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Giorgetti

Tutti pazzi (anche De Benedetti) per Elly Schlein

Chi festeggia e chi gongola - anche a destra - per la vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd. I Graffi di Damato.

 

Ormai è assodato. Prima ancora dell’ex ministra Maria Elena Boschi, affrettatasi a chiamarla per complimentarsi pensando ai voti che la sua elezione a segretaria del Pd potrebbe procurare a Carlo Calenda e a Matteo Renzi, nell’ordine che si sono dati i leader del cosiddetto terzo polo, è stata la presidente del Consiglio Gorgia Meloni a chiamare Elly Schlein per congratularsi e incoraggiarla con apparente generosità a farle una dura opposizione. Dura quanto è stata quella praticata dalla stessa Meloni a governi appoggiati o partecipati anche da qualcuno dei suoi due principali alleati di centrodestra, o entrambi.

Una generosità, quella della Meloni, soltanto apparente, come dicevo, perché la premier ha forse pensato dentro di sé ciò che poi ha in qualche modo tradotto sul Corriere della Sera il vignettista Emilio Giannelli facendo chiedere da Berlusconi, sarcastico, a Salvini se la Schlein sarebbe riuscita ad essere per il governo una spina “più di noi”, ora più scoperti nella loro dissidenza.

Non risultano, almeno pubblicamente, telefonate alla Schlein da parte di Giuseppe Conte, di cui pure il sondaggista Antonio Noto ha avvertito lo zampino nelle primarie del Pd, avendo attribuito il 22 per cento dei partecipanti al voto nei gazebo ad elettori delle 5 Stelle. “Il capo del Pd eletto dai grillini”, ha titolato Libero forzando la mano ma non troppo.

La margherita che ora sta sfogliando Conte è composta di due tipi di petali: uno riguarda i voti che il Pd della Schlein potrà perdere a destra, diciamo così, e l’altro i voti che potrà guadagnare a sinistra togliendoli allo stesso Conte, propostosi dopo le elezioni di settembre di sorpassare il partito del Nazareno.

CARLO DE BENEDETTI HA SCOMMESSO SU ELLY SCHLEIN?

Carlo De Benedetti, ospite a distanza ieri sera del salotto televisivo di Lilli Gruber, su la 7, ha scommesso sul secondo tipo di petali della margherita di Conte, cioè sui guadagni a sinistra della Schlein superiori alle perdite a destra. E ha incoraggiato la segretaria del Pd a far piangere una buona volta i ricchi con una patrimoniale progressiva sui patrimoni superiori a 500 mila euro, quanto vale all’incirca per il ceto medio solo la casa di proprietà di chi l’abita.

Dei ricchi naturalmente Carlo De Benedetti fa parte ma ha precisato di “non esserne il rappresentante”, per cui è inutile che qualche collega di censo lo disconosca. Forse all’ingegnere con i suoi 87 anni suonati, amareggiato anche per lo sperpero di ricchezza rimproverato ai figli per la gestione e la vendita della Repubblica di carta, non gliene frega più nulla dell’eredità che potrà lasciare. Peccato che a goderne sarà il fisco svizzero, da lui preferito a quello italiano che alla Schlein nella sua nuova veste politica dovrebbe interessare di più.

Altri hanno festeggiato la Schlein – Concita De Gregorio, per esempio, proprio su Repubblica – perché essendo più giovane invecchia un po’ la Meloni. Ma Giuliano Ferrara sul Foglio l’ha avvertita che “anche i giovani possono invecchiare velocemente”.

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