Verso un ampliamento delle misure anti Covid.
E’ quanto sarà stabilito dal Dpcm in cantiere nel governo.
In primis sarà previsto l’obbligo delle mascherine anche all’aperto.
Una misura ritenuta necessaria per impedire contatti troppo stretti all’uscita delle scuole, ma anche fuori dai locali pubblici dove le persone si accalcano e spesso dimenticano di mantenere la distanza.
Il divieto di assembramento rimane in vigore, così come la volontà di intensificare i controlli utilizzando la polizia locale ma anche i soldati impegnati nell’operazione «Strade sicure», ha scritto oggi il Corriere della Sera.
Proprio su queste prime indiscrezioni, c’è chi contesta il ricorso alle forme armate.
Non è mia intenzione attaccare nessuno ma, forse in modo pleonastico, ricordare confini invalicabili. Se passasse il precedente che con un DPCM (atto amministrativo) posso decidere l’impiego delle FA, oggi le uso per verificare l’uso delle mascherine, domani per chiudere una tv! https://t.co/5stjcZ0zO3
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) October 5, 2020
“Siamo curiosi di leggere il provvedimento sul controllo del rispetto delle norme relativo alla pandemia esteso ai militari dell’operazione ‘Strade Sicure’ e all’utilizzo delle Forze armate attraverso un dpcm, che ovviamente non prevede alcuna discussione in Parlamento ma possiamo già sottolineare come il governo Conte si ricordi dei nostri militari ogni qualvolta si trovi in difficoltà, come già successo per i rifiuti di Reggio Calabria e il trasporto del mobilio scolastico”.
Lo dichiarano i deputati e senatori di Fdi in commissione Difesa: Deidda, Ferro, Galantino, Rauti e Petrenga. “Ci auguriamo che includa norme che tutelino l’operato dei nostri militari nell’espletamento delle funzioni assegnate e non si ritrovino da soli a dover affrontare processi mediatici dopo alcuni interventi – continuano gli esponenti di Fdi – il governo, inoltre, dovrebbe ricordarsi di convocare le rappresentanze per discutere dei prossimi provvedimenti economici, previsto tra l’altro dalla legge, e non sarebbe male vedere l’adeguato e concreto riconoscimento al loro operato non solo con dichiarazioni di facciata ma attraverso fondi e provvedimenti per migliorare le condizioni di lavoro e la loro vita”.