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Germania

Fase 2 in Germania: i Länder dettano le regole, gli industriali spingono e gli esperti frenano

Che cosa succede davvero in Germania con la fase 2 dell'emergenza coronavirus. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Questa volta sono i Länder a dettare le tappe delle riaperture, il sempre più veloce passaggio dal lockdown soft alla vita in convivenza con il coronavirus, mentre la cancelliera è riuscita a far passare l’introduzione di un cosiddetto “tetto di contagi”, un limite oltre il quale le regioni stesse dovranno reintrodurre misure restrittive, ma sempre a livello locale.

NON SUPERARE IL TETTO DEI CONTAGI

Questo avverrà nei luoghi ove dovessero registrarsi più di 50 nuovi contagi per 100.000 abitanti nell’arco di una settimana. I Länder dovranno introdurre conseguenti lockdown in caso di focolai distribuiti regionalmente e quando non sia più possibile ricostruire la catena delle infezioni. Il “tetto” rispecchia la capacità di tenuta delle strutture ospedaliere. Il timore di una seconda ondata di contagi è alto. Il direttore dell’istituto Koch lo ha ribadito in maniera esplicita ieri, tra un dato positivo e l’altro sull’andamento delle infezioni in Germania, in particolare dopo le prime aperture delle settimane scorse. La situazione è molto migliorata, ma la preoccupazione rimane. Per questo resta in vigore il contenimento dei contatti personali, prolungato di un mese, fino al 5 giugno. Un piccolo allentamento anche qui: ora sarà possibile incontrare in spazi aperti anche un altro nucleo, familiare o abitativo, che sia un’altra famiglia o un’altra coppia. Si va per unità, non per gradi di parentela, così chi non ama troppo i parenti ma non può fare a meno degli amici, non ha da lamentarsi.

LE REGIONI SI RIPRENDONO IL POTERE DECISIONALE

Su altri aspetti lo strappo rispetto alla prudenza delle scorse settimane è più netto. Il costo è però lo sfilacciamento di quella unità di azione che finora ha garantito una certa uniformità di regole in un Paese orgoglioso del suo federalismo. I presidenti di regione, non tutti ma in numero sempre maggiore, non sopportano più la mordacchia della cancelliera e, di fatto, si sono ripresi il pallino delle decisioni che in fondo apparteneva loro. Le pressioni del mondo economico sono diventate enormi, anche a fronte dei primi dati drammatici dell’economia. Non solo da parte della grande industria, alla quale Merkel ha ricordato che la Germania, a differenza di altri paesi, non ha mai imposto il blocco delle attività, ma soprattutto dal settore dei servizi, dalla gastronomia al turismo al commercio. E i politici locali avvertono maggiormente tali pressioni rispetto ai ministri nazionali. Così sono state proprio le regioni a prendere in mano l’iniziativa, forzando la stessa cancelliera, e annunciando già da qualche giorno piani di riapertura autonomi per molte attività. Anche quelle che nelle settimane precedenti erano state più caute e avevano guidato il fronte della prudenza, come la Baviera, che nel frattempo ha anche abolito il divieto di uscita da casa: era stato l’unico Land ad adottarlo durante la fase più acuta della crisi.

SCUOLE E ASILI, RITORNO GRADUALE IN AULA

Il ritorno a una normalità controllata terrà conto del fatto che il virus non è affatto scomparso e che al momento non vi sono né vaccini né terapie che non siano sperimentali. Si parte naturalmente da scuole e asili, la cui riapertura completa è necessaria affinché i genitori possano a loro volta tornare al lavoro. Resta la gradualità della ripartenza e le autonomie dei singoli istituti che dovranno organizzare gli spazi per dividere le classi e le misure di igiene e prevenzione, condizione necessaria al ripristino totale dell’attività. L’obiettivo è tuttavia arrivare al completo rientro di tutti gli alunni prima delle vacanze (che in Germania sono scaglionate regionalmente nei mesi estivi), con classi dimezzate ed eventualmente turni differenziati. Una condizione che, secondo la ministra dell’Istruzione, sarà probabilmente necessaria anche nel prossimo anno scolastico, almeno fino all’arrivo del vaccino. E laddove un reintegro totale non sarà possibile, è chiesto l’ampliamento dei servizi di assistenza, in modo da poter accogliere più bambini possibile. Vengono riammesse di nuovo le visite ai parenti anziani ospitati nelle case di riposo.

RIAPRONO BAR E RISTORANTI, MA ATTENTI ALLA DISTANZA

Quindi è il turno della gastronomia, settore particolarmente sofferente in questi mesi. I ministri dell’Economia dei Länder si erano accordati fra di loro già ieri e hanno portato la loro proposta già bella e fatta sul tavolo del confronto con la cancelliera. Riaprono i battenti di bar, ristoranti e pizzerie secondo le valutazioni dei singoli Länder, nell’arco di tempo dal 9 al 22 maggio. La regolamentazione avverrà a livello locale, saranno le singole regioni a stabilire le condizioni, molto sarà affidato alla flessibilità e alla fantasia di esercenti e funzionari comunali: contingentamento nelle sale interne, ampliamento dei tavoli all’aperto, utilizzo delle aree di parcheggio, mantenimento della distanza e altre misure specifiche.
Come aiuto per i mesi trascorsi a serrande chiuse, il governo ha deciso una riduzione dell’Iva sul cibo al 7% a partire dal primo luglio per la durata di un anno.

CLIENTI A NUMERO CHIUSO, LE REGOLE PER I NEGOZI

Luce verde anche per gli esercizi commerciali, senza più limite di ampiezza. Riapriranno tutti, ma con misure precauzionali che ne limiteranno l’accesso. Oltre alla fornitura di servizi di igiene (disinfettanti, guanti e mascherine, ma anche qui le disposizioni variano da regione a regione), sarà obbligatorio il controllo all’ingresso per evitare assembramenti all’interno e si dovrà evitare la formazione di lunghe file di attesa. La scorsa settimana aveva suscitato polemiche una foto ripresa all’esterno di un grande magazzino Ikea in un land che ne aveva permesso la riapertura, con i clienti in fila all’esterno troppo vicini uno all’altro.

(QUASI) TUTTI AL MARE, APRONO GLI ALBERGHI SULLE COSTE

Riparte anche il turismo, per ora solo interno. Le pressioni maggiori sono venute dalle regioni costiere sul baltico e sul mare del Nord, per le quali si apre proprio in queste settimane la stagione turistica migliore: Meclenburgo-Pomerania Anteriore, Schleswig-Holstein, Bassa Sassonia. I berlinesi possono tornare sulle loro spiagge del Baltico (che qui si chiama Ostsee) a partire dal prossimo venerdì, per il lungo fine settimana della festa della liberazione dal nazismo. Ogni regione stabilirà direttive autonome su contingentamenti negli hotel, limiti nelle case di affitto, utilizzo delle seconde case.

TORNA IL CALCIO A PORTE CHIUSE

Non è ripartenza senza il calcio. Dunque via libera nella seconda metà di maggio anche alla ripresa dei campionati di prima e seconda Bundesliga, naturalmente a porte chiuse. I tedeschi li chiamano Gaisterspiele, partite fantasma. Il fischio d’inizio dunque fra due settimane, dopo 14 giorni di quarantena, forse anche per smaltire i dieci casi di contagio registrati in alcuni club delle due categorie. Nel frattempo pugno duro contro i trasgressori. Gli allenamenti erano ripresi sotto strette regole di comportamento per preservare la salute degli atleti. Un calciatore dell’Hertha Berlino s’era fatto beffe di tali raccomandazioni, postando poi la bravata su Istagram. È stato sospeso.
Assieme al calcio tornano anche le attività sportive e a cielo aperto, con l’obbligo di assicurare la distanza di almeno un metro e mezzo tra gli atleti e la disinfezione degli attrezzi sportivi.

SOLO VOTO POSTALE PER LE ELEZIONI DEL PROSSIMO ANNO?

E se in Polonia ancora non è chiaro se il 10 si voterà per posta per eleggere il presidente della Repubblica, l’apparato amministrativo tedesco sta valutando la fattibilità del voto esclusivamente postale per le elezioni federali nell’autunno del prossimo anno. Ne ha scritto un quotidiano regionale solitamente ben informato, la Rheinische Post. Gli esperti di diritto dei due partiti della Grosse Koalition stanno studiando il meccanismo, che richiederebbe una modifica alla legge elettorale. Il voto postale permetterebbe di garantire la tenuta delle elezioni, anche in caso di una ripresa grave della pandemia nel prossimo anno. Devono tuttavia essere discusse anche questioni complementari, come la formazione delle liste, che in Germania avviene anche attraverso affollate assemblee di partito locali: in questo caso dovrebbe essere stabilito un numero minimo, ma rappresentativo, di delegati in modo da consentire lo svolgimento di mini assemblee con la possibilità di rispettare le disposizioni sulla distanza.

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