle un favore – la richiesta di Jorit che sulle prime sembra lasciare di stucco Putin –  se è possibile vorrei fare una foto con lei, per mostrare all’Italia che lei è un essere umano come tutti e che la propaganda diffusa in giro è falsa?”, chiede il ragazzo, che sembra decisamente più giovane rispetto alla sua età, anche per il modo nel vestire. Putin nella sua infinita misericordia acconsente, agguantando un’altra occasione per gigioneggiare un po’ (alla studentessa italiana due settimane fa chiese,  in perfetto stile berlusconiano, come mai non fosse fidanzata, nonostante la sua avvenenza): “Certo, non mi darai un pizzicotto per assicurarti che io sia reale?”.

CHI È JORIT? NON CERCATELO COME CIRO CERULLO…

Difficile trovare in Rete informazioni su Ciro Cerullo prima che Putin lo prendesse sotto l’ala, anzi, sotto il braccio per il selfie in mondovisione. Prova ne sia che, setacciando, sia su X sia su YouTube appaiono solo omonimi che pubblicano post e video in cui condividono la loro passione per il bricolage e che magari non sono troppo felici di questa improvvisa attenzione dei media.

Le pagine del Web iniziano a popolarsi cercando invece lo pseudonimo: vengono allora fuori i murales immensi, in grado di ricoprire intere facciate dei palazzi, dedicati a Rino Gaetano e a San Gennaro, passando per Fabrizio De André, Che Guevara, Nelson Mandela e Maradona, giusto per citare i più noti. Il suo tratto distintivo sono i segni sugli enormi volti, che ricordano quelli delle tribù indigene del Nord America.

Gli indiani, insomma, che almeno in quest’ultimo scampolo di storia sono emblema della sofferenza di un popolo dovuta alla prevaricazione della popolazione europea. Segni tribali che su George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla polizia statunitense, diventano lacrime di sangue che gli rigano il volto in un’altra famosa opera dell’artista partenopeo. Jorit sostiene che questi simboli sulle facce servono a ricordarci che facciamo tutti parte della medesima tribù, quella umana.

Ma il nome dello street artist rimbalza più volte quando lo si cerca su Google in accoppiata con la parola “Russia”. Tornano prepotentemente fuori le polemiche legate alla sua “bambina sotto le bombe” a Mariupol, città tristemente nota qua in Occidente per i bombardamenti a tappeto russi.

LE PUTINATE GRANDI COME PALAZZI DI JORIT

Nella narrazione di Jorit, però, la bimba, che negli enormi occhi terrorizzati ha i colori della bandiera russa, è circondata da missili della Nato. Scavando ancora un po’ più a fondo sul web viene fuori che in molti hanno sospettato che quel volto sia stato in realtà copiato da una foto di Helen Whittle, dove compare la figlia della fotografa australiana. Basta cercare su Google anche quella per rendersi conto che, effettivamente, è molto somigliante. “L’idea – aveva spiegato Jorit – era mostrare i problemi dei bambini del Donbass al mondo intero. I media occidentali spesso distorcono la realtà. Per esempio parlano delle sofferenze dei bambini di un Paese, ma rimangono in silenzio su quello che succede in quello vicino”

Un mese dopo l’invasione della Russia dell’Ucraina l’artista aveva già realizzato un altro maxi murale che in molti hanno ritenuto “filo russo”, questa volta di Dostoevskij e in Italia, sulla facciata di una scuola di Napoli. In quell’occasione serviva per opporsi alla decisione, poi annullata, di sospendere un corso su Dostoevskij all’università Bicocca di Milano. La notizia era arrivata persino alle orecchie di Putin, che lo aveva ringraziato in televisione.

In televisione c’è finito pure Jorit. Naturalmente sull’onda delle polemiche delle sue opere. “Andrei subito a Mosca” aveva detto su La7 a Corrado Formigli più di un anno fa, dal palco di Piazzapulita. In quell’occasione aveva ribadito di “dipingere per la pace” e che “l’Occidente non può dare lezioni di democrazia a nessuno”. In Russia Jorit alla fine c’è andato davvero. E là negli ultimi giorni ha realizzato un mega ritratto di Ornella Muti. Non sappiamo se anche quest’opera rientri nel suo impegno per la pace.

L’attrice italiana in un video pubblicato su Instagram dalla figlia Naike Rivelli è elettrizzata dall’accoglienza riservata al Festival della Gioventù di Sochi: “Ovunque siamo andate, in televisione, conferenze stampe – la testimonianza delle show girl di casa nostra -, ci siamo sentite libere di poterci esprimere su tutto, abbiamo parlato di pace, di eco-fashion. È stato bello poter dire la nostra”. E in effetti in Russia c’è così tanta libertà che è persino realizzare pure un mega murales di Ornella Muti.

Intanto a Napoli le rinnovate polemiche sul putinismo del concittadino non dissuadono l’amministrazione comunale dal proprio intento: ci si spacca infatti la testa per trovare soluzioni che preservino le opere di Jorit a fronte della demolizione già in cantiere delle “stecche”, gli enormi palazzi sui quali sono state realizzate. Chissà se l’amico Putin si è fatto i medesimi scrupoli a Mariupol: la bimba delle polemiche sarà ancora in piedi o sarà stata devastata come il resto dell’Ucraina?

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