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Il periscopio di Stefano Feltri sul mondo

"10 rivoluzioni nell'economia globale (che in Italia ci stiamo perdendo)" di Stefano Feltri letto da Tullio Fazzolari

 

La cattiva abitudine è parlare sempre di quelli che sembrano gli argomenti del giorno. E in realtà sono gli avvenimenti di ieri. A rimorchio di giornali e televisione si finisce per interessarsi soltanto di quanto è già successo. La tendenza all’informazione day by day è sembra particolarmente radicata nell’opinione pubblica italiana. Il risultato è che ogni evento, dallo scandalo giudiziaria alla tragedia sul lavoro, dalle tensioni internazionali alle crisi economiche, viene vissuto come fosse un’emergenza inattesa mentre in molti casi era prevedibile con un po’ di lungimiranza. E spesso basta allargare l’orizzonte e vedere con maggiore attenzione che cosa sta succedendo nel resto del mondo.

Ed è esattamente quello che fa Stefano Feltri con “10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia ci stiamo perdendo)” (Utet, 240 pagine, 19 euro). Gli argomenti affrontati, dall’intelligenza artificiale alle criptovalute fino alla transizione ecologica, sono tutt’altro che sconosciuti ma nelle cronache quotidiane sono spesso trattati con un tocco di superficialità o con un linguaggio da addetti ai lavori. Feltri riesce, invece, a inquadrarli in un’ottica planetaria raccontando nella maniera più accessibile quanto sta già avvenendo altrove ma presto potrebbe riguardare anche noi.

Emblematica è la questione del debito. Periodicamente si sta con il fiato sospeso in attesa di sapere se la BCE o la Fed statunitense alzeranno o meno i tassi d’interesse e si guarda con apprensione ai contraccolpi sui mercati finanziari. Però il mondo, come racconta Stefano Feltri, va più veloce. E il caso da studiare è quello dello Zambia che a causa della pandemia è stato il primo paese ad andare in default ma cerca di uscirne rinegoziando con i propri creditori. Non è una stranezza tenere d’occhio quanto succede in una nazione così lontana e con 20 milioni di abitanti. E’ tristemente noto che l’Italia ha un debito pubblico di analoghe proporzioni pari al 140 per cento del prodotto interno lordo. E forse è più sorprendente che l’attuale governo federale tedesco si stia destreggiando tra vincoli di bilancio e sia costretto a tagli di spesa e a provvedimenti impopolari. “10 rivoluzioni nell’economia globale” analizza approfonditamente la situazione e le prospettive dei due paesi che stanno avendo un ruolo sempre più determinante nello scenario internazionale: la Cina e l’India. Se le ambizioni da grande potenza sono simili, le condizioni strutturali invece risultano molto diverse. Dopo il boom economico la Cina ha vissuto il crack della bolla speculativa ma soprattutto va incontro a un declino demografico e a una crisi di classe dirigente che il partito comunista risolve sbrigativamente tagliando teste con l’accusa di corruzione. L’India attraversa un periodo migliore. Per l’Occidente è un interlocutore affidabile. Le istituzioni democratiche sembrano consolidate e l’economia è stabilmente in crescita ma qualche tensione interna non è trascurabile.

Si potrebbe dire molto di più degli argomenti trattati da “10 rivoluzioni nell’economia globale” ma in sintesi basta aggiungere che è una sorta di periscopio sul resto del mondo per conoscere quello che è opportuno sapere.

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