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Ecco la raffica (definitiva) di nuove tasse con la manovra

La Ragioneria dello Stato ha bollinato i 199 articoli della finanziaria da 30 miliardi. Numeri, dettagli e commenti

La Ragioneria dello Stato ha bollinato i 199 articoli della finanziaria da 30 miliardi che lunedì 4 novembre, dopo la firma del presidente della Repubblica, approderà quindi in Senato in vista dell’approvazione entro il 31 dicembre.

La manovra introduce nuove tasse (tra cui plastic tax, sugar tax, drum tax, tassa sulle auto aziendali, agevolazioni fiscali sui pagamenti digitali) per 2 miliardi nel 2020 e 4 miliardi nel 2021, ma anche bonus bebé, abolizione del superticket sanitario e flat tax al 15% per le partite Iva.

Il M5S si schiera in difesa di Giuseppe Conte in risposta a Renzi che, schierandosi contro le nuove tasse introdotte dalla manovra, aveva ipotizzato un governo con un premier diverso. E il Pd attacca il “populismo fiscale” di Italia Viva. “Evitiamo l’opposizione interna alla maggioranza” chiede il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Pd) intervistato da La Stampa.

A caratterizzare l’impianto della legge di bilancio sono i 22,67 miliardi che serviranno ad evitare l’aumento dell’Iva, i due miliardi legati alle microtasse – con una parte da leone per la plastic tax – e l’aumento del deficit per 16,3 miliardi nel 2020.

Dalle tabelle allegate alla manovra emergono i dettagli dei provvedimenti. Nel capitolo relativo al bonus bebè si stima che nel 2020 i nuovi nati saranno 440 mila. L’assegno varrà per tutti loro, ma varierà a seconda del reddito delle famiglie: un terzo riceverà la cifra massima, cioè 160 euro al mese. La metà degli assegni sarà maggiorata del 20%, perché andrà a secondi o terzi figli.

Un’altra misura ‘simbolo’ riguarda l’abolizione del superticket sanitario da settembre. I calcoli indicano in 185 milioni il peso sulle casse dello Stato per il 2020 e in 554 milioni quello per gli anni successivi, quando andrà a regime.

Se il bonus bebè e lo stop ai superticket rappresentano uscite per le casse pubbliche, l’aumento delle tasse per le auto aziendali rientra nei capitoli di entrata. Da questa misura lo Stato prevede di incassare un extra di 332 milioni nel 2020.

Per quel che riguarda il numero delle persone che dovranno pagare di più, i calcoli si basano sulle immatricolazioni del 2018. In quell’anno, le auto intestate a partite Iva sono state 840 mila: per circa 43 mila di queste la tassa passerà dal 30% al 100% e per circa 754 mila dal 30% al 60%.

Anche la stretta sulla flat tax al 15% per le partite Iva, comportando minori spese per lo Stato, di fatto viene conteggiata come un’entrata. Il valore complessivo è di 894 milioni nel 2021 e 568 milioni nel 2022.

Il paletto più ‘pesante’ è quello sul divieto di cumulo per chi ha anche redditi da lavoro dipendente superiori a 30 mila euro, che vale 593,8 milioni nel 2021 e 350 milioni nel 2022. Con lo stop alla flat tax sopra i 65 mila euro, che doveva scattare dal 2020, lo Stato risparmierà 154 milioni nel 2020, 2,5 miliardi nel 2021 e 1,5 miliardi nel 2022.

Uno dei piatti più forti per le entrate dello Stato – e le uscite dalle tasche dei contribuenti – è la tassa sulla plastica, che vale un miliardo nel 2020, visto che si applica da metà anno, e 2,2 miliardi nel 2021.

Ci sono poi i 233,8 milioni di incassi dalla tassa sulle bevande zuccherate, gli 88,4 milioni dalle accise sui tabacchi, i 30,6 milioni dall’imposta su cartine e filtri delle sigarette, i 108 milioni dall’arrivo della web tax.

Dal 2021, lo Stato potrà contare sulle maggiori entrate legate al freno alle detrazioni fiscali, che saranno riconosciute in gran parte solo per pagamenti tracciabili: gli italiani avranno 868 milioni di ‘sconti’ in meno.

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