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Democrazia

I doveri smarriti

“La democrazia non è gratis. I costi per restare liberi” di Luciano Violante letto da Tullio Fazzolari

 

“La democrazia non è gratis. I costi per restare liberi” di Luciano Violante (Marsilio, 120 pagine, 14 euro) affronta un argomento di cui quasi nessuno vuole parlare. E forse non è inesatto dire che si tratta di una questione morale. Non se ne occupano i mass media perché non coinvolge soltanto la politica, la corruzione o personaggi famosi e quindi non fa notizia. Ma questo non significa affatto che sia un problema meno grave. Il male oscuro che Violante fa emergere sta nel comportamento di tutti noi in un’epoca che pensa di vivere e prosperare con valori etici sbagliati. In maniera un po’ irriverente lo si potrebbe spiegare con quel gioco di società in cui a una parola bisogna rispondere con un’altra che logicamente sembra costituire il binomio più appropriato.

Ma se oggi si dice “diritti” come risposta si riceveranno tanti aggettivi e difficilmente quel sostantivo “doveri” come vorrebbero invece il senso civico e anche la nostra Costituzione. E’ il sintomo di una mentalità individualista ed egoistica secondo la quale tutto è dovuto ma nulla bisogna dare. L’ignoranza dilagante fa dimenticare che libertà e democrazia non sono mai conquiste irreversibili ma vanno tutelate e difese e che questo comporta qualche rinuncia alle proprie pretese a favore del benessere collettivo. E’ una verità scomoda che difficilmente si sentirà enunciare da leader politici sempre a caccia del consenso. Per fortuna non ha di queste remore Luciano Violante. E si può ricordare che non le ha avute neppure negli anni della sua esperienza parlamentare. “La democrazia non è gratis” è innanzi tutto una descrizione completa di quanto sta accadendo nel mondo e di fatto rappresenta un pericolo per la libertà.

Qualunquismo e populismo (che in fondo sono le due facce della stessa medaglia) hanno successo in vari paesi proprio facendo leva sull’egoismo individuale. Una grave minaccia è rappresentata dalle cosiddette “tirannie elettive”: dalla Russia alla Turchia, capi di Stato legittimati dal voto popolare si sentono depositari incontestabili del Bene e quindi in grado di cambiare le regole in senso autoritario. Il dato di fatto è oggi il 70 per cento del mondo non ha governi democratici e che anche l’altro 30 per cento vive giorni non facili. L’assalto a Capitol Hill ha fatto temere per le istituzioni americane. La Francia ha un presidente senza maggioranza in parlamento. E il Regno Unito ha cambiato tre governi in pochi giorni. Sono segnali a cui non si può più rispondere come fatto finora con banalità. Tra le leggende metropolitane che si sono rivelate infondate c’è anche quella che la crescita economica sarebbe la strada per avere più diritti. La storia recente (vedi la Turchia) dimostra che maggiore benessere non significa affatto maggiore democrazia.

Resta un’unica soluzione ed è quella suggerita dal libro di Luciano Violante: essere consapevoli che la libertà è un bene collettivo e comporta qualche rinuncia individuale. E’ un cambiamento epocale di mentalità. Ma, come scriveva Giacomo Ulivi, un giovane eroe della Resistenza, poco prima di essere fucilato, occorre rifare noi stessi per poter fare tutto il resto.

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