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Germania Variante

Perché anche in Germania c’è subbuglio tra variante delta, vaccinazioni e riaperture

L'articolo di Pierluigi Mennitti sulla diffusione della variante delta in Germania e la corsa ai vaccini.

 

Già da fine giugno la variante delta del Covid è la dominante in Germania. Lo ha certificato il rapporto dell’istituto Koch reso pubblico nella mattinata dell’8 luglio, secondo il quale la quota raggiunta è del 59% Il “sorpasso” sulle altre varianti era atteso e annunciato, ma sorprende un po’ la velocità con cui si è realizzato: ancora una settimana fa, il virus proveniente dall’India costituiva il 35% dei contagi, sette giorni prima il 15%.

Anche in Germania, come in Italia e a differenza della Gran Bretagna, manca un sistema di sorveglianza epidemiologica e genomica degno delle conoscenze scientifiche moderne, in grado di monitorare quasi in tempo reale e in maniera costante quel che accade sul territorio. Un tema emerso con forza durante le ondate invernali e al quale il ministro della Sanità Jens Spahn ha promesso di porre rimedio. Ma in attesa di sapere quali iniziative il ministro ha intenzione di intraprendere (tenendo anche conto che fra tre mesi ci sarà un cambio di governo), bisogna tenere conto che si è presenza di valori sottostimati, la cui vera portata si conosce sempre con un certo ritardo. Circostanza che complica anche le decisioni su restrizioni e riaperture.

I contagi sono comunque in ripresa, per la prima volta da aprile. Il calo della curva dopo la terza ondata si è arrestato e per il secondo giorno consecutivo i numeri sono in aumento. La situazione all’8 luglio era la seguente: 970 nuove infezioni, 80 in più della settimana precedente, 31 decessi, incidenza dei sette giorni al 5,2, leggero aumento rispetto al 5,1 del giorno prima, ma era scesa sotto il 5 nella settimana precedente.

Insomma, seppur moderatamente la preoccupazione si riaffaccia. La ripresa dei contagi dovuti alla diffusione della variante più infettiva si incrocia con la fase di riaperture e di alleggerimento delle misure di sicurezza avviata ormai da settimane. Hanno riaperto tutti i bar e i ristoranti, che nel corso delle ultime settimane hanno potuto togliere misure precauzionali come l’obbligo di tamponi all’esterno, gli hotel con il mantenimento di misure di igiene, mentre nei negozi resta l’obbligo delle mascherine ma si sta passando all’utilizzo di quelle mediche al posto delle FFP2, che restano obbligatorie sui mezzi del trasporto pubblico. Si allentano i contingentamenti per gli eventi culturali, per le visite nei musei, per i cinema e i teatri. Più persone sono ammesse a partecipare ai concerti, in esterna riaprono i battenti anche i club. È il settore che assieme alla gastronomia e al turismo ha più sofferto per i lockdown, e ora teme che il ritorno di prescrizioni possa pregiudicare l’attesa ripartenza.

È una corsa contro il tempo, da un lato la diffusione della nuova variante del virus, dall’altro l’avanzamento della campagna vaccinale. Dopo la paralisi delle prime settimane, come in Italia la macchina ha iniziato a procedere spedita da marzo, per accelerare con decisione da fine aprile. Rispetto alla Gran Bretagna, che ha avuto a gennaio l’urgenza di affrontare la sfida della variante alfa, i tedeschi hanno seguito lo schema della doppia vaccinazione, senza allungare i tempi tra le due dosi e correre troppo sulla prima. Allo stato attuale, sempre secondo i dati ufficiali del Koch Institut, al 57% delle persone residenti in Germania è stata somministrata la prima dose, al 40% la seconda.

Pur essendo indietro nei confronti della Gran Bretagna, c’è in Germania una maggiore omogeneità tra chi ha ricevuto solo una dose e chi due: nel caso della variante delta è la vaccinazione completa che offre una difesa davvero efficace. Ma qualche problema c’è anche qui: cresce quella che gli esperti definiscono “stanchezza della vaccinazione”, cioè la tendenza a saltare la seconda dose, ritenendola procrastinabile perché magari si deve partire in vacanza, o superflua dato il calo dei contagi (che però adesso si è interrotto).

Inoltre i continui cambiamenti di impostazione suggeriti dalla Stiko, la commissione che stabilisce i criteri di vaccinazione, ha creato disorientamento: dopo aver escluso già a fine marzo una seconda somministrazione con AstraZeneca per gli under 60, ha di recente esteso la vaccinazione incrociata (prima dose AstraZeneca, seconda dose mRNA) a tutte le fasce di popolazione, perché i dati dei primi studi confermerebbero la migliore tutela. E tuttavia sono studi ancora non passati al vaglio delle peer-review, e tutta questa fretta ha mandato in pallone i medici di base che negli ambulatori hanno dovuto velocemente ricalibrare ordini e appuntamenti.

Ma la Stiko è sotto tiro anche per la questione della vaccinazione ai ragazzi. Il tema è urgente perché la quarta ondata, che tutti prevedono a ruota della variante delta, camminerà sulle gambe dei non vaccinati, tra cui tutti i bambini. Le scuole, che in Germania riapriranno con calendario cadenzato per regioni a partire dalla seconda settimana di agosto, saranno dunque il fronte autunnale. Per evitare un quarto lockdown sarebbe necessaria la vaccinazione almeno dell’85% della popolazione, secondo quanto ha detto giorni fa Angela Merkel, il che significa vaccinare il più possibile anche i ragazzi. Ma la Stiko non si è ancora mossa dalle indicazioni di qualche mese fa, nelle quali non suggeriva la somministrazione di dosi ai ragazzi tra i 12 e 18 anni, valutandola non necessaria nel bilancio danni/benefici: nei ragazzi l’infezione non si presenta in forma grave. Ora si moltiplicano le pressioni politiche perché gli esperti modifichino la loro posizione, ma finora le posizioni sono ferme e anzi, gli uomini della Stiko hanno fatto trapelare un certo fastidio per l’intromissione.

Quel che è certo, è che il resto della società continuerà a muoversi sull’onda delle riaperture e degli alleggerimenti, magari con qualche accortezza in più. Il ministro degli Esteri Heiko Maas ha aperto all’abolizione di ogni restrizione per i vaccinati completi, e siccome siamo in campagna elettorale, praticamente tutti gli altri gli sono andati dietro. Qualche preoccupazione resta tra gli operatori turistici, perché la ripresa dei contagi a macchia di leopardo in Europa rischia di condizionare le settimane centrali delle vacanze. Ma è chiaro che sarà il fronte scolastico quello destinato a confrontarsi ancora con le (si spera) ultime code della pandemia. Anche perché dall’autunno dovrebbe ripartire la macchina per la somministrazione della terza dose di richiamo agli anziani.

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