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In Italia molti leggono la tragedia a Gaza con le lenti di Hamas

Indignati doppiopesisti di casa nostra: Gaza sì, Sudan no. Il Canto libero di Sacconi.

Mentre si organizzano mobilitazioni di piazza contro Israele, accusata di “genocidio” a Gaza, continua il disinteresse degli stessi ambienti politici e sociali per la guerra civile in Sudan, che è iniziata il 15 aprile 2023 e ha così raggiunto il suo terzo anno causando una delle peggiori crisi umanitarie a livello globale.

Si stima che il conflitto abbia causato tra 61.000 e 150.000 morti. Oltre 12 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, quasi 4 milioni hanno attraversato i confini verso paesi vicini come Egitto, Sud Sudan e Ciad. Circa 25 milioni di sudanesi, metà della popolazione, affrontano gravi carenze alimentari. Una carestia è stata dichiarata in diverse aree del Darfur settentrionale. Un’epidemia di colera ha causato oltre 170 morti e più di 2.500 infezioni solo nell’ultima settimana. Oltre l’80% degli ospedali è fuori servizio, con infrastrutture distrutte e personale medico insufficiente. La comunità internazionale ha difficoltà a fornire assistenza umanitaria adeguata, con solo il 7% dei fondi necessari raccolti nel 2025.

Analogamente potremmo considerare la disattenzione verso le stragi di cristiani, colpiti in quanto tali ad opera di islamisti in varie parti del mondo.

Ma in Italia e in molti ambienti occidentali conta solo e soltanto Gaza, la cui tragedia viene comunque acriticamente letta attraverso le lenti di Hamas, l’organizzazione di tagliagole protagonista degli omicidi efferati del 7 ottobre quando i suoi “eroi” sgozzarono donne e bambini guardandoli negli occhi. La stessa organizzazione che si nasconde sotto scuole e ospedali per coprirsi vilmente dietro lo scudo di persone fragili. Non a caso il Santo Padre ha auspicato lo scambio tra la tregua militare e la liberazione degli ostaggi. Non altrettanto gli indignati di casa nostra. Indifferenti alle altre crisi umanitarie, si commuovono per alcuni morti ma non per altri.

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