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Il Tg1, Chiocci e i paninari

Anche il nuovo direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, promette novità - come i suoi predecessori - sui servizi giornalistici della redazione politica del principale telegiornale della Rai. Ecco annunci e confronti

 

È tradizione che il nuovo direttore del Tg1 prometta solennemente che è finita l’era del pastone, o del panino, ossia di quel servizio del Tg infarcito delle principali posizioni dei maggiori partiti politici, equamente distribuite fra maggioranza e opposizione, su uno dei temi del giorno. Un panino variamente assortito che quando preparato in maniera sbilanciata prevede all’inizio o alla fine anche la dichiarazione di qualche ministro se non della presidenza del Consiglio, così il pastone, seppure con la presenza delle voci delle opposizioni, è sbilanciato a favore della maggioranza: un fenomeno tradizionale, a prescindere dalla maggioranza o del governo di turno.

Anche l’ex direttore Monica Maggioni aveva annunciato urbi et orbi all’inizio della conduzione del principale telegiornale della Rai: “Il pastone non c’è più, sembrava fosse immortale e invece… Comunque niente di cruento, ho solo chiesto ai colleghi che si occupano di politica di farci capire cosa sta succedendo. Che succede oggi? Qual è la notizia più importante? Niente di diverso da quello che fate voi”.

In verità i telespettatori del Tg1 più avveduti non hanno osservato tutta questa rivoluzione nel pastone, anche se qualche ritocco nella preparazione del menu giornalistico c’è stato ma poi ci si è assestati in una sorta di rosetta, visto che il panino almeno lessicalmente non andava più di moda.

Cambia il direttore del Tg1 ma non cambiano promesse e annunci. È il turno di Gian Marco Chiocci. A lui la parola.

“Mi sono posto il tema di come approcciarsi alla politica. A detta di tutti la politica del Tg non è accattivante. Mi sono chiesto se ha senso raccontare la politica come la raccontiamo oggi, forse possiamo tentare nuove strade per dare una mano alla politica e all’offerta del Tg1. Si può andare oltre il politichese, oltre alla vecchia narrazione fatta di pastoni con i vocali di maggioranza e opposizione, si può pensare a una alternativa al cosiddetto ‘panino’, magari facendo domande in presenza, leggendo la politica ‘di traverso’, spulciando le proposte di legge o curiosando nei dibattiti dei partiti”, ha detto Chiocci in audizione davanti alla commissione di Vigilanza Rai.

“I telespettatori credo non aspettino altro e la sfida è alla nostra portata – ha proseguito -, quando ho affrontato questo tema ho capito di aver sfondato una porta aperta. Già nel 2000 il sindacato Usigrai aveva buttato giù un documento in cui si fa riferimento a due sentenze, in cui si dice che è illegittimo contestare la violazione dei principi di correttezza e completezza dell’informazione solo sulla base della quantità di tempo e che l’attualità può giustificare un temporaneo sbilanciamento. Questo documento dell’Usigrai dice che non basta una parità numerica per dirsi pluralisti, non si possono ricevere supinamente i sonori dei politici, la scaletta del Tg la decide il direttore. Sono i giornalisti che dettano l’agenda ai politici e non il contrario”.

Chiocci ha spiegato che è arrivata un’interrogazione “sui dati di giugno del mio Tg, domani festeggio due mesi – ha ricordato -, si parla di predominanza assoluta degli spazi informativi della maggioranza ai danni dell’opposizione e si chiede un immediato riequilibrio per il mese di luglio. Una volta che ho capito come funziona la questione complessa del minutaggio – ha sostenuto – vedrete che a luglio questa fatidica spartizione ci sarà, e mi sono messo a posto con la coscienza. Ma approfitto però di questa occasione per dire che è importante capire quali sono le regole del gioco, in materia di monitoraggio quantitativo del pluralismo politico”. Poi, in sede di replica, ha aggiunto: “Oggi mettiamo almeno un paletto sulle regole, si può discutere almeno su dati trimestrali?”.

E infine, ancora a proposito del cosiddetto ‘panino’ che comprende in un minuto di servizio o poco più tutte le posizioni politiche, ha concluso: “Per me il ‘panino’ è incomprensibile, ho provato a fare interviste ai leader politici, che vadano oltre il minuto, e hanno avuto un buon riscontro di ascolti”.

Rosetta, ciriola o puccia? Vediamo cosa sfornerà il Tg1 chiocciano. Urge quanto meno un nuovo capo fornaio alla redazione politica.

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