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Matteo Bassetti

In Italia troppo allarmismo su focolai e contagi. Il post dell’infettivologo Marco Bassetti

La comunicazione su Covid in Italia continua ad essere negativa, allarmistica e catastrofista. Il post dell'infettivologo Marco Bassetti

Che cosa ha scritto su Facebook l’infettivologo Marco Bassetti

Nonostante i numeri delle persone malate negli ospedali italiani abbiano toccato il punto più basso dall’inizio dell’epidemia con meno di 70 soggetti rimasti in terapia intensiva e poco più 800 in tutti gli altri reparti ospedalieri, la comunicazione sulla situazione del COVID in Italia continua ad essere negativa, allarmistica e catastrofista.

Molti quotidiani sottolineano che ci sono ancora troppi focolai e che l’epidemia in molte regioni sembra incontrollata.

Ma chi è che si assume la responsabilità di dare queste notizie?

NON E’ VERO!! Ci sono nuovi contagi che per la maggioranza riguardano casi di importazione dall’estero e moltissimi tamponi con bassissima carica (i cosiddetti debolmente positivi).

Anziché dire al mondo intero che in Italia abbiamo fatto e stiamo facendo un ottimo lavoro, avendo ridotto significativamente la mortalità dei nostri malati curandoli meglio grazie ai nostri protocolli di trattamento, dimettendone ogni giorno dagli ospedali al domicilio moltissimi e facendo il tracciamento con milioni di tamponi di nuove persone positive per isolarle ed evitare nuovi contagi, si continua a terrorizzare la popolazione e spaventare i nostri fratelli europei. Ogni giorno ricevo telefonate da amici e colleghi francesi, tedeschi, spagnoli, che mi chiedono come mai in Italia vada ancora tutto così male sul COVID……ma è possibile essere così masochisti?

Servono i bollettini tutte le sere, creando l’aspettativa come per i numeri del lotto o le previsioni del tempo?

Continuare a dare numeri senza differenziare se si tratti di nuovi malati con sintomi, di nuovi ricoveri ospedalieri o di semplici contagiati asintomatici non ha alcun senso, se non quello di continuare con il grido “al lupo al lupo”.

Il rischio è che quando poi, magari in futuro, si tornerà a parlare di nuove emergenze vere (che ci auguriamo tutti non si presenteranno, ma non ne abbiamo la certezza) nessuno ci crederà più.

 

(post tratto dal profilo Facebook di Bassetti)

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