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Come il Giappone sta pianificando una controffensiva ai dazi di Trump

Chi la fa la aspetti. Il Giappone starebbe pensando di imporre tariffe sulle esportazioni statunitensi per un valore di 409 milioni di dollari, l’equivalente dei dazi applicati dagli Stati Uniti secondo quanto riportato dall’emittente nipponica Nhk e rilanciato da Reuters. LA MOSSA DI TRUMP A inizio marzo il presidente Donald Trump ha scosso i mercati…

Chi la fa la aspetti. Il Giappone starebbe pensando di imporre tariffe sulle esportazioni statunitensi per un valore di 409 milioni di dollari, l’equivalente dei dazi applicati dagli Stati Uniti secondo quanto riportato dall’emittente nipponica Nhk e rilanciato da Reuters.

LA MOSSA DI TRUMP

A inizio marzo il presidente Donald Trump ha scosso i mercati internazionali con l’annuncio di nuovi dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. Dalle nuove misure protezionistiche sono stati esentati fin da subito Messico e Canada e la Casa Bianca ha lasciato la porta aperta a ulteriori esenzioni.

LA CONTROMOSSA DI SHINZO ABE

Esenzione che non è mai arrivata per il Giappone, storico alleato degli Usa e unico escluso tra i “salvati” della decisione tariffaria di Trump.

Finora Tokyo è stata cauta nel seguire le orme di Cina e Unione europea che hanno minacciato controffensive. Ma la delusione del primo ministro Shinzo Abe deve essere stata tale che alla fine sta valutando tariffe di ritorsione del valore equivalente ai dazi imposti da Washington senza comunque specificare quali prodotti saranno soggetti alle imposizioni. Più che una minaccia, quella del Giappone è una tattica negoziale per persuadere Washington ad aggiungere il Paese alla lista degli esentati.

“Stiamo esaminando l’impatto delle tariffe statunitensi sulle società giapponesi e chiediamo a Washington di offrire al Giappone un’esenzione”, ha dichiarato un funzionario di Tokyo a Reuters. Secondo Nhk, il governo nipponico è pronto a notificare il piano all’Organizzazione mondiale del commercio(Wto) già in settimana – una procedura necessaria secondo le regole commerciali globali – ma nessuna decisione definitiva è stata presa precisa il funzionato sentito da Reuters.

IL MATCH CON LA CINA

Nel frattempo ieri Liu He, vice primo ministro cinese e principale consigliere economico del presidente Xi Jinping, è arrivato a Washington per il secondo round di colloqui con la Casa Bianca sulle dispute commerciali in corso tra Cina e Stati Uniti. L’atmosfera tra si sarebbe rasserenata negli ultimi giorni. I colloqui di questi giorni seguono infatti l’apertura del presidente Trump con la decisione di ridare la possibilità a Zte di comprare componenti americani.

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/996739372723638272

Il caso Zte è solo “parte di un grande accordo commerciale” nel quale la Cina ha “molto da dare” ha precisato ieri Donald Trump con uno dei suoi cinguettii. Il presidente ha ricordato che gli incontri più importanti con i negoziatori cinesi non sono ancora iniziati, aggiungendo che rispetto alla Cina, gli Stati Uniti hanno “poco da dare” visto che “hanno già dato così tanto nel corso degli anni”.

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