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Che cosa farà la Francia sul Green pass

Green pass in Francia. Il punto di Enrico Martial

 

La norma che ha previsto il Green Pass in Francia, adottata dal parlamento il 25 luglio scorso, sarebbe scaduta il 15 novembre: il governo di Jean Castex ha proposto il 13 ottobre la proroga dei termini fino al 31 luglio 2022. Il testo sarà esaminato nell’Assemblea nazionale il prossimo 19 ottobre.

Un documento del Consiglio scientifico sanitario del 5 ottobre aveva giudicato possibile un alleggerimento delle misure di protezione sanitaria anti-Covid in due possibili scenari, il primo entro il 15 novembre, e il secondo entro la fine dell’anno, anche con il superamento dell’impiego del green pass.

La norma in discussione, attraverso la delega al governo, permetterebbe di riattivarlo dopo la sua rimozione, con un decreto, nel caso di una improvvisa ripresa dell’epidemia. La lunga durata della delega, fino al 31 luglio del prossimo anno, è da correlare alla situazione politica nazionale: siamo a sei mesi dalle elezioni presidenziali, a cui dovranno seguire quelle dell’Assemblea nazionale, in una fase in cui decisioni parlamentari di questo tipo sarebbero complicate.

I dati in Francia sono abbastanza rassicuranti, per quanto alcune zone siano sotto osservazione per la vivacità di alcuni cluster. Da lunedì scorso, 68 dipartimenti si trovano in zona bianca, cioè con un’incidenza inferiore a 50 casi per 100mila abitanti: le loro scuole sono entrate nel primo livello di sicurezza e gli alunni delle scuole elementari non devono più indossare la maschera in classe. Va anche notato che il green pass è verificato con maggiore frequenza rispetto all’Italia, per esempio all’ingresso dei ristoranti e bar sia all’aperto che all’interno.

Il green pass si applica in Francia anche nelle case di cura e negli edifici a carattere sanitario (ad esclusione delle urgenze e senza limitare comunque gli accessi alle cure), nei trasporti a lunga percorrenza e in quelli interregionali (treno, bus, aereo), per la partecipazione a fiere e saloni, nei seminari professionali, nei centri commerciali di più di 20mila metri quadri (ma con decisione a livello di dipartimento, e comunque solo con incidenza di casi superiore a 200 casi per 100mila abitanti e in discesa da almeno una settimana).

Dal 30 agosto il pass è stato esteso al personale di questi spazi commerciali, professionali, di formazione o comunque in relazione con il pubblico, nonché alle persone che vi intervengono professionalmente per servizi o eventi: soltanto a costoro dunque, e non è perciò imposto a tutti i lavoratori. Dal 30 settembre, il green pass è stato reso obbligatorio anche per i minori di età compresa tra 12 anni e due mesi e 17 anni.

Le reazioni politiche alla proposta legislativa sono in alcuni casi accese: Gérard Larcher, presidente del Senato (rappresentanti locali eletti in modo indiretto, con maggioranza di destra e diversa da quella all’Assemblea nazionale) ha già detto che si opporrà. Le critiche sono giunte anche nella République en Marche del presidente Macron, come per il deputato Hugues Renson, eletto nella circoscrizione di Parigi.

Sabato 9 ottobre ci sono stati ancora 45mila manifestanti No-Pass in Francia, in calo progressivo dai 237mila del 7 agosto, diventati 121mila l’11 settembre. al10 ottobre, il 66,8% dei francesi hanno ricevuto due dosi (69,4% in Italia) e il 75% ha ricevuto almeno una dose (il 76% in Italia).

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