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G7, è nata la tassa globale sui profitti di tutte le imprese (in tutti i Paesi). Fatti, problemi e scenari

In vista della riunione dei ministri dell’Economia e dei banchieri centrali del G20 di luglio in Italia, i ministri dell'Economia del G7 hanno messo una base per la tassa sui profitti d’impresa, per tutte le imprese e in tutti i Paesi. L'articolo dell'economista Chiara Oldani

 

I ministri dell’Economia e delle finanze dei paesi G7 (Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Italia e Giappone) si sono riuniti ieri e oggi in presenza a Londra, dopo un lunghissimo ed estenuante periodo di riunioni fiume online.

Ai ministri si sono aggiunti i banchieri centrali, i presidenti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, del Financial Stability Board, dell’Eurogruppo e del Ocse.

In vista della riunione dei ministri dell’Economia e delle finanze e dei banchieri centrali del G20 di luglio in Italia, è stata messa una solida base per la creazione della tassa sui profitti d’impresa, per TUTTE le imprese, in TUTTI i Paesi.

Ad oggi, infatti, solo pochi paesi hanno un sistema di tassazione che colpisce i profitti d’impresa, generando un gettito. I Paesi del G7 sono i più grandi, forti e indebitati; la pandemia ha acuito i deficit di bilancio pubblico e reso impellente la necessità di bloccare la gara verso il basso che da quasi due decenni porta le grandi imprese a spostare la loro sede legale in oscure e remote località del Pacifico o dell’Atlantico, dove non esiste un sistema fiscale di sorta. Tutti abbiamo in mente le aziende digitali, additate dai più, ma altre categorie d’imprese non fanno eccezione (consulenza, lusso, automotive, compagnie aeree, ecc.). Italia e Francia si sono impegnate a cancellare le digital tax che tanto hanno infastidito gli Stati Uniti.

“Sosteniamo con forza gli sforzi in corso attraverso il quadro inclusivo G20/OCSE per affrontare le sfide fiscali derivanti dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione dell’economia e per adottare una tassazione minima globale. Ci impegniamo a raggiungere una soluzione equa sull’assegnazione dei diritti di tassazione, in base al quale i paesi/mercati definiranno la tassazione per le imprese multinazionali più grandi e redditizie del 20% sul profitto che supera un margine del 10%. Forniremo un adeguato coordinamento tra l’applicazione delle nuove norme fiscali internazionali e la rimozione di tutte le tasse sui servizi digitali e altre misure simili pertinenti, su tutte le società. Ci impegniamo, inoltre, a una tassazione minima globale di almeno il 15% paese per paese. Concordiamo sull’importanza di portare avanti un accordo in parallelo su entrambi i pilastri dell’OCSE e attendiamo con impazienza di raggiungere un accordo alla riunione di luglio dei ministri delle finanze del G20 e dei governatori delle banche centrali”

L’imposta globale sui profitti sarà definita con un’aliquota del 15% sui profitti che eccedono una misura forfettaria del 10%, che non sarà tassata, e su un tetto massimo del 20%; i profitti da tassare saranno calcolati in base al fatturato prodotto nel paese; il principio di destinazione definisce un sistema chiaro ancorché non semplicissimo da implementare.

Il sistema fiscale europeo è integrato, efficiente e applicherà l’imposta senza difficoltà, non sarà tanto semplice per altri paesi, soprattutto del G20. Ma il Ministro Daniele Franco ha tempo fino a luglio per trovare la quadra.

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