Chi ha paura dello scioglimento?
(L’Opinion, Dinah Cohen, Matthieu Deprieck, Nina Jackowski et Corinne Lhaïk, 1 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Emmanuel Macron usa la minaccia di dissoluzione dell’Assemblea come deterrente nucleare contro i socialisti, chiave per evitare censure sul bilancio 2026, ma sondaggi mostrano un calo del blocco centrale al 14% contro il 23% del RN.
- Il Rassemblement National (RN) sarebbe il principale vincitore di elezioni anticipate, guadagnando credibilità per il 2027, mentre il PS minimizza i rischi e LFI spinge per il caos; incognite su alleanze LR e fronti anti-RN.
- Il campo macronista teme perdite elettorali e prepara piani logistici, ma preferisce un bilancio controverso a nuove urne; Macron mantiene ambiguità strategica senza escludere l’uso in caso di fallimento del governo Lecornu.
In Francia s’avanza lo spettro dello scioglimento dell’Assemblea Nazionale. E, con esso, il successo del partito della Le Pen. Sembra il deterrente nucleare, ma appare non così improbabile.
Cinque citazioni chiave
- Macron minaccia lo scioglimento per disciplinare i socialisti, essenziali contro una mozione di censura. “I socialisti hanno una pistola alla tempia. A volte bisogna ricordargli che lo scioglimento esiste, ironizza un ministro dimissionario. Questa arma fatale è riposta su uno scaffale all’Eliseo, ma ben visibile. Il Presidente la usa come una minaccia nucleare: non parlarne mai, pensarci sempre.”
- I negoziati sul bilancio mettono i socialisti in una posizione delicata, con rischi di perdere seggi a favore di LFI. “Dal punto di vista dell’Eliseo, Olivier Faure avrebbe interesse a giocare il gioco, a meno di rischiare elezioni anticipate e l’abbandono della sua circoscrizione a un candidato LFI. Ma chi soffrirebbe di più di un ritorno alle urne, i macronisti o i socialisti?”
- Sondaggi indicano un vantaggio per la sinistra divisa e un crollo del centro, con il RN come grande vincitore. “Nel nostro sondaggio pubblicato a fine agosto, il blocco centrale retrocede al 14% mentre aveva totalizzato il 23% dei suffragi alle legislative di giugno 2024, constata Bernard Sananès, presidente di Elabe. Se la sinistra è unita, ottiene il 23,5%; divisa, raccoglie di più (26%) sommando le sue componenti.”
- Il RN vede la dissoluzione come opportunità per dimostrare competenza e accelerare l’eleggibilità di Le Pen. “Come nel 2024, la leader del RN chiede una dissoluzione. Avrebbe un vantaggio collaterale: i fedelissimi di Marine Le Pen vi vedono il modo migliore per affrettare la decisione del Consiglio Costituzionale sulla sua ineleggibilità. E forse aprirle la via all’Eliseo.”
- Il campo macronista prepara piani anti-scioglimento ma teme instabilità, con deputati che preferiscono un brutto bilancio a nuove elezioni. “Renaissance assicura di poter attivare una cellula ‘scioglimento’ in un’ora. L’Opinion ha trovato tre deputati sconfitti nel 2024 che affermano di non essere stati sondati dal quartier generale sulle loro intenzioni in caso di scioglimento”.
Bilancio: la Francia intrappolata in un gioco a somma zero
(Le Figaro, Bertille Bayart, 1 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Il bilancio 2026 è un negoziato opaco tra partiti, con risparmi marginali (0,1-0,3% delle spese pubbliche) e dibattiti intensi su cifre minime, mentre la crescita economica è debole e il debito aumenta.
- Jean Tirole critica la mentalità a somma zero, che oppone ricchi a poveri o imprese a famiglie, invece di puntare sulla creazione di ricchezza.
- La priorità dovrebbe essere l’occupazione e l’innovazione, ma proposte fiscali come la tassa Zucman o sull’eredità scoraggiano gli investimenti.
Si stanno strappando di mano pagliuzze, per poter cadere in piedi e far nascere il governo Lecornu. Ma spostano le sdraio sul Titanic.
Cinque citazioni chiave
- Il dibattito sul bilancio 2026 si concentra su aggiustamenti minimi, nonostante l’urgenza di affrontare il debito pubblico. “Si annuncia un risparmio di 1,7 miliardi di euro sulle pensioni – che aumenteranno comunque di 6 miliardi. Questo sforzo rappresenta lo 0,1% delle spese pubbliche totali.”
- Jean Tirole denuncia il focus sulla redistribuzione invece che sulla crescita economica. “Continuiamo a spostare le sdraio mentre il Titanic affonda. Denuncio la dominanza di quella che si potrebbe chiamare la mentalità a somma zero, che considera l’economia come la spartizione di una torta di dimensioni fisse.”
- La Francia, già fiscalmente equa, si perde in dibattiti su tasse marginali che non risolvono il problema. “La Francia è già un paese di grande giustizia fiscale, dove le disuguaglianze di reddito post-redistribuzione si riducono da 1 a 3. Eppure, abbiamo passato settimane sulla tassa Zucman e varianti.”
- Le misure fiscali proposte, come quelle su capitale e patrimonio, rischiano di soffocare gli investimenti. “Le proposte di tassazione sul patrimonio e sul capitale sono le più numerose, dalla tassa Zucman della sinistra all’oscura imposta sulla ricchezza finanziaria del Rassemblement National.”
- Le scelte di bilancio, come ridurre la CSG in basso e aumentare le tasse in alto, contraddicono gli obiettivi di crescita. “Il bilancio 2025 ha appesantito le imposte in cima alla scala (1,6 miliardi di euro), e il 2026 potrebbe ridurre la CSG in basso. La pendenza, definita dannosa, diventerà più ripida, ma più giusta, si dirà.”
Potere d’acquisto: Lecornu pronto a ridurre la CSG
(Le Figaro, Julie Ruiz Perez, 1 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Il primo ministro Sébastien Lecornu propone una riduzione mirata dei contributi sociali sui salari bassi per aumentare il potere d’acquisto, compensata da aumenti fiscali su redditi alti e imprese.
- Tra le misure: aumento della flat tax sui redditi da capitale, proroga della tassa sui redditi elevati e revisione del credito d’imposta ricerca (CIR).
- Le imprese temono un aumento della pressione fiscale, come la proroga della sovrattassa sui profitti e la riforma del patto Dutreil, ma spingono per ridurre la C3S.
Il cantiere del bilancio francese è un cumulo di rottami.
Cinque citazioni chiave
- Lecornu mira a bilanciare il bilancio 2026 con tagli e aumenti fiscali, puntando sulla CSG per i salari bassi. “Per ridurre la fiscalità ‘soprattutto a favore del lavoro’, il primo ministro privilegia il taglio della CSG sui salari bassi, una vecchia richiesta del Partito socialista.”
- La CSG, che finanzia previdenza e disoccupazione, ha un’ampia base imponibile, rendendo il taglio costoso. “Nel 2024, la CSG sui soli redditi da lavoro ha generato circa 108 miliardi di euro. Un taglio, anche minimo, potrebbe costare miliardi, poiché molte remunerazioni si trovano alla base della piramide salariale.”
- Per compensare, si valuta l’aumento della flat tax, simbolo della politica di Macron, sui redditi da capitale. “Bercy ha lavorato su un aumento della flat tax, il prelievo forfettario unico sui redditi da patrimonio mobiliare, sostenuto dal Modem che l’anno scorso propose di portarla dal 30% al 33%.”
- Le imprese affrontano un possibile inasprimento fiscale, con tagli al CIR e modifiche al patto Dutreil. “Matignon valuta un ‘ricentramento’ del credito d’imposta ricerca (7,7 miliardi annui) e una riforma del patto Dutreil, che agevola la trasmissione familiare d’impresa, secondo una fonte parlamentare.”
- La proroga della sovrattassa sui profitti aziendali preoccupa il settore economico, che chiede sgravi. “La sovrattassa sulle società, prevista per il 2025 con 8 miliardi di entrate attese, potrebbe essere prorogata. Il mondo economico spinge per ridurre la C3S, che ha generato 4,8 miliardi nel 2023.”
L’esercizio da equilibrista del primo ministro
(Le Figaro, Guillaume Tabard, 1 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Sébastien Lecornu deve finalizzare entro il fine settimana proposte di bilancio, squadra ministeriale e accordo con il “nocciolo comune”, evitando la censura del Partito socialista.
- Il governo, ristretto a 25 membri, si baserà sul “nocciolo comune” senza includere personalità di sinistra, ma richiede un programma dettagliato per la conferma delle forze politiche.
- Il Partito socialista chiede tasse sui ricchi per 15 miliardi di euro e la sospensione della riforma pensioni, creando tensioni con LR, Renaissance e Macron.
Lecornu atteso alla quadratura del cerchio. O dentro o fuori.
Cinque citazioni chiave
- Lecornu, dopo tre settimane di consultazioni, deve ora definire un equilibrio tra bilancio, governo e accordi politici per evitare la censura: “Sébastien Lecornu, che, dopo aver consultato a tutto campo per tre settimane, intende finalmente scoprire le sue carte. E dimostrare l’efficacia delle « rotture » promesse il giorno della sua nomina a Matignon.”
- Il governo sarà compatto, basato sul “nocciolo comune”, senza coinvolgere figure di sinistra per mantenere l’unità delle forze alleate: “Il governo, la cui nomina potrebbe avvenire tra giovedì e sabato, dovrebbe riprendere i contorni del « nocciolo comune », quindi non includere alcun « reclutamento » di personalità di sinistra.”
- Le formazioni del “nocciolo comune”, in particolare Les Républicains, esigono un programma chiaro prima di confermare la loro partecipazione: “Le quattro formazioni di questo nocciolo, e in particolare Les Républicains, confermeranno la loro presenza solo sulla base di un programma preciso, se non esaustivo.”
- Il Partito socialista pone condizioni pesanti, come una tassa sui ricchi e la sospensione della riforma pensioni, che sono linee rosse per LR e Renaissance: “Il PS chiede, come prezzo della sua clemenza, gesti spettacolari, come una tassazione dei più ricchi per circa 15 miliardi di euro e una « sospensione » della riforma delle pensioni.”
- Lecornu propone un bilancio iniziale conforme al “nocciolo comune”, con successive concessioni al PS durante il dibattito parlamentare: “Vorrebbe in un primo tempo presentare un bilancio corrispondente all’accordo raggiunto nel quadro del « nocciolo comune », poi fare in seguito nuove concessioni al Partito socialista, ma nel contesto della discussione parlamentare stessa.”
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)