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Ecco l’impatto negativo dei dazi Usa per i prodotti Ue. Report centro studi Confindustria

Che cosa si legge nel rapporto del centro studi di Confindustria diretto da Andrea Montanino su presente e futuro dell'industria italiana

Una serie di forti discontinuità dovute a fenomeni eccezionali (veri e propri one-off event), accumulatisi nel giro di pochi anni, aveva creato una situazione irripetibile in cui Nord e (una parte del) Sud del mondo erano entrati per la prima volta in comunicazione tra loro sul piano produttivo attraverso un aumento strutturale dei loro flussi di commercio incrociati, traendone reciproco beneficio in termini di crescita.

Questa situazione ha lasciato il campo – a partire dall’insorgere della crisi – a “effetti di rimbalzo” opposti e simmetrici rilevanti: che hanno determinato invece un assetto internazionale la cui cifra complessiva è ora un ruolo più contenuto del commercio internazionale.

Si tratta di un rallentamento che per le ragioni sopra richiamate sembra corrispondere a una “nuova normalità”: e che dunque appare destinato a persistere lungo un orizzonte non breve.

Alle ragioni strutturali si sovrappone l’effetto congiunturale delle nuove misure protezionistiche degli Stati Uniti (già entrate in vigore o ancora soltanto minacciate).

In particolare, in estate potrebbero essere colpiti da nuovi dazi alcuni prodotti europei destinati agli Stati Uniti (dagli elicotteri a uso civile di produzione spagnola, inglese e tedesca ai prodotti alimentari e bevande di provenienza varia tra cui quella italiana), per un ammontare complessivo di 11 miliardi di dollari, in seguito alla decisione del rappresentante al commercio americano di contrastare gli effetti distorsivi dei sussidi ricevuti dalla compagnia europea Airbus.

Sebbene non si possa interpretare il rallentamento recente come un effetto diretto delle politiche volte a limitare gli scambi commerciali, dato l’ammontare per ora limitato di prodotti interessati dall’aumento delle tariffe (pesano per il 2,5 per cento del commercio mondiale), l’apertura delle “guerre tariffarie” da parte dell’Amministrazione americana ha comunque già giocato un ruolo importante, generando una forte incertezza nei mercati internazionali e riducendo la fiducia degli operatori. L’effettivo impatto dei dazi sarà in ogni caso pienamente visibile nei dati del 2019.

(estratto dal rapporto del centro studi di Confindustria presentato ieri; qui il rapporto completo)

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