Non capita spesso che l’attualità di un libro appena uscito trovi subito conferma nelle notizie di cronaca. È successo invece proprio in questi giorni per “La geodemografia. Il peso dei popoli e i rapporti tra Stati” di Massimo Livi Bacci (il Mulino, 128 pagine, 14 euro). E la conferma di quanto sia grave la questione demografica arriva addirittura dall’Estremo oriente. Poco più di una settimana dopo l’uscita del saggio di Livi Bacci un organismo statale nipponico rende nota una previsione allarmante: nel 2040 in Giappone la forza lavoro si ridurrà di quasi 10 milioni di persone rispetto ai livelli attuali. Ed è evidente che nemmeno un boom della natalità, per altro assai improbabile, permetterebbe di colmare un simile gap in soli quindici anni. Non a caso, quasi contemporaneamente, arriva la notizia che il governo di Tokio sta iniziando a correre ai ripari raddoppiando il numero dei permessi per i lavoratori stranieri qualificati che sale così a 800 mila. Ma se la soluzione o meglio la salvezza sono gli immigrati non si può escludere che questo sia solo un limite temporaneo destinato ad aumentare nei prossimi anni.
Quello che sta avvenendo in Giappone è un esempio indicativo ma, come dimostra dettagliatamente il libro di Livi Bacci, il problema demografico è mondiale. Se si eccettuano Australia e Nuova Zelanda in cui la situazione è relativamente stabile, ogni paese e ogni continente devono fare i conti con situazioni esplosive. Le previsioni nel medio e lungo periodo dovrebbero essere un segnale d’allarme. La popolazione europea diminuisce di dieci milioni di persone ogni decennio. Quella cinese alla fine di questo secolo potrebbe essere di mezzo miliardo inferiore a quella attuale. Altri dovranno misurarsi con il problema opposto. L’India avrà un aumento vertiginoso della popolazione nei prossimi decenni per poi assestarsi comunque a 500 milioni di abitanti in più rispetto a oggi. Ma la crescita demografica più impressionante sarà quella dell’Africa che alla fine del secolo sfiorerà i quattro miliardi di abitanti.
I numeri però non dicono tutto. È invece “La geodemografia” di Livi Bacci a descrivere le singole situazioni, i cambiamenti in atto e le possibili conseguenze. La sensazione finale leggendo il libro è che la quasi totalità dei problemi del pianeta sia riconducibile alla questione demografica. La crescita di una componente etnica rispetto a un’altra è la causa di conflitti. I flussi migratori che di sicuro sono la soluzione alla mancanza di forza lavoro in altri casi però provocano disuguaglianze e tensioni sociali. La conquista di nuovi spazi per una popolazione in aumento è la causa della deforestazione in Amazzonia. E anche il controllo delle risorse idriche è oggetto di contesa in altre zone del mondo. L’elenco dei casi esemplari che Livi Bacci analizza è quasi un resoconto della più recente storia mondiale. Ma non è una semplice cronaca. È la spiegazione dei fattori che hanno determinato ogni vicenda e soprattutto aiuta a comprendere le prospettive future.