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Autonomia Referendum

Ecco i piani di Di Maio e Salvini sull’autonomia delle Regioni

Fatti e indiscrezioni su tempi e modi dell'autonomia delle Regioni secondo il programma del governo Conte. L'articolo di Michele Arnese

Non più una legge delega, ma una legge ordinaria. Non un modello unico, stile Veneto, per tutte le regioni. Sì, invece, a contrattazioni con le Regioni che hanno piani di autonomia già pronti e definiti. Consci che se non è arduo dare una cornice giuridica alle autonomia sarà molto più difficile tradurre in numeri – ovvero in costi standard e trasferimenti – gli accordi giuridici.

Sono queste le impostazioni e le sensazioni che si raccolgono nel governo tra coloro che seguono agli Affari regionali il dossier “autonomie”.

LEGGE ORDINARIA O LEGGE DELEGA?

L’ipotesi di una legge delega, dunque, è stata accantonata. Il motivo? I dubbi di molti costituzionalisti sul rispetto dell’articolo 116. Quindi avanti tutta con una legge ordinaria.

Come dire: un’intesa comune è stata impossibile con tutte le regioni. Anche perché le singole regioni hanno chiesto competenze differenti.

LE PAROLE DEL MINISTRO STEFANI

Una conferma indiretta è arrivata ieri dal ministro degli Affari regionali, Erika Stefani (Lega): “Sono certa che i cinque stelle rispetteranno la volontà dei cittadini che per la Lombardia e il Veneto si sono espressi attraverso un referendum che è un sistema di democrazia partecipata nel quale i 5 stelle credono fortemente», ha detto Stefani a Venezia, in occasione del primo anniversario del referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto.

LA BENEDIZIONE DI SALVINI

In giornata è arrivata anche la «benedizione» di Matteo Salvini: “L’accordo sull’autonomia di Veneto e Lombardia andrà in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri – ha confermato -. Ho sentito Luca Zaia questa mattina e sentirò Attilio Fontana. Conto che a Roma si discuta prestissimo del provvedimento attuativo sull’autonomia del Veneto, della Lombardia sicuramente e mi auguro anche dell’Emilia-Romagna”.

IL PERCORSO DECISO

Una direzione di marcia diversa, comunque, rispetto a quella di alcune settimane fa. Quando si pensava a una legge delega con un passaggio in consiglio dei ministro già il 22 ottobre che, invece, non c’è stato.

Quindi il modello Veneto cavalcato dalla Lega lascia spazio a un’operazione per singole regioni, con una sorta di contrattazione che riguarderà le singole regioni.

IL RUOLO DI BUFFAGNI (M5S)

Un’impostazione frutto della mediazione con i 5 Stelle? Da ricordare che a metà settembre il sottosegretario agli Affari regionali, Stefano Buffagni, esponente di spicco dei Pentastellati e vicinissimo a Luigi Di Maio, aveva detto: “La richiesta del Veneto di avere tutte le 23 materie previste dalla Costituzione è irrealizzabile”.

Tutto dipenderà, ora, anche dallo stato di avanzamento dei progetti delle Regioni. Si intavoleranno le trattative, si dice in ambienti dell’esecutivo, con quelle che hanno progetti e proposte di autonomia già definiti: in primi Veneto e Lombardia, ma anche Emilia Romagna, Liguria e Toscana.

 

(L’approfondimento sui progetti del governo. L’articolo integrale su Policy Maker)

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