La tornata amministrativa di oggi – 117 Comuni al voto, i più rilevanti Genova, Taranto, Matera e Ravenna – si carica di significati per le opposizioni, che sperano in qualche vittoria da vantare come segno di un’inversione di tendenza. Nel frattempo le sinistre si godono altri segnali, come la Corte Costituzionale che ha riconosciuto la genitorialità delle coppie formate da due donne e ricorse alla procreazione assistita all’estero. Il ministro Roccella la chiama “confusione normativa”, espressione benevola se si considera che la “svolta” vale per le famiglie omogenitoriali ma non per le monoparentali, a dire che di mamme non ce n’è una sola ma bisogna comunque essere in due genitori.
Al di là del dibattito, la domanda è se i progressisti sperino davvero così, trasformando in diritti i “capricci” degli adulti e riducendo i bambini a oggetti, di superare la bufera geopolitica in corso. Non si rendono conto della velocità del cambiamento e si arroccano in quello che rimane del soft power, sul quale la riflessione dovrebbe viaggiare leggermente più profonda. J.D. Vance lo ha detto: “Dopo la Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno goduto di un dominio incontrastato ma quell’era è finita”, poiché rivali come Cina e Russia cercano di superare gli States “su spazio aereo, mare, spazio e cyberspazio”. A dare implicitamente ragione al vice-presidente è Elon Musk che, dopo un malfunzionamento di X, ha ribadito essere giunto il momento di stare “super concentrato” su Tesla, xAI e sul lancio di Starship, lasciando presumibilmente gli impegni governativi.
Il quadro descritto da Vance sembra persino sottostimato. Secondo il Routledge Handbook, sulla scena del soft power spiccano anche Giappone, Corea, Arabia Saudita, Turchia, mentre hanno perso la propria leadership geopolitica gli “occidentali”, Usa di Trump come l’Europa, impegnati nella loro guerra tra poveri (o ex ricchi) sui dazi. L’ultima uscita di Trump è la minaccia all’Unione europea di portarli al 50% da giugno, mossa tattica (“potrebbe rifare marcia indietro”, tranquillizza James Heckman, Nobel per l’Economia) per reclamare passi avanti dall’Ue. Frustrazione della Casa Bianca contro lentezza dei negoziatori europei, non c’è da meravigliarsi che Donald reputi “inutile il negoziato”.
Analogo scetticismo pesa sul fronte della pace. Gli incontri Russia-Ucraina in Vaticano si ridimensionano e si lavora su un ritorno a Ginevra. Anche se Trump professa speranze, dopo gli scambi di prigionieri tra Kyiv e Mosca, viene da dar ragione ad Antonio Tajani: “Ingenuo farsi illusioni, la guerra non finirà in tempi brevi”. Sconforto anche sul Medio Oriente, specie dopo l’ultima orribile strage di nove bambini a Gaza, e sui colloqui Usa-Iran, dove l’accordo sul nucleare pare ancora lontano (l’inteligentija cinematografica si consola con il regista dissidente iraniano Panahi premiato a Cannes).
C’è nel complesso un senso di perdita del potere degli stakeholder, di paura della concorrenza, di smantellamento delle posizioni consolidate, di uscita dai tavoli: al vertice del G20, in Sudafrica a novembre, Trump potrebbe non andare, dice che “non è molto importante”. Nel frattempo le Borse proseguono la loro altalena e, per rimanere in tema, Moody’s conferma il rating Italia a Baa3 e migliora l’outlook a positivo: “Il riconoscimento del lavoro che stiamo portando avanti” commenta una sobria nota di Palazzo Chigi.
In questo livello di caos, le opposizioni nostrane non fanno che lamentare il presunto fallimento della mediazione meloniana. Una miopia che impedisce loro di vedere come la corrente delle difficoltà conduca un po’ tutti a diventare in qualche modo trumpisti. La Danimarca socialdemocratica, ex paradiso del welfare, ha portato l’età del pensionamento a 70 anni, la più alta in Europa. E la premier Mette Frederiksen, insieme a Giorgia Meloni e altri Paesi europei, ha chiesto di rivedere l’approccio della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sulle politiche migratorie, ricevendo dal Consiglio d’Europa un “no a pressioni politiche, proteggiamo diritti fondamentali”. Una dialettica tra sordi che ricorda quella tra politica e magistratura italiana. Non è da meno l’UK, che in un paio di giorni ha messo mano alla castrazione chimica e ai centri migranti all’estero, roba che manco Giorgia e Salvini con l’aiuto di Vannacci sarebbero stati così determinati.