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Perché Sony ha comprato Emi Music

Tutti gli obiettivi di Sony che, dopo l’ultima operazione, avrà il controllo di Emi Music Publishing. Articolo di Giusy Caretto Sony fa shopping ad Abu Dabi. La multinazionale giapponese ha raggiunto l’accordo per l’acquisto (al prezzo di circa 2,3 miliardi di dollari) di Emi Music Publishing di proprietà del colosso d’investimento di Abu Dhabi, Mubadala.…

Sony fa shopping ad Abu Dabi. La multinazionale giapponese ha raggiunto l’accordo per l’acquisto (al prezzo di circa 2,3 miliardi di dollari) di Emi Music Publishing di proprietà del colosso d’investimento di Abu Dhabi, Mubadala.

I DETTAGLI ECONOMICI

Il gruppo giapponese, in realtà, detiene già una partecipazione di minoranza in Emi. Nel 2012, infatti, proprio Sony insieme a Mubadala e ad una terza società che gestisce l’eredità di Michael Jackson, hanno acquisito Emi Music Publishing da Citigroup per 2,2 miliardi di dollari.

Con l’attuale operazione, Sony rileverà il 60% delle azioni Emi detenute dal consorzio guidato da Mubadala, portando al 90% il suo controllo della società. La casa giapponese si farà anche carico del debito lordo di Emi Music Publishing, pari a 1,359 miliardi di dollari.

PERCHE’ EMI MUSI PUBLISHING

A spiegare i motivi della spesa fatta da Sony è stato lo stesso Kenichiro Yoshida, ceo dell’azienda giapponese, che ha affermato che “il business della musica sta vivendo una nuova fioritura da due anni a questa parte”.

COSA FA EMI

Così, la scelta di Emi Music Publishing non è certo casuale: è la seconda più grande casa editrice musicale al mondo, vanta 663 milioni di dollari di vendite (dato al 2017) e un catalogo di oltre due milioni di titoli e artisti famosi. Emi “sarà una pietra miliare importante per la crescita di lungo termine”, ha aggiunto Yoshida. Grazie alla nuova acquisizione, infatti, andrà ad arricchirsi ulteriormente il già ricco catalogo musicale della società congiunta Sony/Atv, di 2,3 milioni di titoli,

UNA STORIA TRAVAGLIATA

La storia di Emi Music Publishing non è certo semplice e lineare. La casa discografica, infatti, a causa di una crisi dovuta al declino delle vendite dei cd, è stata rilevata dal private-equity Terra Firma, come ricorda Milano Finanza, per poi diventare oggetto di un lungo contenzioso tra quest’ultimo e Citigroup. La banca americana è riuscita ad avere la meglio nel 2011.

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