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Operazione Horizon Shield,

“Diventa attivista, girerai il mondo”

Perché non si organizza una crociera del "forziamo il blocco"? La provocazione di Cazzola

L’avvio di un percorso di pace a Gaza determinerà un cambiamento nella slavina delle manifestazioni che da due anni si ripetono con frequenza quasi settimanale? Cambieranno almeno i toni e gli obiettivi? Per ora si va avanti col solito copione.

Ieri a Bologna si è svolto un altro raduno, guidato dai tre cittadini che avevano preso parte alla prima ‘’flotilla’’ e con la partecipazione di Patrik Zaki, il giovane egiziano, studente dell’Alma Mater, che era stato arrestato in Egitto, la cui liberazione aveva costituito un motivo di impegno di tutta la comunità e del governo nazionale (che peraltro, essendo un governo di destra, non meritò neppure un ringraziamento per il lavoro diplomatico svolto).

Purtroppo non possiamo sperare che questa voglia di partecipazione sia dirottata almeno in parte alla causa dell’Ucraina, che non se la passa meglio di Gaza, ma che evidentemente non ha a che fare con gli ebrei, ma con i russi. Le città ucraine sono bombardate ogni notte da centinaia di droni e di missili che vanno a colpire le infrastrutture e a cercare i civili nelle case, senza alcun riguardo per i bambini, le donne, i vecchi. Ma – per motivi che andrebbero analizzati – delle vicende di quella popolazione a nostri marciatori (tanto meno ai naviganti) non gliene può fregar di meno.

Prestate attenzione ai tg. Quando si parla di Gaza non mancano mai i sacchi bianchi in cui vengono raccolti i cadaveri, né ci vengono risparmiate le sofferenze dei bambini. Spesso sono le stesse immagini crudeli che vengonoripresentate anche nelle giornate successive. Quando si parla dell’Ucraina, la narrazione dà conto dei morti e dei feriti, ma le immagini si soffermano su squadre di vigili del fuoco che spengono gli incendi appiccati dai bombardamenti. Quando si scoprirono gli orrori di Bucha, qualcuno andò in tv a raccontare che si trattava di una montatura Passando oltre ci domandiamo se continueranno le navigazioni nel Mediterraneo dei nuovi crociati. Con una differenza: le crociate dell’anno mille avevano l’obiettivo (o il pretesto) di liberare il Santo Sepolcro; quelle di oggi – per usare una metafora – vanno a restituirlo agli infedeli.

Se queste spedizioni dovessero continuare, suggeriamo ai promotori di compiere uno sforzo di razionalizzazione e modernizzazione. Si potrebbero stipulare convenzioni con qualche compagnia di navigazione allo scopo di noleggiare una grande nave da crociera, aggiungendo ai programmi per le Antille o ai Fiordi norvegesi o semplicemente a quelle in Mediterraneo, un nuovo itinerario turistico dal titolo ‘’forziamo il blocco’’.

Si potrebbe organizzare la partenza da Genova (i camallisarebbero di grande aiuto per caricare le merci), fare tappa a Nizza (dove raccogliere gli attivisti francesi), poi a Barcellona per gli spagnoli e magari una breve sosta in Tunisia prima di veleggiare alla volta di Gaza. Le compagnie di navigazione potrebbero prendere accordi con il governo israeliano per stabilire dove, quando e come la nave sarà abbordata e su quali attrazioni offrire ai naviganti per far provare loro il brivido dell’avventura, affinchè al rientro in patria abbiano da raccontare la loro esperienza. Magari per quanti se la sentono potrebbe essere allestita persino una fucilazione simulata, o la minaccia di essere sottoposti al TCO(trattamento di circoncisione obbligatoria), se uomini; oppure alla fiction di una violenza carnale se donne. A seconda della stazza della nave si potrebbe imbarcare un numero maggiore di attivisti, i quali viaggerebbero in modo più confortevole e raggiungerebbero la meta più velocemente e in maggiore sicurezza che a bordo del naviglio a vela. Certo, le dimensioni della nave condizionerebbero anche le modalità di arrembaggio, perché è un conto salire su di un veliero di venti metri o su di una nave di cinque piani. Magari servirebbero qualche cannonata a salve per creare l’atmosfera. Poi avvicinandosi il fine stagione per le crociere i costi potrebbero essere ridotti. Ovviamente la crociera del “forziamo il blocco” sarebbe accompagnata da uno slogan: ‘’Diventa attivista. Girerai il mondo!’’

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