Con l’uscita dell’ultima edizione cartacea quotidiana il 17 ottobre scorso, la Tageszeitung (taz) ha voltato pagina per davvero. Da questa settimana, lo storico quotidiano di sinistra equiparabile al nostro Manifesto sarà il primo giornale nazionale tedesco a pubblicarsi solo in formato digitale durante la settimana, mantenendo in versione stampata soltanto il numero del weekend, la Wochentaz. Una scelta radicale ma a lungo ponderata, frutto di anni di preparazione e di un dialogo continuo con i lettori, che segna un passaggio simbolico nel percorso di trasformazione dell’editoria tedesca.
LA SINISTRA ANTAGONISTA SI AFFIDA AL DIGITALE
La decisione di abbandonare la stampa quotidiana non è infatti arrivata all’improvviso. Già nel 2019 la taz aveva sondato i propri abbonati “analogici”, molti dei quali all’epoca avevano reagito con scetticismo. Negli anni successivi la redazione ha costruito un articolato piano di accompagnamento al digitale, definito internamente “aiuto al trasloco”. Tour in varie città, una hotline dedicata, tutorial sull’uso dei tablet e persino l’offerta di dispositivi di lettura in abbonamento hanno contribuito a ridurre le resistenze.
Oggi il risultato è tangibile: circa il 60% dei lettori fruisce già della versione elettronica, mentre i puristi della carta si sono ridotti a circa 14.000. Secondo l’amministrazione del quotidiano, soltanto il 12% degli abbonati complessivi ha deciso di disdire. Per il resto, la transizione si è rivelata un successo, anche grazie alla promessa di non perdere posti di lavoro e alla gestione collegiale di una redazione peraltro composta interamente da donne, guidata dalle caporedattrici Barbara Junge e Ulrike Winkelmann.
UNA SCOMMESSA VINTA
L’evoluzione della taz non si limita al formato. Il sito web del giornale, che a settembre ha toccato il record di 15 milioni di visite, è diventato il cuore pulsante dell’attività editoriale. Attorno ad esso ruotano nuovi strumenti di partecipazione, come il modello di pagamento volontario “taz zahl ich”, che coinvolge oltre 45.000 sostenitori.
In più, puntando in maniera convinta e decisa sul modello digitale il giornale è riuscito a conquistare pubblici più giovani grazie a un uso strategico dei social media: con video e contenuti multimediali su Instagram, la portata online è cresciuta del 124% in un anno, raggiungendo quasi 400.000 follower. Un’espansione che conferma la forza di un marchio cui va riconosciuta la capacità di reinventarsi senza rinnegare le proprie radici cooperative e solidali, sfuggendo così al declino che ha interessato tante iniziative editoriali sorte negli anni d’oro della contestazione di sinistra e che nel frattempo hanno chiuso i battenti.
UN SETTORE IN PIENA TRASFORMAZIONE
La mossa della taz è osservata con attenzione dal resto del panorama editoriale tedesco, dove la carta stampata continua a perdere terreno. Secondo l’Associazione federale degli editori digitali e dei giornali (Bundesverband Digitalpublisher und Zeitungsverleger, BDZV), la tiratura complessiva dei quotidiani è calata del 9% in un anno, mentre i costi di stampa e distribuzione sono aumentati sensibilmente.
Le testate regionali, in particolare, faticano a mantenere la presenza sul territorio, e in molte aree la distribuzione cartacea è ormai insostenibile. Per Christian Eggert, direttore della BDZV, il formato e-paper rappresenta una “soluzione ponte” in grado di garantire continuità al giornalismo tradizionale in una fase di ristrutturazione economica e tecnologica. Il mondo editoriale tedesco sta sperimentando oggi quella ristrutturazione vissuta in Italia negli ultimi due decenni: la crisi economica di questi ultimi anni sta infatti accelerando un processo innescato dalla rivoluzione tecnologica e le amministrazioni dei quotidiani devono affrontare da un lato il cambiamento delle abitudini dei lettori, dall’altro la persistenza di redazioni ipertrofiche rispetto alle necessità attuali.
IL CASO SPRINGER E LA DIREZIONE “DIGITAL FIRST”
Il gruppo Axel Springer, editore di Bild, Die Welt, Politico e Business Insider, ha tracciato da tempo la rotta verso un futuro esclusivamente digitale. Come scritto di recente, il suo amministratore delegato Mathias Döpfner non ha mai nascosto di considerare la stampa quotidiana destinata a scomparire. Pur senza un annuncio ufficiale di addio alla carta, la strategia aziendale punta chiaramente sull’online, sull’uso esteso dell’intelligenza artificiale e su un modello di business fondato sugli abbonamenti digitali.
La nuova visione del gruppo si articola su più fronti: giornalismo assistito dall’IA per accelerare la produzione e migliorare la qualità, sviluppo di piattaforme tecnologiche proprie per ridurre la dipendenza dai grandi operatori web, e un’attenzione crescente ai formati audio e video. Springer definisce l’intelligenza artificiale “il nuovo digitale”, ritenendola la prossima grande trasformazione del settore.
COME SI MUOVONO GLI ALTRI EDITORI
Anche altri editori, come Funke Mediengruppe o Burda, si muovono nella stessa direzione, sebbene con maggiore gradualità. In particolare, il gruppo Funke investe sul giornalismo iperlocale, considerato un ambito in cui la competizione con le piattaforme globali è meno aggressiva. Molti gruppi regionali condividono sistemi tecnologici e infrastrutture per i paywall, mantenendo però le proprie testate e identità territoriali. Anche in Baviera, in casa della Süddeutsche Zeitung, vengono portati avanti i processi di inserimento dell’intelligenza artificiale nel lavoro redazionale, con tutte le accortezze (e lentezze) legate alla presenza di una robusta e tradizionale redazione.
Il processo di digitalizzazione non è naturalmente privo di interrogativi sul futuro del giornalismo e sul suo ruolo democratico. Klaus Meier, docente di giornalismo all’Università Cattolica di Eichstätt, ricorda che nei paesi privi di stampa locale indipendente l’informazione rischia di essere sostituita da contenuti di parte, alimentando la polarizzazione sociale.
LA VIA MEDIANA TRA TRADIZIONE E FUTURO
Per questo, sottolinea Meier, gli editori hanno la responsabilità di mantenere l’informazione accessibile, evitando che diventi un bene riservato a un’élite. Il modello misto adottato dalla taz, con un quotidiano digitale sempre aggiornato e un settimanale cartaceo di approfondimento, potrebbe rappresentare un equilibrio sostenibile: un ponte tra innovazione tecnologica e tradizione editoriale. Alla taz, la solidarietà interna e il legame con la comunità dei lettori restano elementi centrali. Il giornale non rinuncia del tutto alla carta: la Wochentaz del weekend continuerà a offrire analisi e approfondimenti, diventando un prodotto complementare alla fruizione digitale.
Secondo Meier, questa formula “ibrida” potrebbe anticipare una tendenza più ampia, con la rinascita di settimanali d’approfondimento in un panorama sempre più frammentato.
Ma il destino della stampa quotidiana sembra ormai segnato. Dopo decenni di inchiostro e rotative, la notizia corre oggi prevalentemente sullo schermo. E, come suggeriscono molti nel settore, anche l’intelligenza artificiale è pronta a scrivere il prossimo capitolo della storia dell’informazione.






