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Via Della Seta

Ecco come la Cina sedurrà l’Europa anche con i cereali

La Cina diventerà il punto di riferimento per l'Europa nell'import di derrate alimentari? L’articolo di Marco Orioles

 

La Cina potrebbe approfittare delle condizioni climatiche avverse che mettono a rischio la produzione agricola dell’Europa occidentale nonché della crisi alimentare globale innescata dal conflitto in Ucraina per diventare un punto di riferimento per l’import di derrate alimentari per lo stesso Vecchio continente e per molti paesi del Sud del mondo.

È quanto suggeriscono un recente articolo di Limes e gli stessi media cinesi, che in questi giorni stanno strombazzando i risultati di una produzione agricola record per quest’anno proveniente dai terreni del Dragone.

Conseguenze della crisi climatica sulla produzione agricola Ue.

Come sottolinea Limes, una parte consistente dell’Europa occidentale sta soffrendo livelli d’allerta per la siccità “dovuti al deficit di umidità al suolo e del correlato stress della vegetazione”.

La torrida estate non si riverbera solo sull’ambiente e sul paesaggio causando danni incalcolabili, ma tutti ormai prevedono un robusto calo della produzione agricola europea con particolare riguardo alle colture più idrovore come il riso.

Le conseguenze di tutto ciò, unite al concorrere di altri fattori, potrebbero secondo Limes rivelarsi drammatiche.

Rischio sicurezza alimentare per Europa, Africa e Asia.

“Lo scarso accesso ai fertilizzanti – scrive la rivista italiana di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo – e alle produzioni cerealicole della Russia, lo stop all’export di derrate alimentari dai Paesi più popolosi (es. India), le politiche Ue di contingentamento della produzione agricola, la carenza di carburante a basso costo per muovere le macchine agricole e il blocco del grano ucraino costituiscono già un grosso problema per la sicurezza alimentare di tre continenti: Europa, Africa e Asia. La siccità ne è il micidiale moltiplicatore”.

Rischio dipendenza per l’Ue dagli altri produttori mondiali.

Dato il contesto di non autosufficienza alimentare dell’Europa occidentale, diventa inesorabile la crescente dipendenza dalle altre potenze mondiali.

Come scrive ancora Limes, “rinunciando con il quinto pacchetto di sanzioni Ue ai fertilizzanti russi, Bruxelles rinuncia alla necessaria diversificazione delle fonti affidandosi così alla ‘generosità’ del primo esportatore mondiale (Stati Uniti) e del primo produttore (Cina) di cereali”.

Produzione agricola record in Cina.

Qui dunque entra in campo il ruolo della Repubblica popolare, che sta beneficiando di condizioni climatiche ottimali quest’estate per produzione agricola senza precedenti che i media affiliati al Partito comunista stanno mettendo in risalto in questi giorni.

Un articolo trionfalistico del Global Times evidenzia ad esempio come la produzione di cereali abbia raggiunto, già nella prima metà dell’anno, livelli mai visti finora, ponendo le premesse per uno strabiliante raccolto annuale che permetterà alla Cina di “contribuire alla sicurezza alimentare globale”.

Il quotidiano riporta i dati del Ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali di Pechino secondo cui già quest’estate la produzione di cereali ha toccato il picco di 147,4 miliardi di chili, con un aumento del 10% rispetto all’anno scorso.

Risultati più che positivi si sono registrati anche per la produzione di grano, che ha superato i 1.300 miliardi di chili, con un incremento di 12 miliardi rispetto al 2021.

Come ha sottolineato al Global Times Zeng Yande, funzionario del Ministero dell’Agricoltura, questi dati sono destinati ad aumentare sensibilmente con il sopraggiungere del raccolto autunnale, che rappresenta circa il 75% dell’intera produzione annuale.

Questi risultati giungono dopo sette annate consecutive di produzione record di cereali assestata su un livello di sei trilioni di chili.

Con queste cifre, sottolinea il Global Times, il governo cinese non sta solo “risolvendo i propri problemi alimentari, ma contribuendo a salvaguardare la sicurezza alimentare globale”.

Le premesse per una cooperazione rafforzata Cina-Ue.

Ed è qui che il quotidiano comunista chiama esplicitamente in causa l’Europa, ricordando come, al recente Dialogo ad Alto Livello Cina – Ue sull’economia e il commercio, “entrambe le parti hanno concordato di incrementare la cooperazione anche nel campo della sicurezza alimentare globale”.

Come ha dichiarato al Global Times Jiao Shanwei, direttore del sito di notizie industriali cngrain.com, “ci si aspetta che ci saranno maggiori opportunità per la Cina e l’Europa per rendere complementari i reciproci vantaggi nel commercio di cereali”.

“L’Europa”, sono ancora le parole di Jiao, “importa principalmente dalla Cina soia non OGM e cereali, mentre la Cina importa dall’Europa soprattutto grano, pertanto ci potranno essere maggiori opportunità per migliorare la cooperazione”.

Una cooperazione di cui secondo Zhou Rong, ricercatore della Renmin University of China, potranno beneficiare anche i Paesi del Sud del mondo.

“La cooperazione alimentare tra Cina e Ue”, rimarca Zhou, “è benefica per tutta l’umanità e rappresenta un’opportunità per rafforzare i reciproci legami economici e commerciali”.

Spazio anche per una cooperazione Cina-Usa?

Ma ci sarebbero i margini, secondo il già richiamato funzionario del Ministero dell’Agricoltura cinese Zeng, per una cooperazione rafforzata tra la Cina e un altro grande produttore di derrate alimentari come gli Usa.

“Poiché sia la Cina che gli Usa sono grandi Paesi agricoli”, è la convinzione di Zeng, “dovrebbero giocare un ruolo attivo nel mantenere congiuntamente la sicurezza alimentare globale”.

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