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Giorgetti

Gli accordicchi di Letta si spappoleranno?

Che cosa succede tra i partiti della coalizione di centrosinistra in cantiere. I Graffi di Damato

 

In cauda venenum, dicevano con la solita lungimiranza i latini senza poter immaginare che dopo tanti secoli potessero fare politica a Roma Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, in ordine rigorosamente alfabetico. Che, verdi fuori e rossi dentro, hanno messo il veleno nella coda dell’operazione di Enrico Letta con Carlo Calenda, ed Emma Bonino: si vedrà se più per farla saltare, togliendo magari Giuseppe Conte dall’isolamento in cui si è cacciato, o per trarre all’ultimo momento alPd qualche altro strapuntino in più nelle nuove Camere. Dove di seggi non c’è proprio abbondanza dopo i tagli imposti dai grillini e consentiti dagli alleati di turno, a destra e a sinistra, originariamente contrari. O disponibili a condizioni che non sono state soddisfatte, per cui dall’unica riforma istituzionale fatta in questa legislatura è rimasto il peggio – un Parlamento meno rappresentativo di prima- e non il bene che si sarebbe potuto ricavare aggiornando anche la legge elettorale, la stessa Costituzione in altre parti, come quella sui delegati regionali per l’elezione del presidente della Repubblica, ora sproporzionati rispetto ai deputati e ai senatori, e la disciplina davvero dei lavori a Montecitorio e a Palazzo Madama.

“Sua Pazienza” Enrico Letta, hanno titolato al Dubbio nel sito on line sperando nella volontà e possibilità del segretario del Pd di non perdere già un pezzo dello schieramento faticosamente allestito per cercare di togliere al centrodestra la vittoria che i suoi leader stanno già festeggiando reclamando fra di loro ministeri e quant’altro. “L’ammucchiata è già una rissa”, hanno titolato al Giornale della famiglia Berlusconi per depotenziare la carovana elettorale del Pd, già paragonata di recente alla “gioiosa macchina da guerra” allestita nel 1994 da Achille Occhetto contro Berlusconi e sfasciatasi nello scontro.

Anche le vignette risentono delle scommesse sull’operazione di Enrico Letta e Carlo Calenda e sul veleno sparso sulla coda dalla sinistra ambientalista. “Tecnicamente Meloni è premier”, ha previsto sul Secolo XIX Stefano Rolli. Invece Emilio Giannelli sul Corriere della Sera, pur scherzando nel titolo sul “campo stretto”, non ha fatto ancora scendere del tutto dal braccio sinistro del segretario del Pd la coppia Bonelli-Fratoianni.

I tempi comunque stringono, anche per il caldo che fa dopo i temporali al Nord. Persino i veleni hanno una scadenza a giorni, se non ad ore.

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