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Tutte le vere divergenze tra Usa e Russia in Siria

L’analisi di Andrea e Mauro Gilli, analisti militari ed esperti di geopolitica Nella notte tra venerdì e sabato, un raid congiunto lanciato dalle forze armate di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti ha portato alla distruzione di alcuni obiettivi militari in Siria. LA VERA NOVITÀ Non si tratta di una nuova guerra. La guerra, in Siria,…

Nella notte tra venerdì e sabato, un raid congiunto lanciato dalle forze armate di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti ha portato alla distruzione di alcuni obiettivi militari in Siria.

LA VERA NOVITÀ

Non si tratta di una nuova guerra. La guerra, in Siria, dura dal 2011 e, finora, ha fatto tra le 350 e le 500.000 vittime. Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti non stanno intervenendo a sostegno o contro il regime siriano. Hanno lanciato un attacco mirato con una modica quantità di missili di precisione contro strutture, a quanto ci è dato sapere, preposte all’uso di armi chimiche. È un attacco molto più ridotto di quelli lanciati contro lo Stato islamico negli anni passati, solo per fare un paragone.

PERCHÈ NON CI SARANNO ESCALATION

Un’escalation è altamente inverosimile. Proprio come a inizio 2017, non solo l’attacco è stato circoscritto, ma vi è anche stata una consultazione con Mosca, presente nel teatro accanto alle forze di Bashar al-Assad. In altri termini, poiché nessuno ha intenzione o interesse a favorire una spirale di guerra, le forze russe sono state informate relativamente ai tempi e agli obiettivi del raid, così da evitare che potessero essere coinvolte nell’azione o che vi potessero essere degli incidenti.

GLI OBIETTIVI DICHIARATI DEGLI ALLEATI

Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno semplicemente voluto sanzionare l’uso di armi chimiche. A livello internazionale le armi chimiche sono bandite. Nell’arena internazionale, più che le leggi, contano però le norme, intese come pratiche accettate tra gli Stati, in quanto la giustizia internazionale esiste fino ad un certo punto visto che si applica a stati sovrani. Di fronte all’attacco di Douma che ha indebolito questa norma contro l’uso delle armi chimiche, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno deciso di intervenire a suo sostegno. Alcuni studiosi guardano al sistema internazionale principalmente dalla prospettiva delle norme. Altri, invece, guardano al sistema internazionale principalmente dalla prospettiva delle capacità militari. Sono due approcci diversi. Chi scrive appartiene alla seconda categoria. Neppure noi, però, siamo particolarmente sorpresi, almeno rispetto alle reazioni osservate in Italia, dal fatto che Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti abbiano voluto intervenire a sostegno di questa norma: un mondo in cui chi può, preferisce non usare le armi chimiche è un mondo tutto sommato migliore.

IL RUOLO REALE DELL’ONU

Sentiamo spesso parlare della necessità di coinvolgere il consiglio di sicurezza dell’ONU. Questo, però, può essere bloccato dal veto di uno dei 5 membri permanenti: Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia o Stati Uniti. Intervenendo insieme, in maniera limitata e a sostegno di una precisa norma internazionale, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno voluto conferire maggiore legittimità al loro intervento e, di conseguenza, al loro sostegno alla norma contro l’uso di armi chimiche.

LO SCENARIO

Cosa succederà? La guerra civile siriana andrà probabilmente ancora avanti per qualche tempo. Questi raid non fermano il conflitto, ma ricordano al regime di Damasco che l’uso di armi chimiche verrà sempre punito. Anzi, è facile pensare (e sperare) che la prossima volta, i raid siano più pesanti, proprio per sanzionare la recidività. Il raid dimostra inoltre unità d’intenti tra tre membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che sono, anche, i tre più importanti membri della NATO: sono aspetti da non sottovalutare.

LE DIVERSITÀ FRA USA E RUSSIA

Man mano che la Russia consolida la propria posizione in Siria, l’Alleanza Atlantica vede infatti l’influenza del suo principale competitore allargarsi, dall’Artico ai Baltici, dall’Est Europa ai Balcani, al Caucaso, fino al Medio Oriente. Queste considerazioni possono non essere del tutto chiare in Occidente, ma lo sono certamente a Mosca.

(estratto di un’analisi più ampia pubblicata su Epistemes)

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