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Europee, ecco le proposte della Lega di Salvini (ma non c’è un programma elettorale)

Trattati, euro, mercato interno e non solo. Ecco le idee della Lega di Matteo Salvini sull'Europa. Approfondimento nell'ambito dello speciale di Start Magazine sui programmi elettorali dei partiti in vista delle Europee

La Lega (unico partito) non ha pubblicato il suo programma per le elezioni europee, ma sui principali temi che riguarda l’adesione dell’Italia all’Ue le posizioni di Matteo Salvini e del Carroccio sono piuttosto chiare.

ADESIONE AL MENL

Innanzitutto si parte dall’adesione della Lega al progetto del Movimento per un’Europa delle nazioni e della libertà (Menl), di cui fanno parte vari partiti di destra e sovranisti di diversi Paesi a partire dal Raggruppamento nazionale di Marine Le Pen. Il Menl, come punto di partenza, “ritiene che la sovranità degli Stati e dei popoli, appoggiandosi alla collaborazione fra le nazioni, sia una soluzione. Rifiuta pertanto qualsiasi politica volta a creare un Super-Stato o qualsiasi modello sovranazionale” con “l’opposizione a qualsiasi trasferimento della sovranità nazionale a organi sovranazionali e/o istituzioni europee”.

SOLO SE SI RIDISCUTONO I TRATTATI

In concreto, nel programma con cui Salvini si è presentato alle elezioni 2018, l’Ue è definita come “un gigantesco ente sovranazionale, privo di una vera legittimazione democratica e strutturato attraverso una tentacolare struttura burocratica che detta l’agenda ai nostri Governi anche a scapito della tutela fisica ed economica dei cittadini dei singoli Stati membri”. In questo Ue “noi vogliamo restare” ma “solo a condizione di ridiscutere tutti i Trattati che pongono vincoli all’esercizio della nostra piena e legittima sovranità, tornando di fatto alla Comunità economica europea precedente al Trattato di Maastricht”. Per quanto riguarda l’euro, “la principale causa del nostro declino economico” la Lega ha “sempre cercato partner per avviare un percorso condiviso di uscita concordata. Continueremo a farlo”.

RITORNO ALLO STATUS PRE-MAASTRICHT

Con la revisione dei Trattati, il “ritorno quantomeno allo status pre-Maastricht” e il “recupero di sovranità”, per la Lega “è indispensabile una profonda correzione del funzionamento del mercato interno, tesa a debellare i fenomeni di dumping interno all’Unione; abolire le norme aliene alle diverse tradizioni giuridiche degli Stati membri; arrestare l’eccesso di omologazione, che uccide le biodiversità e favorisce unicamente le produzioni su scala multinazionale”. In questo senso occorre, per il Carroccio, “ridisegnare il Mercato interno per puntare allo sviluppo e all’innovazione” e ridurre e semplificare “il complesso sistema di regole che rende sempre più difficile raggiungere il vero potenziale del Mercato interno Ue” imponendo “una vera indicazione di origine obbligatoria sui prodotti destinati ai consumatori a tutela dei produttori onesti e quale strumento fondamentale per rendere efficace la lotta contro la contraffazione, la violazione dei marchi e la circolazione del falso ‘made in Italy‘”.

RIVEDERE LA PAC

In materia fiscale, si legge nel programma, “vogliamo incentivare il rientro delle aziende che hanno delocalizzato negli ultimi 10 anni attraverso una profonda rivoluzione del sistema fiscale con la flat tax al 15% e investimenti pubblici produttivi in particolare per il Sud, mediante costruzione di infrastrutture, manutenzione del territorio, reindustrializzazione ma anche dando impulso alle attività immateriali a forte moltiplicatore come ad esempio la ricerca scientifica, la cultura, l’arte e il turismo”. La politica agricola europea (Pac) deve essere poi profondamente rivista, “mitigando il più possibile il meccanismo di convergenza esterna” che attribuisce quote rilevanti di fondi ai Paesi di più recente adesione e ripristinando “un plafond maggiore agli aiuti “accoppiati” alla produzione reale degli agricoltori per assicurare più libertà di manovra nel supporto delle filiere di maggiore valore”.

RIALLACCIARE I RAPPORTI CON MOSCA SENZA TRADIRE GLI USA

In politica estera vanno riallacciati i rapporti con Mosca, senza per questo venire meno alla storica alleanza con gli Usa. “La distensione ed apertura alla collaborazione coi Russi – sostiene la Lega – non dovrebbe essere visto come alternativa o compiuto a discapito del rapporto con gli Stati Uniti d’America, che rimangono l’alleato di riferimento dell’Italia”.

 

(estratto di un articolo pubblicato su Policymakermag.it, qui la versione integrale)

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