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Fatto Quotidiano e Foglio, chi è più filo Conte?

La gara di fatto tra Foglio e Fatto Quotidiano nel lodare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

Maiora premunt, dicevano i latini. D’accordo, abbiamo a che fare con quello che La Stampa in apertura del giornale chiama “Covid fuori controllo”, per quanto contestato dal solito Fatto Quotidiano, convinto ch’esso invece sia sotto il rasserenante controllo del governo presieduto dall’inattaccabile, inaffondabile, sapientissimo Giovanni Conte. Che anche secondo Il Foglio di Giuliano Ferrara e Claudio Cerasa, in curiosa e ormai frequente sintonia con quel giornale, è fastidiosamente “circondato dal Pd”. Dove si lamentano le “indecisioni” del presidente del Consiglio e si lanciano, secondo Marco Travaglio, “gridolini isterici su nuovi vertici di governo per nuovi giri di vite assortiti”, a dir poco prematuri perché -dati alla mano- “stiamo meno peggio di marzo”.

Beh, a dispetto di questi eventi o polemiche maggiori, mi ha colpito di più lo spettacolo -chiamiamolo così- delle prime pagine dei giornali, almeno di quella ventina, fra i più diffusi o considerati significativi, encomiabilmente offerti ogni alba dalla Rassegna stampa del Senato, unanimemente convinti che non meritassero un rigo, e tanto meno una foto, i funerali della presidente della Calabria Jole Santelli. La cui prematura scomparsa, a 52 anni neppure compiuti, aveva emozionato il giorno prima tutta la stampa, e tutta la politica, in un insolito sussulto di umanità e civiltà.

Della povera Santelli ho trovato una traccia in prima pagina con un titolo, anzi titolino, solo su Libero per la notizia, se la vogliamo così, di una dichiarata militante pentatellata -contraddetta da tutti gli esponenti di primo piano, diretti o indiretti, del movimento grillino, a cominciare dal presidente del Consiglio, accorso ai funerali a Cosenza lasciando in anticipo il Consiglio Europeo- che ha digitato della scomparsa presidente della Calabria come di “una mafiosa in meno”. Strana mafiosa, direi, con quella nomina ad assessore regionale, fra le sue prime decisioni, di Sergio De Caprio, che tutti, a cominciare dagli esperti dell’antimafia, conoscono come “il capitano Ultimo”.

Quella presunta notizia avrebbe meritato, secondo me, solo il cestino, potendo e dovendo bastare per l’antigrillismo le iniziative di lotta e governo del personale abilitato del o dal movimento attorno al quale ruotano purtroppo da più di due anni e mezzo i cosiddetti equilibri, cioè squilibri, politici italiani.

E ora un’ultima considerazione di rammarico, sempre a proposito della dolorosa scomparsa di Jole Santelli. Con tutta la comprensione che meritano la sua età, i postumi della contaminazione virale e la cautela impostasi e impostagli da medici, familiari, e amici, Silvio Berlusconi avrebbe dovuto partecipare fisicamente ai funerali della sua fedele, fedelissima militante politica e dirigente. Che lui peraltro spinse personalmente, pur nelle difficili condizioni di salute in cui si trovava, a quel faticoso turno di elezioni regionali del 26 gennaio scorso, risolvendo col prestigio e la simpatia che Jole aveva saputo guadagnarsi le solite questioni o tensioni interne al centrodestra e al suo stesso partito.

Anche se chiuso in uno scafandro protettivo, il dichiaratamente “costernato” Berlusconi non poteva e non doveva mancare all’ultimo appuntamento con Jole Santelli. Mi spiace scriverlo, ma non sarei stato onesto a risparmiarmelo.

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