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Il cibo per noi bibliomani

La lettera di Antonio De Grazia

 

Gentile Direttore,

il mondo va in una direzione paradossale, incognita?  Nessuna persona sana di mente può prevedere il futuro, ma sembra che la civiltà occidentale ambisca all’eutanasia. Dunque, dobbiamo salvare il passato: le nostre radici non sono nuvole. E vi sono alcune memorie sopravvissute, personaggi dimenticati o sottovalutati. Uno di questi è Gian Gaspare Napolitano: scrittore, viaggiatore, giornalista letterario dell’esistenzialismo parigino, sceneggiatore e anche regista e firma de Il Mondo di Pannunzio.

La Cubana, apparso su il Mondo e mai in volume, è un bel racconto su Cuba ante-Fidel Castro. Assai giovane, GG Napolitano diviene noto per Il Giro del mondo: reportage e diario di viaggio in nave a Tahiti, Asia, Africa, Nuova Caledonia, Oceania. “Da allora è passato qualche tempo, e siamo arrivati alla fine del racconto.

Tuttavia mai come ora il nostro Giro del Mondo ci è sembrato uno di quegli orologi che si smontavano, da bambini, per avere il piacere di ricomporli”. Con gli anni, e molti chili in più, GG Napolitano viene denominato dalla malizia romana Il Pancione Viaggiatore. Muore prima di avere sessant’anni: dopo aver affinato la sua scrittura e composto lunghi esotici racconti degni di un Somerset Maugham meno cinico e più latino, e poi brevi racconti sulla

Dolce Vita romana, dalla delicatezza di un claret invecchiato. Viene premiato a Cannes per il documentario Magia Verde. Ah, la lettura: un vizio della mente e della immaginazione, cibo per noi bibliomani.

Così è, se vi pare.

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