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Faremo autocritica sul caso di Giovanna Pedretti?

La procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per istigazione al suicidio: non ci sono responsabilità di terzi nella scelta di Giovanna Pedretti, ma la recensione era effettivamente falsa. Il commento di Stefano Feltri, autore di Appunti.

Un aggiornamento su una vicenda di cui si sono occupati tutti a febbraio, ne ho scritto anche io qui: il suicidio della ristoratrice di Lodi, Giovanna Pedretti.

In un pezzo su Appunti avevo spiegato le mie perplessità sul ruolo dei media in quella storia, prima di tutto dei media tradizionali, che avevano innescato un’attenzione inspiegabile su una vicenda che non aveva carattere di notizia (una risposta a una recensione, forse falsa, omofoba e volgare).

Il grosso dell’attenzione era stata sul ruolo di Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli che si erano occupati della storia dopo che la bolla social e mediatica si era gonfiata. A loro veniva imputata la decisione della signora di suicidarsi all’apice di una polemica che nel giro di un paio di giorni le aveva dato una visibilità difficile da gestire.

Ora la procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per istigazione al suicidio: non ci sono responsabilità di terzi nella scelta di Giovanna Pedretti, ma stando a quanto riporta l’Ansa, la recensione era effettivamente falsa.

Io resto dell’opinione espressa a suo tempo: questa storia ci dice molto sul giornalismo.

I giornali che pretendono di dare lezioni di etica professionale hanno prima gonfiato una vicenda priva di ogni dignità di notizia – se anche fosse che una ristoratrice si vuole fare pubblicità segnalando che gli omofobi non sono benvenuti nel suo locale, che male ci sarebbe? – e poi hanno dato per scontato un nesso causa-effetto tra l’intervento di Biagiarelli e Lucarelli e la morte della signora. Un nesso che, dice la Procura, non c’è.

La storia non meritava tanta attenzione, neppure da parte di Biagiarelli e Lucarelli che hanno un notevole potere di agenda setting, cioè di stabilire le priorità della discussione, ma certo non hanno innescato loro la valanga, anche se il fatto che si siano occupati della bolla di attenzione intorno alla notizia ha generato altra attenzione e altro giornalismo irresponsabile.

A distanza di qualche mese, la tragedia della signora verrà finalmente circondata dal silenzio rispettoso che avrebbe meritato da subito. Un silenzio nel quale si noterà l’assenza di ogni autocritica.

(estratto dalla newsletter Appunti a cura di Stefano Feltri)

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