L’umore dell’economia tedesca rimane negativo, anche se gli imprenditori sembrano aver preso le misure alla crisi e il pessimismo pare aver raggiunto il suo apice. È l’indicazione che emerge dall’indagine dell’Istituto Ifo sulle condizioni degli affari appena reso noto, che nel mese di settembre è sceso a 85,7, appena uno 0,1 in meno rispetto all’85,8 del mese precedente.
INDICE IFO CALA PER QUINTO MESE CONSECUTIVO
Si tratta del quinto calo consecutivo, come ha sottolineato l’istituto di Monaco di Baviera, che per realizzare questo impostante indicatore del clima fra le aziende tedesche ha interpellato circa 9.000 dirigenti. Tuttavia, esperti e analisti si aspettavano un calo più netto a 85,2 punti e gli stessi ricercatori Ifo segnalano che “il pessimismo per i prossimi mesi è leggermente diminuito”.
Certo, “l’economia in Germania sta arrancando”, come ha dichiarato il presidente dell’Ifo Clemens Fuest, e per gli imprenditori tedeschi si tratta di una sensazione nuova e per nulla piacevole dopo lustri di crescita. Tuttavia, se “le aziende si sono dichiarate più insoddisfatte dell’attività corrente”, allo stesso tempo sono apparse “meno scettiche sulle prospettive rispetto al passato”.
Ombre e piccoli segnali di speranza che si ritrovano nei dettagli dei dati forniti dai ricercatori bavaresi, settore per settore. In quello manifatturiero, ad esempio, l’indice del clima aziendale è leggermente aumentato. Le aziende si sono dichiarate un po’ più soddisfatte della situazione economica attuale, allo stesso tempo però “le aspettative sono peggiorate seppur in misura minima e sono rimaste pessimistiche”. Il portafoglio ordini ha continuato a diminuire.
Nel settore dei servizi, l’indice del clima economico è diminuito per la sesta volta consecutiva, dato peggiore rispetto agli altri comparti. Ciò è dovuto a un “notevole” deterioramento della situazione attuale, sottolineano gli economisti bavaresi. L’andamento del fatturato è stato più debole rispetto ai mesi precedenti, le aspettative sono leggermente aumentate, ma sono ancora caratterizzate da scetticismo.
Nel commercio, l’indice è invece aumentato. Ciò è dovuto ad aspettative meno pessimistiche, tuttavia gli operatori commerciali si sono dichiarati meno soddisfatti dell’attività corrente.
LA CRISI DEL SETTORE EDILIZIO IN GERMANIA
Infine, una delle note più dolenti di questa difficile fase economica: l’edilizia. Nel settore delle costruzioni, l’indicatore del clima economico è sceso al livello più basso dal gennaio 2009. Le aziende hanno valutato ancora una volta la loro attuale situazione economica come “peggiore”. E le prospettive per i prossimi mesi rimangono estremamente pessimistiche.
Si può parlare di crisi permanente nell’edilizia abitativa. Da anni in Germania c’è una carenza di alloggi. Ma invece di costruire, i progetti vengono cancellati: le famiglie rinunciano al sogno di avere una casa di proprietà a causa dei costi elevati, le imprese falliscono. Inquilini, proprietari, industria edilizia hanno messo il governo attuale sul banco degli imputati.
Olaf Scholz ha pensato di prendere di petto la situazione convocando per questo inizio settimana un vertice del settore alla cancelleria con i rappresentanti del mondo delle costruzioni: tutti attorno al tavolo per tira fuori un piano per costruire più alloggi in modo rapido ed economico.
Già prima del vertice, il governo ha fatto filtrare un documento: un pacchetto di misure per incrementare la costruzione di alloggi. Tra le altre cose, il testo in 14 punti prevede la rinuncia al previsto inasprimento degli standard energetici per i nuovi edifici. Inoltre, è ipotizzato un aumento dei fondi per le famiglie che si accingono a possedere una casa di proprietà o per la sostituzione degli impianti di riscaldamento.
Il problema di base è ben noto: Da anni in Germania c’è una carenza di alloggi, soprattutto negli agglomerati urbani. I prezzi sono aumentati a causa della scarsa offerta sia sul mercato degli affitti che su quello degli acquisti. Per risolvere la situazione, il governo “semaforo” si era dotato a inizio legislatura di un piano ambizioso: costruire 400.000 nuovi appartamenti all’anno. Tuttavia, l’obiettivo continua a sfuggire. Nel 2022 il totale della nuove abitazioni era di poco inferiore a 300.000, per quest’anno l’industria edilizia ipotizza 230.000-250.000 nuovi appartamenti. L’anno prossimo la cifra sarà inferiore a 200.000.
UN VERTICE CON POCHE SPERANZE
Il problema principale è l’esplosione dei tassi di interesse sulle costruzioni dall’inizio della guerra in Ucraina. Laddove due anni fa si chiedeva meno dell’1%, oggi si arriva al 4%. A ciò si aggiungono l’alta inflazione e gli elevati costi dei materiali. Sempre meno privati vogliono e possono permettersi di costruire. Le domande di costruzione, le vendite di terreni, la pianificazione: tutto sta crollando. All’inizio del 2022 il governo ha creato un gruppo di lavoro in cui politici, associazioni municipali, industrie edilizie, sindacati, chiese, associazioni ambientaliste, di tutela dei consumatori e sociali dovevano sviluppare congiuntamente delle soluzioni. Sembrava più un gruppo di mutuo aiuto che un organo operativo e tuttavia questo miscuglio di competenze ha prodotto 187 misure, la maggior parte delle quali sono state anche attuate. Ma alla fine hanno portato pochi miglioramenti.
Ora ci riprova un nuovo vertice, più ristretto, con gli industriali in prima fila. Ma alcuni partner sono talmente delusi dal governo da aver deciso di boicottare l’incontro. L’Associazione federale delle imprese edilizie e immobiliari tedesche (GdW) e l’associazione dei proprietari di case Haus & Grund hanno infatti declinato la convocazione, sostenendo che il governo non stia prendendo la situazione abbastanza sul serio: “Nessuna delle loro misure anticrisi risolverebbe la crisi”, hanno fatto sapere, aggiungendo poi che Scholz avrebbe dovuto invitare anche qualcuno della Bce, i cui ripetuti aumenti dei tassi stanno spiazzando il settore.