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Il Quirinale sbirciato dalle cucine

“Il cuoco dei presidenti” di Pietro Catzola letto da Tullio Fazzolari

 

I migliori cuochi sono quelli che hanno lavorato sulle navi. Così si diceva nell’epoca d’oro dei transatlantici e i fatti lo confermavano. Alcuni dei migliori ristoranti italiani erano gestiti da chef che dopo aver smesso di navigare s’erano messi in proprio. Ma la vera conferma, anche perché più recente, è un’altra. Da più di trent’anni ormai è sempre un marinaio a sfamare i presidenti della Repubblica e i loro ospiti preparando menu adatti per ogni occasione. Si chiama Pietro Catzola  e con “Il cuoco dei presidenti” (Solferino, 304 pagine, 18,50 euro) racconta in prima persona la sua magnifica avventura nelle cucine del Quirinale. Il titolo del libro fa venire in mente un bel film di dieci anni fa, “La cuoca del presidente”, ispirato all’esperienza di Daniele Mazet-Delpeuch che dal 1988 al 1990 fu la cuoca personale di Francois Mitterrand.

Assonanza del titolo a parte non ci sono altre similitudini. La Mazet-Delpeuch ha lavorato all’Eliseo soltanto tre anni e con un solo presidente. Catzola invece resiste da tre decenni alla nostalgia di imbarcarsi si una nave e ha preparato i suoi piatti raffinati per ben cinque capi dello Stato: da Francesco Cossiga a Sergio Mattarella passando per Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.  Se proprio si vuole fare un paragone, l’esperienza di Catzola somiglia di più a quella di Takamori Tukuzu, cuoco di due imperatori giapponesi dal 1920 fino al 1983 sul quale è stato scritto un libro ed è stata realizzata perfino una serie televisiva.

Trent’anni sono praticamente una vita e Pietro Catzola la sta vivendo al Quirinale. “Il cuoco dei presidenti” è un’autobiografia da cui emergono molte soddisfazioni ma anche qualche rinuncia e qualche delusione. Fu un dispiacere in passato quando non gli venne riconosciuta la promozione che meritava. Ed è stato un sacrificio più doloroso avere sempre meno tempo per tornare in Sardegna e vedere la propria famiglia, soprattutto la mamma dalla quale ha ereditato l’abilità ai fornelli. Però Catzola è un militare, è entrato in marina ad appena sedici anni e non si sognerebbe mai di abbandonare il proprio posto mentre c’è bisogno di lui. E quanto ce ne sia bisogno lo dimostra il viavai che c’è al Quirinale dove si susseguono pranzi e cene con capi di Stato, politici, diplomatici e quant’altro provenienti da ogni parte del mondo. E di ciascuno tocca indovinare gusti ed esigenze. Sarà stato difficile ma l’impresa è riuscita con successo. Altrimenti Carlo d’Inghilterra non sarebbe andato in cucina per una foto ricordo con Catzola e i suoi collaboratori.

Ma a forza di azzeccare le preferenze dei presidenti e dei loro ospiti Catzola centra in pieno anche quelle dei lettori. Oltre che un’autobiografia, “Il cuoco dei presidenti” è un concentrato di ricette di piatti preparati ad hoc per ogni evento, dalla spigola farcita per Clinton al filetto al timo per Lula. Catzola non ha segreti e accetta di essere imitato ma a una condizione: non essere chiamato chef. Cuoco gli piace di più e già questo lo rende simpatico.

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