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Corriere

Guerricciola D’Amato-Angelucci

Elezioni regionali nel Lazio: il candidato Pd-Terzo Polo, D'Amato, promette una normativa ad hoc contro il conflitto sanità-media. Ovvero un intervento anti Angelucci, proprietario dei quotidiani Libero e Tempo oltre che grande sponsor di Rocca, candidato del centrodestra.

“Questo del conflitto d’interessi è un tema rilevante. Non si può fare sanità convenzionata controllando importanti mezzi di comunicazione. Ci sarà una discussione simile a quella che riguardò le tv a livello nazionale. E non è una norma anti-Angelucci: non c’è solo lui. Proporrò una legge regionale ad hoc“.

La stoccata arriva dal candidato alla presidenza del Lazio Alessio D’Amato in una intervista al Fatto Quotidiano. Questione calda, par di capire. Si vota domenica 12 e lunedì 13 febbraio, intanto.

Come raccontato qui, “a coordinare la campagna elettorale del candidato di centro destra ci sta pensando, tra gli altri, Arianna Meloni, sorella di Giorgia e moglie del ministro Francesco Lollobrigida. Per la comunicazione nel team di Rocca c’è il prof. Luigi Di Gregorio, docente di Comunicazione politica alla Luiss ed esperto di campagne elettorali”.

ROCCA-ANGELUCCI E IL CONFLITTO D’INTERESSE SANITA’-MEDIA

Ma l’editore del Tempo e di Libero, che sta lavorando a papparsi anche Il Giornale e La Verità, oltre a parteggiare per Rocca in quanto candidato per la destra nella Regione Lazio ha ben altri legami con l’ex presidente della Croce Rossa Italiana. Da ricordare è la passata carica di Rocca al vertice della Fondazione Raffaele, da otto milioni di patrimonio e perdita 2020 di 1,2 mln, dello stesso parlamentare oggi in quota Lega.

COSA NON TORNA

Eppure, come riportava pochi giorni fa Repubblica Roma,  “tra le disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2022, una legge approvata il 9 novembre scorso, nel cuore della notte, è stato inserito il comma 155 all’articolo 9, relativo alle disposizioni relative alla vigilanza, sospensione e revoca dell’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie durante il periodo dell’emergenza Covid 19, che consente alle strutture che hanno perso l’accreditamente di chiederne il ripristino, con istanze “funzionali rispetto al fabbisogno di assistenza”.

Una norma salva-Angelucci, così è stata definita. Una legge ad hoc, scriveva il quotidiano romano, “che restituisce al ras della sanità l’accreditamento al Ssn per la Rsa di Rocca di Papa dove erano morte 43 persone”. Decessi fatali anche per Angelucci, all’epoca del primo anno pandemico, D’Amato si era battuto contro l’accreditamento ma “grazie a quel provvedimento preso durante la legislatura Zingaretti, messo a punto senza rumore e a quanto pare a conoscenza di pochi, la Rsa di Rocca di Papa sembra destinata a tornare facilmente in pista”.

Adesso che invece in pista ci torna D’Amato, a tremare – in caso di vittoria Pd-Terzo Polo – sarà di nuovo Angelucci?

(Articolo pubblicato su Policy Maker)

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