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Laschet

Ecco il programma economico (spendi e spandi) di Laschet per cercare di risalire nei sondaggi

Più spese, più sussidi e meno tasse. Il Sofortprogramm (in Italia si chiamerebbe programma dei cento giorni) di Laschet è una novità per la Germania ma è anche un azzardo, secondo molti economisti. Ecco perché. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino

Un programma immediato, una sorta di impegno per i primi cento giorni offerto agli elettori due settimane prima del voto. È la trovata di Armin Laschet per risalire nei sondaggi e provare a giocarsi sino all’ultimo la carta della cancelleria.

Sei pacchetti pronti per essere applicati in caso di vittoria, con proposte in larga parte pescate dal programma già presentato alla vigilia della campagna elettorale, più qualche nuova promessa pescata dal cilindro della disperazione. Misure mirate, economiche e sociali, con qualche regalo dal sapore clientelare a quel ceto medio che Laschet spera di ricondurre al voto per l’Unione. I settori: famiglia, sicurezza, sburocratizzazione, tutela del clima, alleggerimenti fiscali e Mittelstand, l’ossatura delle piccole e medie imprese tedesche.

Il Sofortprogramm (appunto quel che in Italia si chiamerebbe programma dei cento giorni) è una novità per la Germania (entra tutto in quattro paginette invece che le 139 che ci sono volute per il programma elettorale), ma è anche un azzardo, dal momento che le promesse dovranno superare il setaccio delle trattative con eventuali partner di governo.

MISURE SOCIALI PER LE FAMIGLIE

Nel merito si va da più soldi per sussidi ai figli e per agevolazioni ai genitori single (queste ultime fino a 5.000 euro) all’incremento fino a 700 euro per i contributi per spese e assistenza ai bisognosi di cure mediche. Aumento “significativo” (ma qui niente cifre) anche per i sussidi abitativi a favore delle famiglie a basso reddito e deduzione dalle tasse fino a 6000 euro per i costi dell’assistenza all’infanzia.

MENO TASSE PER I REDDITI MEDIO-PICCOLI

Dalle politiche fiscali sociali a quelle più strettamente economiche. L’Unione promette: nessun aumento delle tasse nei prossimi 4 anni e al contrario alleggerimenti per i redditi medi e bassi e l’aumento del tetto dei minijob dagli attuali 450 a 550 euro mensili. Promessa di controllo anche sui costi salariali aggiuntivi che “devono rimanere stabili sul massimo del 40%”.
Diventerà gratuita la formazione per i lavori artigianali, settore che soffre una grave mancanza di manodopera, in modo da renderla concorrenziale con la formazione accademica. Anche per la mobilità dei lavoratori, specie dalle aree non metropolitane, si punta a una forma di dinamismo per il riborso viaggi.

PRESTITI A TASSO ZERO PER TETTI A PANNELLI SOLARI

Sul fronte ambientale, uno degli argomenti più sentiti, Laschet ribadisce l’obiettivo di raggiungere un’economia a neutralità climatica puntando più sull’innovazione tecnologica che su divieti e sovvenzioni. Le politiche di riduzione di Co2 devono essere supportate da vantaggi fiscali attraverso forme di esenzione. Sul piano concreto l’Unione promette nelle prime settimane di un eventuale governo guidato da Laschet prestiti a tasso zero per i proprietari di case che investiranno in tetti a pannelli solari.

SICUREZZA, MILLE TELECAMERE ALL’ANNO

Infine una misura per incrementare la sicurezza pubblica, attraverso la promessa di installare mille telecamere all’anno nei luoghi pubblici più sensibili, come stazioni ferroviarie e della metropolitana, fermate di autobus e altre aree a rischio. Aumento delle pene per coloro che aggrediscono le forze dell’ordine (un fenomeno in preoccupante crescita nelle città tedesche) e la promessa di istituire un consiglio nazionale per la sicurezza nel cuore della cancelleria.

IL PIANO NON CONVINCE GLI ECONOMISTI

L’Unione spera con queste promesse di precisare meglio le priorità del proprio programma, anche se ai commentatori non sfugge la strumentalità di un’iniziativa del genere. Se le valutazioni negative dei leader degli altri partiti appaiono scontate, più dolorose sono le critiche pronunciate da economisti autorevoli come Gabriel Felbermayr, presidente dell’IfW, l’istituto economico di Kiel. “Non si tratta di un programma ambizioso per il futuro della Germania”, ha commentato, “tanto più che sembra un sunto di un contratto di governo Unione-Spd”. Per Felbermayr è legittimo che Laschet punti a convincere il proprio elettorato di riferimento, ma “mancano annunci vincolanti per quel che riguarda la sburocratizzazione che interessa le aziende e anche sul piano degli aiuti fiscali il programma non è all’altezza delle aspettative”. Unica consolazione: “Almeno non ci sono regali sulle pensioni”.
Per Jens Südekum, ascoltato economista dell’Università di Düsseldorf, il piano di Laschet “contiene promesse costose” e rischia di “creare buchi profondi nel bilancio dello Stato”. Per Südekum la spesa pubblica crescerebbe di decine di miliardi ed è un’illusione pensare di coprire le maggiori spese con la crescita economica”. Di fatto, conclude l’economista, anche Laschet mette in conto un maggiore indebitamento per i prossimi anni.

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