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Salvini

I primi passi del governo Meloni su economia ed energia

I provvedimenti economici approvati ieri dal consiglio dei ministri e i commenti di premier, ministri e leader politici. La nota di Sacchi

 

Dopo discussioni e distinguo anche interni alla maggioranza sul decreto anti-rave party, che lo stesso ministro Matteo Piantedosi si è detto disposto a correggere per renderlo più mirato, Giorgia Meloni, reduce dagli incontri a Bruxelles con i vertici Ue, di cui si dice soddisfatta, passa all’emergenza delle emergenze, il caro-bollette.

Il governo mette in campo oltre 30 miliardi di euro da qui fino al 2023 per contrastare i rincari energetici che colpiscono famiglie e imprese. È Il primo provvedimento di peso dell’esecutivo Meloni, che ieri ha approvato la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza. Si prova a mitigare i contraccolpi della spirale di crescita del costo delle bollette innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Due i numeri chiave, su cui verra’ costruita la prossima manovra: la revisione del Pil con una crescita al 3,7% nel 2022, che rallenterà bruscamente allo 0,6% nel 2023. E poi il rapporto deficit/Pil programmatico al 4,5% il prossimo anno.

Con i fondi per il caro bollette che arriveranno suddivisi tra un primo decreto aiuti in programma la prossima settimana, grazie a un ‘tesoretto’ da 9,5 miliardi, e 23 miliardi di deficit il prossimo anno.

Oltre alla Nadef, il governo ha varato anche un emendamento al Dl Aiuti ter per la ricerca di nuovi giacimenti di gas in Italia nel mar Mediterraneo, con un potenziale fino a 15 miliardi di metri cubi entro i prossimi 10 anni.

Caro bollette e ricerca di nuove fonti di approvvigionamento per allentare la dipendenza dal gas russo sono insomma il centro dei provvedimenti dell’esecutivo. In attesa della manovra economica, che affronterà anche i temi della revisione del reddito di cittadinanza, del fisco con la Flat tax incrementale per alcune categorie di lavoratori, del bonus edilizio e delle pensioni.

“Di fatto individuiamo risorse per oltre 30 mld di euro per affrontare l’emergenza energetica”, ha spiegato Meloni al termine del Cdm. Poi il premier ha specificato: “Ci sarà la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, immaginando nuove concessioni, chiedendo ai nuovi concessionari che vorrebbero accedere alle concessioni di mettere in campo da gennaio gas da destinare alle aziende energivore ad un prezzo calmierato”.

Il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che l’obiettivo e’ “mitigare gli effetti del caro energia con un approccio prudente, realistico e sostenibile”. Ma il ministro dell’Economia ha avvertito: “Fare previsioni a lungo termine può essere un esercizio di accademia ma siamo pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti vengono evocati che, ahimé, potrebbero toccare anche l’economia italiana”. Molto dipenderà dal prezzo dell’energia, rimarca: le previsioni “per il futuro non sono ottimistiche a fronte di un calo del prezzo del gas”.

Meloni ha chiarito che la revisione del reddito di cittadinanza sarà oggetto della legge di Bilancio, rinviando a un confronto nel merito con le parti sociali. Mentre sul fronte previdenziale il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha rilevato la necessita’ di “una riforma sistematica” delle pensioni “indipendentemente dagli interventi che sarà possibile fare in sede di manovra finanziaria”. E su quota 41, ha osservato che si tratta di “un possibile riferimento”.

Come si vede, dai primi provvedimenti governativi emerge un impegno prevalentemente concentrato sul caro-bollette, il riavvio delle trivellazioni nell’Adriatico e un primo intervento sulla Flat tax nella manovra di bilancio. Il tema tasse, compresa la pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali resta per ora complessivamente un po’ in ombra.

Ma contemporaneamente a soddisfare il centrodestra o destracentro c’è anche una stretta sull’emergenza migrazione. Piantedosi ribadisce la sua linea di fermezza sulle tre navi battenti bandiera norvegese, tedesca e francese che chiedono asilo in Italia per i migranti: tutta l’assistenza a bordo, ma siano i rispettivi Paesi ad accoglierli. Finora solo la Francia si è detta disposta a farlo in parte.

La linea è quella del premier che a Bruxelles è stata ferma sulla difesa dei confini nazionali e quindi europei. “Grande soddisfazione della Lega per la Nadef approvata dal Consiglio dei Ministri. In particolare, è ottima la notizia dei 30 miliardi liberati soprattutto per contrastare il caro-bollette e la confermata volontà di non tornare all’ingiusta legge Fornero”, è quanto fa trapelare Via Bellerio dopo il consiglio dei ministri e la conferenza stampa di Meloni con Giorgetti. La Lega poi plaude “ad altre scelte significative, a partire dal divieto di sosta nelle acque italiane per le navi Ong”.

Soddisfazione anche per il fatto che il dicastero guidato da Matteo Salvini torna alla vecchia denominazione di Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti. In particolare poi è lo stesso ministro, che ha competenza anche sui porti, e leader leghista a esprimere il suo plauso in un post social sulla stretta alle Ong: “Finalmente si tornano a difendere i confini e le leggi del nostro Paese”. Spiega poi Salvini: “Come sempre garantiremo soccorso e assistenza, ma vietiamo la sosta nelle acque territoriali italiane per le ong straniere: orgoglioso di aver firmato il provvedimento, insieme ai ministri dell’Interno, Piantedosi, e della Difesa, Crosetto”. Il tutto con l’hashtag #portichiusi. Insomma, viene confermata la linea da lui tracciata quando era ministro dell’Interno, insieme con colui che ora ne è il successore, Piantedosi che ha ribadito giorni fa anche l'”amicizia personale” oltre che la vicinanza politica con il “capitano”.

Pur con i distinguo garantisti da parte di FI sul provvedimento anti-rave e i malumori per alcune mancate nomine tra i sottosegretari nelle file azzurre, dei quali è venuto allo scoperto in particolare quello della storica parlamentare azzurra già in ruoli di governo Valentina Aprea, il clima ora sembra più concentrarsi sui provvedimenti chiave dell’esecutivo Meloni. Con il problema dell’abbassamento della pressione fiscale fino rimasto un po’ più in ombra. Ma la situazione appare più distesa che nei giorni delle nomine. E per fare chiarezza su polemiche e contrasti interni a FI Berlusconi ha voluto mettere un punto alle discussioni apparse sui giornali.

In una nota da Arcore scrive: “Con riferimento alle notizie apparse su organi di stampa negli ultimi giorni, e relative a presunti malumori e dissidi interni a Forza Italia, mi sento in dovere di precisare che, come sempre accaduto, tutte le nomine di governo, per ciò che attiene il nostro movimento, sono state proposte dal sottoscritto”. Sottolinea poi il “sostegno compatto” al governo: “Rilevo inoltre che, al netto di quanto riportato dagli stessi media, in realtà il nostro partito è unito e compatto nel sostegno convinto al governo di centrodestra scelto liberamente dagli Italiani”. Ribadisce, infine, il Cav che a decidere per Forza Italia è lui: “Voglio ricordare che la linea politica di Forza Italia è sempre stata determinata dal sottoscritto che, come noto, è solito ascoltare tutti gli interessati salvo poi assumere una decisione come doverosa sintesi delle varie opinioni, nell’interesse esclusivo degli Italiani”. Il messaggio è duplice: uno di ulteriore rassicurazione al premier dopo il discorso sul pieno sostegno al Senato; l’altro quello di porre la parola fine alle diatribe interne.

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