Il tema dell’odio, che impazza da tempo, ieri sembra avere avuto una piccola pausa grazie al richiamo di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica è stato molto abile a mediare, esprimendo il riconoscimento del valore morale di Flotilla e facendo però suo sostanzialmente in toto il richiamo di Giorgia Meloni affinché la missione accetti la mediazione della Chiesa. In realtà non confidiamo molto in questa pace politica interna, temiamo che basti lo scontro elettorale in Marche e Val d’Aosta di domani a riaccendere i toni.
Il mescolarsi di torti e ragioni delle due parti, chiarito dal discorso del capo dello Stato, è del resto la chiave attraverso la quale possiamo leggere, a partire da casa nostra, la fibrillazione internazionale in cui ci troviamo immersi. Basti guardare la vicenda dei dazi, dove non capiamo neppure bene quanto gli accordi sottoscritti tra Unione Europea e Stati Uniti ci salveranno dall’aumento al 100% della quota sui farmaci, minacciato da Donald Trump. L’attributo più utilizzato, quando si deve descrivere la postura europea nel contesto globale, è del resto “debolezza”: che si tratti di aspetti economici o di fare muro contro i droni, questa è la narrativa prevalente sull’Europa e sull’Occidente.
Il sospetto dell’inaffidabilità del presidente americano nelle trattative sulle tariffe si congiunge invece, paradossalmente, con le accuse rivoltegli da Teheran di mentire, ingannare e non mantenere le promesse in tema di nucleare e sanzioni. Una lamentela che la dice lunga su come si premano assieme il pedale degli attacchi militari e quello delle trattative diplomatiche; e che rende chiaro come, ormai, il capo di un regime liberticida quale l’ayatollah Khamenei possa cercare, assieme al suo ministro degli esteri Abbas Araghchi intervenuto all’Onu, di far passare Trump per il cattivo. Curioso. Del resto, l’assemblea dell’Onu, a colpi di fischi e di uscite dall’aula, ieri ha fatto passare il leader israeliano Benjamin Netanyahu per il male assoluto e per un negazionista, rovesciandogli adesso le contumelie tipicamente utilizzate in passato per gli antisemiti.
C’è effettivamente una gran confusione, occorrerebbero elementi più chiari di comprensione. Per esempio, ci piacerebbe capire di chi davvero siano gli attacchi, o presunti tali, sferrati sui cieli di tanti Stati: dalla Danimarca alla Polonia, fino al Baltico dove, ricordiamo, l’Italia è già pienamente impegnata nel garantire sicurezza. Ciò che rende la manovra di Flotilla ancora più pericolosa, perché davvero ci potremmo trovare a fronteggiare contemporaneamente due fronti di grave crisi internazionale, se non proprio di guerra.
Trump e Netanyahu sono i cattivi, noi dei deboli, se e chi siano i buoni è ancora da capire.