82 no contro 29 sì. Con questi numeri è stata bocciata dal Parlamento europeo la macroniana Sylvie Goulard come commissario di Bruxelles. Ecco tutti i dettagli.
COME E’ STATA SILURATA LA GOULARD
La candidatura della francese Sylvie Goulard è stata bocciata dagli europarlamentari. La palla adesso passa alla presidente eletta della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che deciderà in merito.
CHI E’ GOULARD
Goulard, candidata francese, era stata designata per il portafoglio al Mercato Interno con deleghe all’industria della difesa e dello spazio. E’ stata bocciata dalle commissioni competenti, nella sua seconda audizione all’Eurocamera. Il 17 ottobre la conferenza dei capigruppo valuterà definitivamente l’insieme delle audizioni in vista del possibile voto di fiducia su tutta la commissione previsto il 23 ottobre alla plenaria a Strasburgo.
I RUMORS
Su Twitter circolano degli screenshot di un tweet attribuito al gruppo Ppe, poi cancellato, in cui veniva postata un’immagine che riporta l’opinione della commissione Juri, quindi precedente alle audizioni, sullo sfondo della quale si leggono, sia pure assai sfocati, brandelli di quelli che appaiono essere i contenuti di una chat interna del Ppe, tra i quali questa frase del portavoce del gruppo: “Ragazzi, la uccideremo nel voto più tardi, ma non ditelo”. Secondo l’interpretazione che circola, questo indicherebbe che il Ppe avrebbe deciso di bocciare Goulard già prima delle audizioni.
CHI HA VOTATO CONTRO
Contro Goulard – ha scritto Huffington Post – hanno votato il Ppe, i Verdi, la sinistra del Gue e i sovranisti. Spaccati i socialisti. Con la Goulard, alla quale erano state assegnate le deleghe pesanti di mercato interno e difesa, solo il gruppo ‘Renew Europe’. Goulard è finita nelle polemiche politiche per i suoi guai giudiziari e un potenziale conflitto di interesse. Ex commissaria Ue nella squadra guidata da Romano Prodi, Goulard è sotto indagine in Francia e all’Olaf (l’organismo di lotta alle frodi dell’Ue) per l’uso di fondi dell’Europarlamento per remunerare un suo assistente. Inoltre, la candidata commissaria francese è sotto pressione per aver lavorato come consulente per il think thank dell’investitore Nicolas Berggruen.
L’ANALISI DI REPUBBLICA
Ma perché la commissaria macroniana è stata silurata? Goulard è finita dentro a una partita politica più ampia: “Primo, i popolari si sono vendicati per il comportamento post elezioni di Macron, che ha affondato la corsa del loro capogruppo, Manfred Weber, alla presidenza della Commissione per poi premiare von der Leyen. Secondo, una ritorsione nei confronti dei liberali di Renew Europe legati a Macron per avere bocciato nei giorni scorsi il commissario ungherese (popolare) e quella romena (socialista) – ha scritto Repubblica – Infine uno scontro di potere, con i tedeschi che in modo bipartisan non volevano dare alla francese un potere enorme in Commissione dopo avere già incassato Lagarde alla Bce. Goulard infatti avrebbe avuto un maxi portafoglio con Mercato interno, Industria, Difesa, Spazio e Digitale. Proprio il Digitale, con la parte media, nelle mani della francese era indigesta ai tedeschi”.
LA REAZIONE DI GOULARD
“Prendo atto della decisione del Parlamento europeo nel rispetto della democrazia. Ringrazio il Presidente della Repubblica e Ursula von der Leyen per la loro fiducia e tutti i deputati che hanno votato per me”. Lo ha scritto su Twitter Sylvie Goulard, candidata designata dalla Francia per il portafoglio al mercato interno nella futura commissione a guida von der Leyen, dopo essere stata bocciata dal Parlamento europeo.
LE ACCUSE
Ma di che cosa è accusata dunque la candidata macroniana? Di aver avuto il ruolo di “special advisor” per il Berggruen Institute, un think-tank americano che “sviluppa idee per dare forma alle istituzioni politiche e sociali”, fondato dall’investitore multimiliardario e filantropo Nicolas Berggruen. “Per 27 mesi in totale al think-tank, la Goulard – ha scritto Liberation – ha incassato fra i 324.000 e i 350.000 euro, che si aggiungevano agli 8.700 euro mensili del suo stipendio da eurodeputata”.
IL CENTRO STUDI BERGGRUEN
Al Berggruen collaborano fra gli altri Jacques Delors, Tony Blair, Mario Monti, Alain Minc, Jean Pisani-Ferry, Pascal Lamy e molti altri intellettuali europei. La Goulard ha avuto il compito di “partecipare all’organizzazione di conferenze a Parigi e Madrid, di una tavola rotonda a Bruxelles e di altre riunioni”, preparando “rapporti” e “note di lavoro”.
CHE COSA HA SCRITTO LIBERATION
Liberation ha cercato sul sito dell’istituto, dove risulta la partecipazione della Goulard a due incontri a Parigi e Madrid, ma soltanto il secondo si svolse mentre lei era coperta dal contratto di collaborazione. Nella tavola rotonda di Bruxelles (dicembre 2014), preparò due testi, uno dei quali di 15 pagine, co-firmato da Mario Monti“.
"La présidente Van der Leyen m'a dit qu'elle voulait travailler avec Sylvie Goulard" explique Emmanuel Macron qui "a besoin de comprendre" pic.twitter.com/fUDeEb5HL0
— BFMTV (@BFMTV) October 10, 2019