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Il casino poco apostolico di Apostolico

Tutte le tensioni politiche sul caso Apostolico dopo la denuncia mediatica di Salvini. La nota di Paola Sacchi

 

La Lega chiede “dimissioni immediate” della giudice Iolanda Apostolico. Il premier Giorgia Meloni difende Matteo Salvini. Le opposizioni di sinistra lo attaccano, dando l’impressione di guardare il dito e non la luna dei rapporti tra politica e magistratura.

Sarà che quando si tratta di Salvini, sulla falsariga di Palamara, anche “quando ha ragione ha torto”, come chiosa Giuliano Ferrara su “Il Foglio” di ieri che però stavolta, pur dispiacendosene, è d’accordo con colui che chiamava “il truce”, sul caso Apostolico la sinistra parte all’attacco con l’accusa di “dossieraggio”. Per le opposizioni, dalle quali si è distinto solo Matteo Renzi dicendo con nettezza: basta con i giudici che fanno politica, il problema quindi non sarebbe questa grave anomalia italiana, ma da chi Salvini ha ottenuto il video e chi lo ha fatto. Insomma, di nuovo, come in una sorta di ossessionismo anti-salviniano, al centro delle accuse il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture-Trasporti. Come se il punto non fosse la presenza della giudice di Catania, che ha disapplicato il decreto Cutro per 3 migranti, a una iniziativa a favore dello sbarco dalla “Diciotti“, ma Salvini stesso, giudicato colpevole di aver postato il famoso video l’altro ieri. Certamente bisognerà valutare a che titolo il magistrato fosse lì, seppur silente e ferma in una manifestazione dalla quale partono urla e insulti alle forze dell’ordine. La Lega in una nota rilancia e  chiede “le dimissioni immediate” di Apostolico. Lo stesso Salvini, ieri mattina prima di tornare a Palermo per il processo Open Arms (per quello sulla Diciotti, invece, il Senato non lo mandò a processo: giustizialismo a navi alterne?) è tornato sui social. Dopo che circolavano versioni non ufficiali, riportate dalle agenzie, secondo le quali la giudice sarebbe stata alla manifestazione sul molo di Catania per favorire un clima pacifico dell’iniziativa e questo a favore di alcune associazioni cattoliche.

Ma Salvini non molla e denuncia: “Preoccupa e sconcerta quanto sta emergendo. Il giudice che ha liberato più clandestini e contesta le norme del governo sull’immigrazione in passato ha condiviso insulti contro di me e ha partecipato – col compagno – a manifestazioni di estrema sinistra a favore degli immigrati durante le quali si insultavano le forze dell’ordine al grido di assassini e animali: è motivo di profondo imbarazzo per tutte le istituzioni”. Conclude:”Conto sulla collaborazione di tutti affinché prevalgano buonsenso ed equilibrio”. Poi, nella serata di ieri una nota molto dura della Lega sul magistrato alla quale si contestano “apprezzamento per gli insulti contro Matteo Salvini, postati dal compagno, “mai smentiti, e imbarazzante presenza a una manifestazione dell’estrema sinistra con la folla che insultava le Forze dell’Ordine”. Conclusione di Via Bellerio: “Per rispetto nei confronti di tutti gli Italiani e delle istituzioni, ora ci aspettiamo le dimissioni immediate”.

Piovono, intanto, attacchi da esponenti Pd e dalla Alleanza Verdi Sinistra, dove Angelo Bonelli annuncia persino un ricorso in Procura, numerose richieste al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sul fatto se quel video sia un filmato della Polizia. Il premier Giorgia Meloni interviene a difesa di Salvini, al termine del vertice di Granada: “Nessun dossieraggio. È legittimo chiedersi se qualcuno che partecipa a manifestazioni su quel tema, nel momento in cui decide, lo faccia con un pregiudizio o meno”. Liquida, il premier, come “strumentale” la polemica sul dossieraggio sollevata dalle opposizioni: “Salvini non mi ha parlato del video”, ma “era una manifestazione pubblica” e la giudice era lì, non c’è niente di “occulto”. La pensa così pure il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che si dice “dolorosamente stupito” che si parli di “invasività e addirittura dossieraggio” rispetto a “comportamenti pubblici”. Il Guardasigilli ritiene “giusto” fare accertamenti sulla condotta della giudice per poter rispondere alle interrogazioni del centro-destra. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, che aveva denunciato “screening sulla vita privata”, ribadisce la difesa di Apostolico: “La giurisdizione non può essere sottoposta a questo tipo di tensioni: se la dottoressa Apostolico non avesse emesso tre provvedimenti sgraditi, forse nessuno si sarebbe occupato di quello che ha fatto 5 anni fa e questo mi preoccupa”.

La Lega a tutte le accuse ribatte stamattina: “Per qualcuno a sinistra il problema è ‘chi ha girato il video’. Il problema è cosa si vede in quel video: ovvero un giudice in mezzo a una manifestazione dove si insultano poliziotti e si inneggia alla clandestinità. Per cui scuse e dimissioni”.

Interrogazioni vengono annunciate anche dai Cinque Stelle, il cui leader, Giuseppe Conte, era peraltro il premier di quel governo, con Salvini, vicepremier e titolare del Viminale, contestato di fatto dalla manifestazione ripresa dal video al centro della nuova tensione trentennale tra politica e settori della Magistratura militante.

In tutto questo guardare da parte dell’opposizione il dito e non la luna, nell’epoca in cui qualsiasi cellulare può filmare in pubblico qualsiasi cittadino, si risale addirittura nella pioggia dei commenti alla notte dei tempi, al caso Piccioni. Certamente è uno storico esempio delle tensioni tra politica e magistratura. Ma si continua a guardare il dito e non la grande luna della guerra dei 30 anni. Da quando con “mani pulite” si affermò la magistratura militante delle cosiddette “toghe rosse” che ha segnato pesantemente e segna la storia del Paese. Ancora in attesa di una vera riforma della giustizia.

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