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Vi racconto Gianni Letta, campione massimo dei Portasilenzi

Gianni Letta compie oggi 88 anni: non ha mai preso la tessera di Forza Italia, ma è da sempre accanto a Berlusconi. La nota di Paola Sacchi.

 

È stato lui nel sabato di Pasqua a riportare un sorriso di ottimismo, seppur con la cautela di cui è maestro, sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi, davanti alle telecamere e ai cronisti che stazionano fissi fuori dal S.Raffaele di Milano. Gianni Letta, che oggi compie 88 primavere, il “dottor Letta”, sotto i riflettori con “il sole in tasca”, celebre slogan aziendale del Cav, ha rincuorato gli elettori e tutti gli italiani, anche quelli che non votano azzurro, ma lo stesso in apprensione perché Berlusconi è uomo di tutto il Paese.

Letta, il gran diplomatico dell’ex quattro volte premier, di cui è stato sempre sottosegretario plenipotenziario a Palazzo Chigi, considerato uno degli uomini più influenti d’Italia, della Roma dei Palazzi della politica, ma anche nell’establishment economico, storico direttore del quotidiano Il Tempo, presenza fissa con domande sorridenti ma anche di sottile ironia alle Tribune politiche di una volta, al fondo è rimasto un grande giornalista che sa sempre trovare parole, citazioni e sorrisi giusti. Come fa anche con quelli che lui ha il vezzo di chiamare “i miei colleghi”.

Una volta ai cronisti che aspettavano da ore davanti a Palazzo Grazioli, ex storica residenza-ufficio del Cav a Roma, disse: “Datemi del tu, chiamatemi Gianni, siamo colleghi”. Di notizie però neppure a parlarne. Si infilò rapidamente in macchina, con il passo elastico e scattante che ha conservato. Ma quel vezzo gentile e un po’ spiritoso di essere definiti suoi colleghi divertì i cronisti. Anche perché quel fare particolarmente cordiale del “dottor Letta” venne interpretato in quell’occasione come una notizia e cioè che quel vertice del centrodestra era andato bene.

L'”Eminenza azzurrina”, come lo battezzò il sito Dagospia, è il campione massimo dei “portasilenzi”, va interpretato anche con i suoi gesti, sospiri, sorrisi e parole che a volte possono sembrare di circostanza, ma che in realtà non lo sono mai. Particolarmente significative, nell’ora più difficile, quelle di sabato di Pasqua: “Lo ha detto benissimo lui: è dura, ma non mollo. Ce la farò anche questa volta. Meglio non si poteva dire. Ogni volta che si è dato un obiettivo lo ha raggiunto. Lo ho trovato meglio di quanto pensassi. Quindi, gli possiamo fare un augurio di Pasqua, perché la strada della rinascita, se non della resurrezione (accentuazione del sorriso ndr) è imboccata. Se freme per ritornare in campo? Assolutamente sì, lo conoscete”.

Ottantotto primavere oggi, 15 aprile, non ha mai preso la tessera di Forza Italia, ma è da sempre accanto a “Silvio”. È lui che ha rassicurato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in una telefonata fattagli dal Colle, sulle condizioni di salute dell’ex premier. È sempre lui che per conto del Cav è tornato al tavolo di trattativa sulle nomine degli enti di Stato – insieme con il coordinatore azzurro, vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con il quale ha storicamente un solido asse – con il premier Giorgia Meloni e l’altro vicepremier, ministro del Mit, Matteo Salvini, leader della Lega.

Nel famoso video della festa in giardino a Arcore per l’unione tra Berlusconi e la deputata azzurra Marta Fascina si vede Letta che abbraccia affettuosamente Salvini. Molta acqua è passata sotto i ponti della politica, anche quello del “Dio Po”, da quando Letta da direttore del Tempo a Umberto Bossi, con un sorriso dei suoi, chiese a sorpresa durante una “Tribuna politica”: “Senta, ma lei perché ce l’ha così tanto con Roma che definisce ladrona?”. L’astuto Senatùr non se l’aspettava una domanda così diretta dal garbatissimo Letta. Che con il suo “ritorno in campo” secondo i retroscena avrebbe avuto con Tajani, anche cofondatore di FI, un ruolo importante per le nomine.

Ma in realtà “il dottor Letta” nel “firmamento azzurro” ha sempre avuto, anche nelle fasi in cui appariva di meno, quel ruolo speciale che Berlusconi gli ha assegnato. Da quando lo volle come braccio operativo per i rapporti politici delle sue aziende, prima della discesa in campo in politica. Dipinto da certa narrazione a volte troppo incline alla mediazione anche con gli avversari, è soprattutto, con Fedele Confalonieri, l’amico di una vita di “Silvio”. Fu lui incaricato di portargli anche la triste notizia, con una nota di agenzia, della morte di Bettino Craxi a Hammamet. Era sempre a fianco del Cav in una macchina, presa a bersaglio con uova dai “girotondini” di sinistra, quando Berlusconi, al suo ultimo giro di boa da premier, si andò a dimettere in anticipo al Colle.

Disse una volta di lui Berlusconi: “Letta è un bene di Dio”.

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