Nelle aule accademiche la discussione in pieno corso tra i partiti sarebbe interessante: patrimoniale sì o patrimoniale no? E in subordine: spetta ai più ricchi o no un eventuale contributo straordinario a beneficio di tutti?
Ma mentre il governo e l’opposizione di sinistra s’accapigliano su un’imposta che non sarebbe collegata a uno specifico servizio dello Stato, bensì al patrimonio immobile e mobile dei contribuenti, e Giorgia Meloni giura che “con la destra al governo non accadrà mai” ed Elly Schlein le risponde che il governo “le tasse le ha aumentate a tutti”, ecco arrivare i dati del realismo che pongono fine a ogni dibattito lunare. L’ultimo rapporto del Mef, che sta per ministero dell’Economia e delle Finanze, cioè l’istituzione preposta a fare i conti, rivela -ma sarebbe meglio dire conferma- quale sia il tallone d’Achille: l’evasione e il sommerso che covano sotto traccia e superano la soglia dei 100 miliardi. Sono livelli che risalgono a quelli registrati prima della crisi del Covid.
Il solo lavoro nero vale il 9,1% del Pil. Un dato “sostanzialmente stabile” dal 2021 a oggi, sottolinea il rapporto, a testimonianza che il male viene da lontano e che col passare del tempo non si riesce ad attenuarlo né, tantomeno, a sradicarlo.
Come se non bastasse, un’altra relazione della Direzione nazionale antimafia e un dossier di Libera ci informano che quasi un italiano su tre -18 milioni di cittadini- hanno tentato la fortuna col gioco d’azzardo.
Tra videopoker e sale bingo, tra gratta e vinci e slot-machine un milione e mezzo di cittadini sono considerati giocatori patologici, il 3% della popolazione maggiorenne (e una percentuale quasi analoga quelli giudicati “a rischio moderato”).
Secondo la relazione, si può stimare una perdita di quasi l’8% nella qualità della vita sia per questi giocatori incalliti, sia di riflesso per i loro familiari.
Senza dimenticare quanto i clan criminali e mafiosi cerchino d’essere presenti in questo ambito, come indicano le inchieste in sedici Regioni.
Siamo, dunque, al paradosso. A fronte di un’ampia e ormai consolidata casta di evasori che lo Stato, nonostante gli sforzi messi in campo e le proclamate volontà dei governi, non riesce né scoprire né a colpire con severità, c’è chi spera di cambiare il tenore di vita rifugiandosi nell’azzardo. Finendo, in troppi, per restarvi vittime.
Rischia, così, di diventare surreale la polemica, anch’essa ciclica, sul governo che rivendica di aver abbassato le tasse e l’opposizione che ribatte che la pressione fiscale nel 2026 sarà del 42,8%.
Ma l’ultima novità giunge da New York sull’onda della vittoria del socialista Zohran Mamdani, il neo-sindaco che promette di tassare le grandi ricchezze a favore dei ceti più deboli.
A sinistra Elly Schlein ha proposto una tassa europea sui grandi patrimoni sul modello-Mamdani. “Sarebbe un autogol”, mette in guardia Matteo Renzi. E comunque lo spauracchio della patrimoniale, che colpirebbe chi già paga le tasse, e alte, lascia gli evasori del tutto indifferenti all’ipotesi e alla polemica.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova
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