Nel pomeriggio del primo giorno di summit del G20 a Nuova Delhi, i leader hanno concordato su un documento finale e lo hanno prontamente pubblicato (link).Tale rapidità conferma i progressi significativi raggiunti dai Leader su un’ampia gamma di questioni importanti, ma un esame più attento del documento rivela le grandi lacune su alcuni temi cruciali, soprattutto sul cambiamento climatico. Il presidente cinese Xi Jinping è rimasto a casa, come Vladimir Putin.
I PROGRESSI
Il primo risultato del meeting è stato la produzione di un comunicato di pieno consenso, compresi i tre paragrafi riguardanti l’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Per garantire l’accordo della Russia, gli altri leader del G20 hanno indebolito il linguaggio del vertice di Bali dello scorso novembre, rimuovendo le parole “Russia” e “aggressione” e facendo semplicemente riferimento alle specifiche risoluzioni delle Nazioni Unite che avevano descritto le azioni della Russia. Ciò è bastato a soddisfare il presidente russo Vladimir Putin, che ancora una volta ha saltato il vertice per restare a casa e far fronte a una guerra che aveva iniziato, ma che sta perdendo costantemente e a un’economia in forte declino. Questa soluzione di facciata ha permesso ai leader del G20 di affrontare le molte altre questioni sul tavolo e di mostrare al mondo che potevano produrre un’efficace governance globale senza i dittatori russi e cinesi.
La dichiarazione finale del meeting indiano è molto lunga (34 pagine e 376 paragrafi), molto più lunga della dichiarazione del vertice di Bali dello scorso anno (28 pagine e 110 paragrafi). La dichiarazione di Nuova Delhi e i suoi impegni hanno affrontato tutte le priorità fissate dal primo ministro indiano Narednra Modi, in qualità di ospite, comprese quelle più innovative.
I leader hanno aperto proclamando “Siamo una sola Terra… è con la filosofia di vivere in armonia con l’ecosistema circostante che ci impegniamo in azioni concrete per affrontare le sfide globali”. Mettono, quindi, l’ambiente naturale al primo posto e, in prospettiva, ovunque. I Leader hanno poi assunto diversi impegni chiari, anche se generali, per accelerare la crescita economica, attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), perseguire basse emissioni di gas a effetto serra/basse emissioni di carbonio, migliorare le contromisure mediche, affrontare le vulnerabilità del debito, aumentare i finanziamenti per gli SDG, accelerare gli sforzi per raggiungere l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, riformare le banche multilaterali di sviluppo (BMS), migliorare la digitalizzazione, promuovere l’occupazione, colmare i divari di genere e rafforzare la voce dei paesi in via di sviluppo nel G20 e nel processo decisionale globale. I Leader hanno poi proseguito con otto paragrafi sulla guerra della Russia contro l’Ucraina, molti più di quelli di Bali l’anno scorso. Ciò ha reso il G20 un club di pace e sicurezza.
Sulla salute i leader si sono impegnati a “rafforzare l’architettura sanitaria globale, con al centro l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), e hanno affermato la centralità dell’OMS nelle nuove misure sulla preparazione e risposta alle pandemie, sulla medicina tradizionale e complementare in ambito sanitario e sulle contromisure mediche.I leader hanno concluso promettendo di incontrarsi di nuovo, non solo in Brasile nel 2024 e in Sud Africa nel 2025, ma anche “negli Stati Uniti nel 2026 all’inizio del prossimo ciclo”. Ciò ha assicurato che le potenze democratiche del Nord e del Sud del mondo avrebbero ospitato il G20 ininterrottamente per almeno sei anni o anche di più, poiché il “ciclo” storico dei meeting suggeriva che il Regno Unito avrebbe ospitato il G20 nel 2027, il Canada nel 2028 quindi tre democrazie prima che tocchi alla Russia ospitare il G20. Speriamo che a quel punto la Russia sarà tornata ad essere membro del club dei paesi democratici.
LE GRANDI LACUNE
Tra il buon inizio e il finale pieno di speranza, ci sono però ancora grandi divari. Poche le nuove risorse finanziarie mobilitate per la riduzione del debito dei paesi in via di sviluppo, per la riforma dei Millenium Development Goals (MDB) e del Fondo monetario internazionale (FMI), per la salute globale, o per la sicurezza alimentare, l’istruzione o altri bisogni sociali globali. La maggior parte degli impegni paiono deboli, con i leader del G20 che promettono di continuare a fare ciò che si erano già impegnati a fare o di esplorare opzioni, appoggiare o sostenere il lavoro di altri o commissionare studi.Il divario più grande riguarda le sfide più serie e urgenti: il cambiamento climatico e le politiche di contrasto ad esso, come l’energia pulita, la tutela della biodiversità e l’inquinamento ambientale. A dire il vero, la sezione della dichiarazione dei Leader sul “Patto di sviluppo verde per un futuro sostenibile” contiene 53 impegni – lo stesso numero di quelli presi da Bali su ambiente, cambiamento climatico ed energia. Nessuno degli impegni presi a Nuova Delhi rappresenta un progresso forte, rispetto a quelli di Bali e nessuno è abbastanza ambizioso da contenere l’emergenza climatica che il mondo si trova ora ad affrontare.
La nuova promessa dei leader del G20 sull’energia rinnovabile si limita a dire “Noi… perseguiremo e incoraggeremo gli sforzi per triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale attraverso obiettivi e politiche esistenti… entro il 2030″. E sui sussidi ai combustibili fossili ha semplicemente ripetuto, per la quindicesima volta, di “intensificare i nostri sforzi per attuare l’impegno preso nel 2009 a Pittsburgh di eliminare gradualmente e razionalizzare, nel medio termine, i sussidi inefficienti ai combustibili fossili che incoraggiano il consumo dispendioso e impegnano raggiungere questo obiettivo, fornendo al contempo un sostegno mirato ai più poveri e ai più vulnerabili”.
Nulla però viene detto su come poter mantenere la promessa, attesa da tempo, che, secondo il Fondo monetario internazionale, avrebbe fatto risparmiare al mondo i 7 mila miliardi di dollari ogni anno necessari per contenere il cambiamento climatico.