Le imminenti elezioni regionali (tre nel 2024 e cinque nella prima metà del 2025) costituiscono un motivo di grande ansia per Matteo Salvini e Giuseppe Conte dopo i risultati deludenti alle europee.
Il leader della Lega spera di recuperare voti tra i “pacifisti” e filoputiniani di destra e l'”avvocato del popolo” tra i “pacifisti” di sinistra.
L’impresa è ardua per tutti e due, ma soprattutto per Salvini perché la Lega è al governo e non può continuare a tergiversare sugli aiuti militari all’Ucraina. Sinora se l’è cavata con la tattica del cane che “abbaia e non morde”, ma per i partiti alleati (ma concorrenti) è facile metterlo in difficoltà.
L’incoerente doppiezza leghista di protestare a parole, ma votare nel Governo e in Parlamento l’invio all’ Ucraina di armamenti non può reggere più di qualche mese.
La verità è che la tregua olimpica che discretamente la Cina ha tentato con Putin (dopo l’appello di Macron al presidente Xi) ha trovato un muro a Mosca.
Di fronte al niet del Cremlino, Zelensky ha dovuto occupare una piccola porzione del territorio russo nella speranza di rafforzare la sua posizione negoziale.
È giusto limitare gli armamenti ad un uso difensivo, ma il vincolo di operare all’interno dei confini ucraini è una assurdità tecnica su cui i diplomatici non dovrebbero barare.
Gli apparati di difesa aerea – quelli che mitigano i drammatici effetti di bombe telecomandate, missili e droni sulla popolazione civile ucraina – non possono certo fermare i vettori antimissile in volo a metà strada. La difesa aerea è veramente efficace solo se può intercettare missili e droni il prima possibile e auspicabilmente sin dai primi attimi dopo il loro lancio.
Dopo le giravolte della Lega e l’insuccesso della visita di Giorgia Meloni in Cina, il profilo euro-atlantico dell’Italia si è in parte appannato. Ora il governo è in balia degli umori di Salvini in vista delle elezioni imminenti in Liguria, Emilia Romagna e Umbria.
Sulla vicinanza di Mosca a AfD, Lega, 5 Stelle e altri partiti europei sta indagando il miglior giornalismo investigativo a livello internazionale. Ma dopo la crisi di Telegram e l’arresto di Durov è difficile misurare il potere di ricatto dei servizi russi nella politica europea.
Le scadenze elettorali italiane produrranno una accelerazione delle tensioni politiche nella maggioranza e nel governo sull’Ucraina?