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L’Iran è in grado di resistere a un attacco di Israele?

L’Iran è in grado di reggere a un attacco israeliano? E come reagirà la popolazione, stanca del regime? Conversazione di Startmag con Ahmad Rafat, giornalista di origine iraniana.

Che cosa si pensa in Iran dell’ormai imminente attacco di Israele? Quali i timori del regime e dell’opinione pubblica? E che tipo di reazione ci dobbiamo attendere dalla repubblica islamica? Di questi e altri temi Start Magazine ha parlato con un giornalista di origine iraniana come Ahmad Rafat che dai tempi della rivoluzione islamica del 1979 monitora le mosse degli ayatollah per conto di svariate testate internazionali e ora per l’emittente londinese in lingua farsi Kayhan Life, mentre si diffondeva la notizia della morte del capo di Hamas, Sinwar.

Che aria tira a Teheran?

La capitale è avvolta in un clima di pesante incertezza. Nel regime è molto acceso il dibattito tra chi pensa che non bisognerà rispondere a un attacco israeliano per non scatenare una guerra incontrollabile in cui saranno coinvolti gli americani e forse gli europei e chi crede invece che se non si risponde il regime è finito.

Ma l’Iran è in grado di reggere a un attacco israeliano?

Il timore è proprio questo, che con un’economia così disastrata non si reggerà un solo giorno. L’opinione pubblica è infatti molto preoccupata perché già soffre le conseguenze della crisi economica e ne teme un rapido peggioramento.

Quale sarà la reazione del regime dopo l’attacco?

In realtà Teheran ha già informato gli americani che se l’attacco sarà come quello della primavera scorsa, ossia molto limitato e più che altro simbolico, l’Iran non risponderà. Se invece l’attacco fosse massiccio, lo sarebbe altrettanto la reazione. E siccome nell’ultimo attacco iraniano, ma anche nell’episodio del drone di Hezbollah, si è dimostrato di poter fare del male a Israele, è facile pensare che anche stavolta non avrebbero molti scrupoli.

C’è qualcuno in Iran che lavora per la distensione?

A livello verbale sì, ma a livello pratico no, proprio nessuno. Questo perché, ripeto, all’interno del regime prevale l’opinione che se non si reagisce sarà la fine.

C’è la possibilità che dopo l’attacco di Israele la popolazione si schieri dalla parte del regime?

Non siamo più ai tempi della guerra Iran – Iraq quando il popolo si mobilitò compattamente. I disordini degli ultimi due anni dimostrano che la gente non ne può più. Tra l’altro Israele non ha mire territoriali, né mai invaderà l’Iran per via terrestre, ma si limiterà a colpire alcune installazioni militari a cui la popolazione è ben poco interessata.

È vero che in Iran c’è addirittura qualcuno che incoraggia Israele ad attaccare?

Nei social media e anche nei muri della città sono apparsi messaggi e slogan che esortano Israele a colpire il regime e ad abbatterlo. Si tratta di persone esasperate che si aggrappano anche a questo nel nome della speranza di un cambiamento.

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