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Giorgetti

Che cosa si sono detti Biden e Meloni al G20

Fatti e ricostruzioni dei giornali sull'incontro fra Biden e Meloni al G20 di Bali. I Graffi di Damato.

 

COME E’ ANDATO L’INCONTRO FRA BIDEN E MELONI

Grande deve essere stata l’emozione di Giorgia Meloni a Bali partecipando al G20: certamente superiore a quella pur forte e dichiarata il 22 ottobre scorso a Mario Draghi che l’aspettava in cima allo scalone di Palazzo Chigi per le consegne. Superiore anche all’incontro un po’ furtivo col presidente francese Emmanuel Macron su una terrazza al Gianicolo, non immaginando né l’uno né l’altra che avrebbero poi avuto uno scontro a dir poco imbarazzante sulla questione dei migranti.

IL DOSSIER EGITTO

Superiore anche alla missione in Egitto per la conferenza dell’Onu sul clima, che le ha consentito il primo approccio col presidente al Sisi che ha un po’ di incresciosi problemi aperti con l’Italia per l’abitudine che hanno, da quelle parti, di ammazzare italiani senza volerne dare conto, o di trattenere in carcere troppo a lungo studenti attesi all’Università di Bologna per completare gli studi. Il plurale è un pò una forzatura, lo ammetto, ma serve a dare l’idea di quanto quella terra sia diventata pericolosa per noi, nonostante i tanti buoni affari fra i due paesi: petrolio, ma anche armi.

L’INCONTRO AL G20 DI BALI

A Bali la presidente del Consiglio ha potuto, fra l’altro, incontrare per un’ora abbondante il presidente americano Joe Biden reduce da elezioni di medio termine che gli hanno consentito di affrontare fiduciosamente la seconda parte del mandato alla Casa Bianca. Dalle corrispondenze del Corriere della Sera abbiamo appreso della consolante assicurazione di Biden di aiuti all’Italia per gli approvvigionamenti di gas, per quanto non proprio a buon mercato, dicono e scrivono i critici dei buoni rapporti con gli Stati Uniti, di cui saremmo più spremuti che protetti. Dalle corrispondenze di Repubblica abbiamo invece appreso di un quasi paterno invito di Biden alla Meloni – viste le loro età – di “tenere a bada i tuoi alleati”, pur potendo contare sulla fiducia americana.

L’ATLANTISIMO

Per quanto appaia ogni svanito, tra passi incerti e amnesie imbarazzanti, sino a sbagliare i nomi dei Paesi dove si trova, o ai quali vorrebbe riferirsi parlandone da lontano, Biden è risultato bene informato di quanto sta accadendo in Italia attorno e persino dentro il governo Meloni. Dove l’atlantismo, per esempio, è tanto dichiarato quanto spesso disatteso in rapporto, per esempio, alla guerra in Ucraina, appena sconfinata con “pezzi di missili” – dicono le cronache – caduti in Polonia. La cui partecipazione alla Nato comporta rischi seri per Putin e per le sue truppe già costrette a rovinose ritirate.

LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA

Sono ormai lontani i tempi in cui Silvio Berlusconi, partner ormai minore ma pur sempre determinante della coalizione di centrodestra, o di destra-centro, che ha portato la Meloni a Palazzo Chigi, poteva vantarsi di atlantismo aureo, di amicizia personale con presidenti americani ai quali offriva riproduzioni di statue romane.

LE MOSSE DI BERLUSCONI

Ora il Cavaliere, tra smentite, precisazioni ma anche conferme in cene pseudo-riservate, dissente dai troppi aiuti occidentali all’Ucraina e dal troppo livore contro un Putin in fondo, ma molto in fondo costretto da sfortunate coincidenze a fare il cattivo, originariamente convinto di potere rapidamente e quasi tranquillamente sostituire Kerensky e amici a Kiev con un po’ di più brave persone.

IL RUOLO DI SALVINI

Non parliamo poi di Matteo Salvini, per quanto adesso un po’ distratto, diciamo così, dal controllo dei confini marittimi italo-europei minacciati dai migranti e dalle navi del volontariato che li soccorrono in mare con sospetta puntualità rispetto alle rotte e ai mezzi usati da scafisti ben remunerati per i viaggi della disperazione.

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