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Putin, I Danni Ambientali Della Guerra Russa All'ucraina

Ecco gli ecocidi di Putin

Studi finanziati tra gli altri dal governo ucraino, dalla Fondazione europea per il clima e dal ministero tedesco dell’Economia hanno calcolato i danni della guerra all'ambiente. Ecco che cosa emerge

Il termine appare cacofonico e forse cede un po’ alla moda ecologista del momento, ma su di esso il Tribunale internazionale dell’Aia potrebbe costruire un nuovo capitolo di accusa contro Vladimir Putin. Il reato sarebbe quello di “ecocidio”. Perché oltre ai danni umani, la guerra contro Kiev sta provocando danni ambientali che il gruppo internazionale Initiative on GHG accounting of war si è incaricato di quantificare in tre distinte analisi.

UN DANNO CLIMATICO PARI A 150 MILIONI DI TONNELLATE DI CO2

Nel terzo studio, finanziato tra gli altri dal governo ucraino, dalla Fondazione europea per il clima e dal ministero tedesco dell’Economia e presentato qualche giorno fa alla Cop28 di Dubai, i ricercatori sono giunti alla conclusione che il danno climatico equivale a 150 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni annuali di CO2 del Belgio.

I danni al clima sono causati dagli stessi atti di guerra, dal trasporto delle truppe e dai movimenti dei rifugiati, ma anche dalle conseguenze degli incendi di edifici, foreste e da altre distruzioni naturali. Tuttavia, secondo gli autori dello studio, al primo posto ci sono le emissioni prevedibili per la ricostruzione. Il cemento e l’acciaio, necessari per ricostruire case, impianti energetici e industriali, strade e ferrovie distrutte, sono particolarmente energivori e la loro produzione genererà quasi 55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

UNA RICOSTRUZIONE SOSTENIBILE DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE

Tuttavia, la ricostruzione rappresenta allo stesso tempo una grande opportunità. Se l’Ucraina fosse in grado di riparare i danni della guerra in modo da risparmiare risorse e rispettare il clima, riducendo i materiali ad alta intensità energetica e utilizzando materiali da costruzione rispettosi del clima, si potrebbe generare un risparmio di CO2 fino al 30%. E aprire la strada a un modello edilizio innovativo e sostenibile dal punto di vista ambientale.

Il singolo evento più disastroso per l’ambiente è stato la distruzione della diga di Kakhovka, nel giugno 2023, che ha provocato una devastante alluvione e la perdita totale di questa riserva d’acqua. Altro evento rilevante è stato l’attentato alle due linee del gasdotto di Nord Stream, la cui responsabilità non è stata tuttavia ancora attribuita ad alcuno dagli inquirenti svedesi e danesi che stanno indagando, con le conseguenti emissioni di gas serra prodotte dall’esplosione dei tubi.

RISARCIMENTO STIMATO DI 9,6 MILIARDI DI DOLLARI

I ricercatori hanno anche stimato i costi dei danni climatici, arrivando a una somma totale di 9,6 miliardi di dollari. Il calcolo si basa su un prezzo medio presunto della CO2 di 64 dollari per tonnellata di CO2 equivalente, il cosiddetto prezzo ombra del carbonio, utilizzato anche dalla Banca mondiale e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo come base per i loro calcoli. E sono giunti a una richiesta chiara: l’Ucraina, con il supporto della comunità internazionale, deve rivalersi sulla Russia per questo danno. “Sarebbe la prima volta che i danni climatici venissero compresi in quelli generali di una guerra”, ha osservato il ricercatore olandese sul clima Lennard de Klerk. Gli scienziati sostengono che in un’analisi legale completa i danni climatici dovrebbero essere inclusi nel registro come gli altri danni di guerra. Un tale registro è in fase di creazione presso il Consiglio d’Europa ed è destinato a costituire la base per i regolamenti sui risarcimenti postbellici.

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